Tanti anni orsono il mio grande amico Piero mi fece un grande regalo: mi parlò del cielo.
Avevo 14 anni e posso affermare che
io sono nato in quel momento.
Qui non voglio scrivere il libro della mia vita (per la verità lo sto facendo in altra sede) e perciò vado “velocemente”

al sodo.
All’anagrafe ho quasi 53 anni, ma per la passione che ci accomuna ne ho 14 di meno. Dopo inevitabili momenti di distacco, per gli studi, per la vita sentimentale, per la famiglia e la carriera professionale, ho preso pieno possesso del cielo e circa vent’anni fa ho costruito il mio primo osservatorio sul tetto di casa, sfruttando un terrazzino su una falda del tetto, su cui ho realizzato un tetto scorrevole. L’ho chiamato “Osservatorio G.Pellegrini”, in memoria di un artigiano appassionato di costruzioni astronomiche che, molto giovane, è stato strappato alla sua vita ed a quella dei suoi cari. Il primo strumento che vi ha trovato posto è stato un Meade LX200 da 10” F.6,3, su cui ho montato uno dei primi ccd Sbig st7 giunti in Italia. Il cielo era decente, forse qualcosa di più, la casa era particolarmente isolata e l’illuminazione pubblica era parecchio lontana. Mi sono divertito moltissimo, invidiato da tutti gli amici astrofili che mi definivano
l’astrofilo in pantofole; quando la sera tornavo dal lavoro, salivo in osservatorio, avviavo pc, ccd e montatura, scendevo a svestirmi e ad indossare pigiama e pantofole, per poi risalire e partire per le mie sessioni astro-fotografiche. Quando mia moglie Antonella mi chiamava scendevo per la cena, mentre il ccd continuava il suo lavoro, e salivo e scendevo ogni volta che volevo, per il caffè, uno stuzzichino, una spaghettata alle tre di notte. Le mie abitudini non sono cambiate, continuo a fare le stesse cose, con la differenza che, nel frattempo, ho montato una Beta Bellincioni che sostiene un RC Toscano da 318 F.9, uno sbig STL11k, un Pentax 75 ed un Vixen Vmc 110 per la guida. Altre cose sono cambiate. La mia casa non è più isolata, il campo di calcio contiguo è stato illuminato e concesso in affitto tutte le sere, l’illuminazione pubblica mi ha circondato, è arrivato un prete iper attivo che ha illuminato a giorno il parco parrocchiale con fari alogeni che mi permettono di stare in giardino la notte risparmiando la mia illuminazione. E’ cambiato anche il cielo e da qualche anno non vedo più la Via Lattea, o meglio, qualche volta arrivo alla seconda magnitudine. Che fare? Fatto! Mi spiego.
Già da un paio d’anni ho iniziato a macinare chilometri sulle montagne della Lessinia in cerca di un sito dove spostarmi, senza trovare una sola buonanima disposta a cedermi 50 mq di pascolo o di macerie da ristrutturare. Poi, come d’incanto, mi si è presentata la fatina, sotto forma di geometra-assessore-mediatore-progettista ed ora amico che mi ha portato nel
mio paese dei balocchi: percorrendo un sentiero di montagna, il sentiero Europeo E5, con l’ausilio del suo fuoristrada, mi ha messo davanti la sommità di una collina, a 847 metri s.l.m., con un rustico ed una stalla, circondati da 15.000 metri di pascolo. Ho tenuto l’opportunità stretta come un leone tiene la preda e, dopo trattative estenuanti con il proprietario montanaro,
ne sono diventato re. CONTINUA (presto con foto).
Geppe