diglit ha scritto:
se mi è concesso, e come Massimo ho soltanto guardato sul sito i prodotti ASA, inrodurrei un problema che sta tanto a cuore Massimo per gli ovvi risvolti commerciali che riveste.
L'utilizzo del carbonio per la realizzazione delle intubazioni di strumenti "top level" come quello di cui chiacchieriamo (ma ce ne sono molti altri anche delle ditte o assemblatori citati nel post) è, a mio avviso, puramente commerciale.
Non vi sono ragioni, nei diametri e nelle lunghezze dei tubi che utilizziamo noi astrofili (anche evoluti), per giustificare l'utilizzo di intubazioni in fibra di carbonio.
Se è vero (ma anche qui Massimo docet riguardo alla direzione con cui sono usate a volte tali fibre nel confezionamento dei tubi....) che intubazioni di carbonio riducono a valori infinitesimali le dilatazioni meccaniche di causa termica, è anche vero che queste sono relativamente ridotte in tubi lunghi pochi metri (o frazioni di metro): generalmente limitati a tubi da 1 a 1,5 metri (per non parlare di S-C o R-C che sono lunghi 50-80 cm.....)
In compenso, se la fibra di carbonio ha resistenze a trazione e dilatazione altissime in senso assiale, queste diventano ridicole in senso longitudinale e a taglio. Ciò significa che l'accoppiamento al tubo di accessori pesanti in senso non strettamente assiale (vedi i focheggiatori, gli oculari, le ccd di ripresa, gli spianatori di campo, gli strumenti guida!) introducono deformazioni maggiori di quelle che si avrebbero in un tubo di alluminio.
Non vi è nessuna logica, ad esempio, nel fare un tubo newton a fuoco cortissimo in carbonio, se non quella (relativamente opinabile) del contenimento dei pesi.
Inoltre, questi strumenti, proprio perché votati a prestazioni in campo di ripresa altissime, necessitano per loro logica di montature dotate di meccaniche e elettroniche estremamente avanzate (che si ritrovano esclusivamente su montature molto costose e capaci di carichi pen al di sopra degli strumenti che portano).
Questo per dire soprattutto che la altisonante dicitura "intubazione in carbonio e bla bla) non è sempre sinonimo di miglioramento delle prestazioni proprie dello strumento.
Tempo fa si è assistito a un boom commerciale propagandistico di strumenti con intubazione in carbonio (vedi certi rifrattori) che, nella realtà pratica, hanno fatto clamoroso fiasco dal punto di vista prettamente prestazionale. Non per niente i produttori in proprio di strumenti (e non gli assemblatori) continuano a proporre i loro prodotti top in configurazione tubo alluminio...
Sarei quindi prudente nello sposare la causa di questi pur interessantissimi strumenti.
Sono stati citati astrografi alternativi (vedi intes et similia) che sono ancora costruiti in modo classico. Ebbene, gli inconvenienti citati non sembrano riguardare questi prodotti, perché?.
Altra questione: i focheggiatori.
Sembra che solo da pochissimi anni i produttori (ad eccezion fatta di certi giapponesi, vedi takahashi e borg e pochissimi altri) si siano svegliati e abbiano cominciato a sostituire (finalmente!) i sistemi di ritenuta degli accessori (oculari etc..) che sono sempre stati a vite (una!) con fascette autostringenti, come avveniva trenta o quaranta anni fa.
Non serve un genio a comprendere che il momento generato da una camera ccd del peso di 2 chili inclina lievemente l'asse meccanico trattenuto da una vite a spinta.
Ancora, e sempre sui focheggiatori. Detto del sistema di ritenuta parliamo della meccanica dei focheggiatori: le tolleranze.
Fino a quando si osserva, va beh... ma soprattutto i focheggiatori a basso profilo (che quindi hanno poco tubo di appoggio) che devono essere montati su strumenti di impostazione fotografica a fuoco laterale, richiedono una precisione di accoppiamento che difficilmente hanno. Si tende a magnificare minchiate (scusate il termine ma ogni tanto mi scappa) come la demoltiplicazione spinta dei rapporti di traslazione di certi focheggiatori ma nessuno parla mai delle tolleranze, che sono ben più imporatanti, tra il canotto di estrazione e quello fisso (cioè del sistema che subisce il peso tangenziale degli accessori e che quindi tende a inclinare l'asse del sensore di ripresa).
A questo scopo molto meglio sono i focheggiatori elicoidali che sembrano essere stati un po' ignorati dal sistema "facciamoci il focheggiatore figo della moonlite o della feather toch et similia". Focheggiatori che costano molto meno e che risentono poco di tali problematiche (e che, oggi, con i sensori che diventano sempre più quadrati, non risentono nemmeno tanto più del problema "taglio della inquadratura").
Paolo
bravo Paolo, hai sintetizzato quello che ho piu' volte affermato. Mi trovo in gran parte a darti ragione. Ho sempre detto che il carbonio è un materiale eccelso, eccellente, ma che va usato dove e come si deve.
Trovo interessante aggiungere che è utilizzato a sproposito in molti casi, mentre in altri potrebbe essere usato con profitto se messo dove serve e nel modo in cui serve.
In talune applicazioni ha innegabili vantaggi rispetto all'alluminio, questo è dimostrabile anche dal lato pratico, e affermo che anche in questi newton super veloci avrebbe un senso se il progetto non seguisse una moda ma un vero calcolo strutturale.
Per il futuro ci si dovrà sempre più abituare alle fibre composite, per tutta una serie di motivi che non sto ad elencare, prima di tutto la maggiore libertà progettuale. Insomma se si vuole avanzare tecnologicamente li si deve cascare....
Tutto il discorso sull'argomento fuocheggiatori è interessante e ricade automaticamente nelle problematiche di precisione del complesso meccanico fino all'ultimo pezzo del tubo.......
ciao
massimo