Visto che mi avete preso per i ... capelli

e per questo vi ringrazio, provo a dare un contributo nel mio piccolo avendo esperienze sia nell'una che
nell'altra tipologia fotografica.
Il confronto tra analogico e digitale in ambito astrofotografico a suo tempo si riempirono pagine e pagine di commenti, perplessità, dubbi e considerazioni
di ogni tipo da parte di tutta l'intera comunità, non solo nazionale, ma anche e soprattutto internazionale.
E' stata la più grande rivoluzione degli anni 90.
La conseguenza di quei dibattiti, "litigate" e raffronti, per dirla in parole spicciole, è quella che oggi come oggi tutti si è concordi nel ritenere che l'astrofotografia
digitale abbia portato senza dubbi a molteplici miglioramenti e pregi.
Per ragioni di tempo devo per forza di cose essere stringato, ma in realtà ce ne sarebbero da dire di cose sull'argomento (il tema è molto più ampio di quanto possa
sembrare) la fotografia astronomica in digitale oggi ci permette di disporre dei seguenti (enormi) pregi, tra i primi che mi vengono in mente:
- di vedere all'istante il risultato
- di sfruttare una maggiore risoluzione lineare (mediamente 4 volte maggiore dell'analogico - rispetto a quella offerta da pellicole di 400 ISO)
- una incredibile estensione dinamica (+/- 14 d)
- di estendere più approfonditamente la sensibilità spettrale (bande strette)
- linearità dei sensori digitali / difetto di reciprocità delle emulsioni chimiche
- di approntare una fase post produzione con un'incredibile varietà di strumenti informatici
- di gestire la strumentazione da remoto
La riprova che il digitale abbia consentito un ulteriore meglioramento globale sui risultati è avallato dal fatto che tutti gli osservatori professionali,
in primus l'HST e tutte le sonde automatiche, operino esclusivamente in digitale. Non è poco, penso possa essere sufficiente.
Cari saluti,
Danilo Pivato