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 Oggetto del messaggio: Sugli smart telescopes
MessaggioInviato: venerdì 13 dicembre 2024, 14:05 
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Iscritto il: giovedì 10 agosto 2006, 10:11
Messaggi: 11616
Località: Monza
Tipo di Astrofilo: Visualista
Ogni tanto mi viene lo schizzo o la tentazione di dotarmi di uno di questi telescopi intelligenti che fan tutto loro. Pensa che roba, mi dico, posso catturare l'immagine di qualsiasi oggetto dal giardino di casa senza sbattimenti vari tipo settare la montatura, bilanciare, mettere a fuoco, elaborare ecc. E allora vedo me, finalmente sul divano, con una birretta in una mano, il cellulare sull'altra, che aspetto l'immagine che si formi sullo schermetto e intanto magari scrollo reels su iutub o instagra con la panza scoperta( che immagine orribile).

Cosa cambierebbe dal cercare le immagini di quegli oggetti direttamente su google? Oppure guardarle su una mappa stellare del cellulare? Qual è la reale distinzione?
Chi lo ha per cosa lo utilizza? Perché lo ha preso? E cosa ci trova di bello? Di mio, oltre all'immagine su descritta, non riuscirei a immagine altro utilizzo, ma ho una mente limitata.

Non mi permetterei mai di criticare le scelte altrui, ma davvero non riesco a capire cosa ci possa essere di bello e utile. Al limite posso capire il modello con oculare elettronico, che simula una classica osservazione ( egraziarca, son visualista...), ma gli altri modelli che ti mandano la fotina che loro hanno fatto... bòh, non capisco.

Schermi sereni,

kapp

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De kappellatis non disputandum est

Stelle già dal tramonto ci confondono il cielo a frotte, nubi meticolose nell'insegnarti la notte
Telescopi: Reginato Supermaser 20", CPC11, pentax 75edhf su ms3.
Oculari: pentax xw, Nagler, Delos takahashi tpl 25, 18, 12.5, 9, zoom Svbony 3-8 e 8-20
Torretta binoculare maxbright 2 e televue binovue.


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 Oggetto del messaggio: Re: Sugli smart telescopes
MessaggioInviato: venerdì 13 dicembre 2024, 15:33 
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Iscritto il: venerdì 11 novembre 2011, 16:23
Messaggi: 5164
Località: Agropoli (SA)
Tipo di Astrofilo: Fotografo aspirante Visualista
Secondo me, oltre al discorso (soggettivo) della comodità, ci può essere che è comunque “live”, nessun processig particolare potenzialmente artificioso (spero) e se le vuoi salvare ed archiviare non devi dar conto a nessuno: sono tue. Un sussidio insomma, proprio per quei momenti in cui sei a casa e vorresti osservare ma hai poco tempo e/o poca predisposizione a montare ecc ecc…

Di contro, oltre a tutto il resto dei pregiudizi (anche fondati eh) penso che i limiti di apertura e focale probabilmente ti porteranno ad esaurire velocemente gli oggetti che possono dare qualche soddisfazione…

In definitiva, paradossalmente, penso che siano strumenti potenzialmente più appetibili per i visualisti che per i fotografi…che dal lato puramente digitale siamo largamente più esigenti e facilmente con i risultati andiamo in conflitto.

Il mio misero contributo.

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Daniele

https://www.flickr.com/photos/182162372@N05/


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 Oggetto del messaggio: Re: Sugli smart telescopes
MessaggioInviato: venerdì 13 dicembre 2024, 15:53 
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Iscritto il: mercoledì 8 febbraio 2006, 16:41
Messaggi: 23642
Stai invecchiando. Male.

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qa'plà!
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 Oggetto del messaggio: Re: Sugli smart telescopes
MessaggioInviato: venerdì 13 dicembre 2024, 16:43 
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Iscritto il: mercoledì 9 maggio 2012, 13:59
Messaggi: 2437
Località: Provincia di Sondrio
I modelli con l'oculare, che poi sono relegati ad uno o due modelli di un unica marca, a mio parere hanno senso pari a zero.
L'uso che ne vedo è nelle serate pubbliche abbinate ad uno schermo o ad un proiettore ed utilizzati in live. Si potrebbe fare anche con montatura, tele, ccd ed un pc o raspberri, ma i modelli di basso costo, nell'uso divulgativo, avrebbero senso per la comodità e praticità: sono piccoli, leggeri, poco ingombranti e subito operativi.
Peraltro secondo me hanno senso strumenti come il dwarf o i seestar che vengono via sotto i 500€, non spenderei oltre.
Le limitate capacità per l'uso divulgativo possono essere accettabili, tanto alla fine si vanno a pescare più o meno sempre gli stessi oggetti.

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ES ULD 16' Gen II
Bresser Messier 6'
Vixen A70Lf su Porta Mini
APM XWA 100° 20, 13, 9, 7, 5, 3.5
ES 82° 30, 18, 11
PLOSSL Vixen 20 6,3 Tecnosky 9
Kellner Bresser 25 9
ES UHC OIII e ND variabile da 2"
Radiant SQML GSO Coma Corr.


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 Oggetto del messaggio: Re: Sugli smart telescopes
MessaggioInviato: sabato 14 dicembre 2024, 13:55 
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Iscritto il: domenica 17 giugno 2012, 17:53
Messaggi: 1639
Località: Montichiari (BS)
Tipo di Astrofilo: Fotografo
kappotto ha scritto:
Ogni tanto mi viene lo schizzo o la tentazione di dotarmi di uno di questi telescopi intelligenti che fan tutto loro. Pensa che roba, mi dico, posso catturare l'immagine di qualsiasi oggetto dal giardino di casa senza sbattimenti vari tipo settare la montatura, bilanciare, mettere a fuoco, elaborare ecc. E allora vedo me, finalmente sul divano, con una birretta in una mano, il cellulare sull'altra, che aspetto l'immagine che si formi sullo schermetto e intanto magari scrollo reels su iutub o instagra con la panza scoperta( che immagine orribile).

Cosa cambierebbe dal cercare le immagini di quegli oggetti direttamente su google? Oppure guardarle su una mappa stellare del cellulare? Qual è la reale distinzione?
Chi lo ha per cosa lo utilizza? Perché lo ha preso? E cosa ci trova di bello? Di mio, oltre all'immagine su descritta, non riuscirei a immagine altro utilizzo, ma ho una mente limitata.

Non mi permetterei mai di criticare le scelte altrui, ma davvero non riesco a capire cosa ci possa essere di bello e utile. Al limite posso capire il modello con oculare elettronico, che simula una classica osservazione ( egraziarca, son visualista...), ma gli altri modelli che ti mandano la fotina che loro hanno fatto... bòh, non capisco.

Schermi sereni,

kapp

Io ho acquistato il Seestar S50 a febbraio, dopo averci pensato un bel po'.
Ho altri telescopi, vedasi la firma in fondo al post...
Ma la foto deep sky non riuscivo a realizzarla.
Ho provato col C8, telecamera e Sharpcap in live stacking. Ma sempre dei problemi, a parte pochi oggetti perdevo solo tempo.
Il mio cielo è da periferia, diciamo Bortle 6. Vedo stelle fino alla 4° magnitudine, quando va bene...
Non ho voglia di spostarmi alla ricerca di cieli bui, sono abbastanza pigro.
Sopratutto la sera/notte.
Se di giorno non ho problemi a spostarmi anche di molto per osservare il Sole, la sera non ho proprio voglia.
Non parliamo delle sere durante la settimana, dovendo alzarmi presto non me la sento e la sera sono stanco morto.
Quindi su questi punti il Seestar è perfetto.
All'inizio pensavo che ci potesse essere il trucco, magari il telescopio automatico ti rifilava un'immagine farlocca presa da internet.
Ma vedendolo all'opera mi sono ricreduto.
Ora con gli aggiornamenti dell'app hanno inserito la rimozione intelligente del rumore e a me non piace molto come idea. Quando si inizia con l'IA non si sa più dove è l'originalità della foto.
Ed infatti io utilizzo ancora una versione di febbraio dell'app... :facepalm:
Anche se la funzione mosaico mi tenta a fare un'aggiornamento, ma devo resistere :?

Riguardo al fatto della foto che è l'ennesima versione della tal nebulosa,
credo per qualunque foto vale la stessa regola.
Dalla foto al cratere lunare o al Colosseo a Roma, si potranno solo fare ennesime foto che si possono trovare tranquillamente su internet.
Ma allora perchè le facciamo?

B&W ha scritto:
Secondo me, oltre al discorso (soggettivo) della comodità, ci può essere che è comunque “live”, nessun processig particolare potenzialmente artificioso (spero) e se le vuoi salvare ed archiviare non devi dar conto a nessuno: sono tue. Un sussidio insomma, proprio per quei momenti in cui sei a casa e vorresti osservare ma hai poco tempo e/o poca predisposizione a montare ecc ecc…

Di contro, oltre a tutto il resto dei pregiudizi (anche fondati eh) penso che i limiti di apertura e focale probabilmente ti porteranno ad esaurire velocemente gli oggetti che possono dare qualche soddisfazione…

In definitiva, paradossalmente, penso che siano strumenti potenzialmente più appetibili per i visualisti che per i fotografi…che dal lato puramente digitale siamo largamente più esigenti e facilmente con i risultati andiamo in conflitto.

Il mio misero contributo.

Sicuramente arriverò al punto di avere fotografato tutti gli oggetti alla portata del Seestar, ma credo ci voranno diversi anni, tra il meteo e il tempo libero. E comunque anche per astrofotografi che utilizzano strumentazioni da migliaia di euro e diametri ben maggiori, arriva il momento che non hanno nuovi bersagli.
Per alimentare nuovamente la passione si passa quindi alla ricerca, magari con l'astrometria o la fotometria.
Già ora altri utenti del Seestar stanno provando in questi campi.

Per chi ha già esperienza col cielo trovo che un telescopio smart sia un buon abbinamento al prorpio strumento, prorpio perchè permette di fotografare oggetti che magari non sarebbero mai stati presi in considerazione per le molte problematiche in gioco.
Di contro, non lo vedo uno strumento per neofiti che poco hanno a che fare col cielo. Si perde la soddisfazione nel raggiungere traguardi che si credevano fuori dalla prorpia portata, oltre al fatto che si devono apprezzare e capire le foto che il telescopio scatta. Se una persona mastica poco di astronomia non capirà mai una foto ad una nebulosa planetaria, anche se la vede sul tablet.

Lorenzo

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C8 con Lumicon Sky Vector 1
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 Oggetto del messaggio: Re: Sugli smart telescopes
MessaggioInviato: sabato 14 dicembre 2024, 14:08 
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Iscritto il: sabato 11 febbraio 2006, 12:43
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Secondo me noi pensiamo da astrofili "di una volta", con una concezione dello strumento e dei risultati che può dare abbastanza specifica. Insomma penso che non siamo "noi" (astrofili classici) il target di questi strumenti, con le dovute eccezioni.

Penso siano rivolti più a chi "homo cellularensis" e "homo socialis", che dopo essersi fatti i "serfi" in ogni parte del mondo, o mentre erano arrampicati sulla guglia maggiore del duomo di Milano, voglia un qualcosa di "connesso" che possa ritrarre un qualcosa di nuovo e "originale" (per loro), da pilotare con la loro estensione corporea (il cellofono... e che avevate capito? :mrgreen: ) e senza troppi sbattimenti, visto che i social sono veloci e quindi lo devono essere anche le cose che si postano.
In breve, un nuovo giocattolone, ma col pregio di far ricordare a chi lo compra che sopra le loro teste esiste Il Cielo.

Relativamente alla loro utilità divulgativa, penso siano fantastici, nella mia associazione stiamo pensando di prendere un seestar; girando per le scuole/piazze del milanese il deep (anche quello facile) non è per nulla facile, ci stiamo mettendo una pezza usando il mio apetto da 80 con l'asi585mc che inquadra un campo sufficientemente esteso (sufficienza risicata, diciamo un 6-), con persona sempre sul portatile a verificare live stacking, gain, esposizione, ecc (portatile poi collegato a monitor gigante nelle classi o aula magna o proiettore), mentre l'altro strumento che punta La luna o i pianeti da molti meno problemi (fatto il set iniziale, lo si lascia lì a inseguire, mentre proietta l'immagine su altro monitor).
Il seestar ha una focale (relativamente al suo sensore) ottima per gestire il deep facile (concordo con chi ha detto che tanto in divulgazione, gli oggetti puntati sono quasi sempre gli stessi), non ha bisogno di laptop et simila.
Insomma sarebbe un ottimo complemento per i deep, che libererebbe l'80ino + 585 per la Luna (si riesce ad inquadrare quasi l'intero disco) e il C8 fisso su qualche pianeta.

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Newton: Barile 400/1830 mm; Obice 200/1650 mm; Bidoncino 114/1300 mm solarizzato. •• Rifrattori: Nano apo 80/480 mm; Milo acro 76/1400 mm; 60ino acro 60/700 mm. •• Catadiottrici: C8 xlt. •• Binocoli: Docter Aspectem 40x80 ED, William Optics 22x70 ED, Vixen Ultima 8x56, Nikon Action EX 16x50, Canon 10x30 IS II, Vortex Vanquish 8x26, Ibis Horus 5x25, Pentax Papilio 6,5x21, Orion 2x54.


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 Oggetto del messaggio: Re: Sugli smart telescopes
MessaggioInviato: sabato 14 dicembre 2024, 15:55 
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Ma io faccio una semplice considerazione: tutte le complesse post elaborazioni che gli smart telescopes fanno tramite algoritmi informatizzati dai progettisti restituiscono immagini di oggetti deep " come dovrebbero essere" o come invece in realtà sono al momento della ripresa? Differenza importante, che implica una certa soggettività di vedute, per cui una postelaborazione delle immagini potrebbe in realtà essere il risultato di ciò che pensa debba essere il progettista del software, e non la realtà, vale a dire che anche gli oggetti deep non sono immutabili nel tempo, anche se di poco.


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 Oggetto del messaggio: Re: Sugli smart telescopes
MessaggioInviato: sabato 14 dicembre 2024, 16:01 
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Angelo Cutolo ha scritto:
Secondo me noi pensiamo da astrofili "di una volta", con una concezione dello strumento e dei risultati che può dare abbastanza specifica. Insomma penso che non siamo "noi" (astrofili classici) il target di questi strumenti, con le dovute eccezioni.

Penso siano rivolti più a chi "homo cellularensis" e "homo socialis", che dopo essersi fatti i "serfi" in ogni parte del mondo, o mentre erano arrampicati sulla guglia maggiore del duomo di Milano, voglia un qualcosa di "connesso" che possa ritrarre un qualcosa di nuovo e "originale" (per loro), da pilotare con la loro estensione corporea (il cellofono... e che avevate capito? :mrgreen: ) e senza troppi sbattimenti, visto che i social sono veloci e quindi lo devono essere anche le cose che si postano.
In breve, un nuovo giocattolone, ma col pregio di far ricordare a chi lo compra che sopra le loro teste esiste Il Cielo.

Relativamente alla loro utilità divulgativa, penso siano fantastici, nella mia associazione stiamo pensando di prendere un seestar; girando per le scuole/piazze del milanese il deep (anche quello facile) non è per nulla facile, ci stiamo mettendo una pezza usando il mio apetto da 80 con l'asi585mc che inquadra un campo sufficientemente esteso (sufficienza risicata, diciamo un 6-), con persona sempre sul portatile a verificare live stacking, gain, esposizione, ecc (portatile poi collegato a monitor gigante nelle classi o aula magna o proiettore), mentre l'altro strumento che punta La luna o i pianeti da molti meno problemi (fatto il set iniziale, lo si lascia lì a inseguire, mentre proietta l'immagine su altro monitor).
Il seestar ha una focale (relativamente al suo sensore) ottima per gestire il deep facile (concordo con chi ha detto che tanto in divulgazione, gli oggetti puntati sono quasi sempre gli stessi), non ha bisogno di laptop et simila.
Insomma sarebbe un ottimo complemento per i deep, che libererebbe l'80ino + 585 per la Luna (si riesce ad inquadrare quasi l'intero disco) e il C8 fisso su qualche pianeta.


Io, Angelo, devo essere l'eccezione :think:
Non sono per niente cellofono, il mio telefono è del 2017... e per usare il Seestar ho preso apposta un tablet.
Non fotografo per postare all'istante il risultato, lo faccio per avere una "collezione" di foto mie.
Come è per la mia raccolta di osservazioni di stelle doppie.
E come credo sia per la maggior parte di astrofotografi, che utilizzano strumentazioni dalla macchina fotografica semplice fino al telescopio in cupola. A parte chi fa ricerca e non cerca il risultato cosmetico nell'immagine.

Credo che l'errore sia stato nella pubblicità dei primi smart telescope.
Venivano descritti come lo strumento ideale per uomini ricchi e svogliati che dalla loro villa con piscina potevano fotografare la galassia M51 per poi postarla ai loro amici, magari senza sapere cosa cavolo avevano ripreso.
Ancora oggi i telescopi intelligenti vengono visti come "giocattoli", anche se a tutti gli effetti sono ne più e ne meno simili alla strumentazione che utilizzano molti astrofili, con telescopi su montature go-to con plate solving e telecamera. Magari pilotati in remoto.
L'unica differenza è che con una spesa minore si hanno gli stessi vantaggi, naturalmente con i risultati livellati alla spesa sostenuta.

Lorenzo

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 Oggetto del messaggio: Re: Sugli smart telescopes
MessaggioInviato: sabato 14 dicembre 2024, 16:06 
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Zacpi ha scritto:
Ma io faccio una semplice considerazione: tutte le complesse post elaborazioni che gli smart telescopes fanno tramite algoritmi informatizzati dai progettisti restituiscono immagini di oggetti deep " come dovrebbero essere" o come invece in realtà sono al momento della ripresa? Differenza importante, che implica una certa soggettività di vedute, per cui una postelaborazione delle immagini potrebbe in realtà essere il risultato di ciò che pensa debba essere il progettista del software, e non la realtà, vale a dire che anche gli oggetti deep non sono immutabili nel tempo, anche se di poco.

Prima lo pensavo anche io, ma ad esempio il Seestar può salvare le singole immagini grezze e si possono sommare ed elaborare in esterna.
Se si ha fretta si può elaborare l'immagine grezza sommata dal telescopio, ma non elaborata dall'app.
Ora che nelle ultime versioni dell'app si intrufola l'IA la vedo dura ad avere vere immagini grezze. Ma spero di sbagliarmi.

Lorenzo

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 Oggetto del messaggio: Re: Sugli smart telescopes
MessaggioInviato: domenica 15 dicembre 2024, 18:01 
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Lorenzo C8 ha scritto:
Io, Angelo, devo essere l'eccezione :think:

E sicuramente non sarai l'unica eccezione.

Lorenzo C8 ha scritto:
L'unica differenza è che con una spesa minore si hanno gli stessi vantaggi...

E non è una differenza da nulla, però devi essere già uno "imparato" e con la voglia di smanettare (quello che appunto definisco un astrofilo "classico"), perché con quanto richiesto da uno smart-telescope, puoi mettere insieme un setup sicuramente più performante.

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