Grazie Falco per il tuo intervento che chiarisce diversi aspetti della questione.
Falco251 ha scritto:
Con questo voglio dire che a priori non ha molto senso considerare la temperatura ambientale per stabilire quando accendere e quando non accendere le fasce.
Su questo punto non sono d'accordo.
Gli oggetti e le ottiche sono in equilibrio termico con l'ambiente circostante e quando le portiamo con noi
sono ancora (relativamente) "caldi" del calore del giorno, o dell'abitazione, o della pianura, o dell'auto, etc. .
Con l'abbassarsi della temperatura dell'aria notturna, gli oggetti cedono calore all'aria chi più velocemente chi meno
(qui entra in gioco l'inerzia termica dei vari strumenti ed accessori),
proprio perché il passaggio del calore va sempre dall'oggetto più ricco di calore a quello meno ricco, in questo caso l'aria che rapidamente si allontana.
Quindi strumenti ed accessori non si possono raffreddare più velocemente dell'aria,
anzi sono più caldi o al massimo hanno la stessa temperatura dell'aria (a meno che vengano estratti da un ambiente freddo).
Se il Punto di Rugiada è 14°C ed ad un certo punto della notte vedo che l'aria è a 16-17°C
(strumenti ed accessori sono o più caldi o alla stessa temperatura),
mi metterei ad accendere le fasce anticondensa per prevenire il problema,
senza fare alcun affidamento sulla lunghezza dei paraluce o sull'inerzia termica.
Conoscere il Dewpoint mi sarebbe ugualmente utile nel caso in cui sapessi che la temperatura minima prevista è lontano da tale valore.
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Affetto da
ocularite cronica (variante della strumentite)
