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Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: Test Ottica Commerciale
MessaggioInviato: domenica 19 agosto 2007, 20:26 
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Iscritto il: sabato 7 luglio 2007, 22:29
Messaggi: 149
Un saluto a tutti,
Sto approntando un tipo di studio, che nella fase preliminare prevede l’interpretazione di test ottici esclusivamente di origine commerciale ( Meade, Celestron, Orion, ecc ). L’obiettivo è di costruire un modello fisico-matematico, rappresentativo della meccanica di asportazione del truciolo nella lavorazione ottica di produzione industriale e da lì successivamente, stabilire gli accorgimenti idonei per un modello che inglobi la soluzione più idonea per evitare difetti tipici di lavorazione. I tempi saranno molto lunghi. Ho cominciato la fase “ acquisizione dati “ prelevando dal web quanto potessi riuscire, concentrandomi prevalentemente verso ottiche comuni: specchio primario parabolico. Scegliendo primari con diametri superiori ai 300 mm, questo perchè a mio avviso la tecnologia utilizzata nella lavorazione pone maggiormente in evidenza i propri limiti, “traslandoli” a livello pratico sul prodotto finito.

Giorni fa mi ero imbattuto in questo link, ora non più disponibile:
http://www.astrotelescope.com/docs/lb16.html

C’era un test ottico abbastanza esaustivo, effettuato sul primario del Meade LightBridge 16”, in compenso nella home ora c’è questo:
http://www.astrotelescope.com/index_fr.html

non commento…

avevo comunque, salvato delle immagini:

Figura1 - contrasto di fase -

Immagine

Figura 2 - Foucault -

Immagine

Ciò che per ora mi interessa è: sia la qualità ( geometrica )del profilo ottenuto, sia il grado di levigatezza superficiale. Dalle immagini, si presume che per il test sia stata utilizzata una sorgente di luce policromatica, ipotizzando che le immagini siano state realizzate mediante sensore CCD, il grado di rugosità rilevabile è 0.2 - 3 micronmetri. Che difetti zonali ci sono? Che difetti di levigatura? Qual è l’entità di tali difetti?

Una mia idea me la sono fatta, voglio chiedere parere a voi e/o a quanti interessati. Ora, sono da poco iscritto al forum e ho partecipato poco con i miei post, tuttavia ho letto e leggo parecchio, anche vari topic del vecchio forum, fortunatamente disponibili in archivio, ho visto che ad esempio, se non erro utenti come Giuliano o Forma55, sono particolarmente efferati in materia, del caro massimoboe..purtroppo non c’è più nel forum.

Ringrazio anticipatamente tutti coloro che mi possano dare delucidazioni in merito.
Cordiali saluti,
Helio


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MessaggioInviato: lunedì 20 agosto 2007, 9:08 
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Iscritto il: giovedì 9 febbraio 2006, 19:35
Messaggi: 530
Località: Carpi (MO)
Ciao Helio

Prova a visitare questo sito se già non lo conosci.
http://rohr.aiax.de/
E' in tedesco che io non conosco, ma solo vedendo i test di specchi ti puoi rendere conto o meno della buona lavorazione di quello che hai visto tu.
Poi c'è anche questo tets molto significativo del prima e dopo correzione:
http://www.astrosurf.com/tests/test460/test460.htm#haut
Per quanto riguarda l'asportazione dei difetti di lavorazione per esperienza personale ti posso dire che quello che conta molto è il prodotto utilizzato per la lucidatura e anche il supporto dell'utensile lucidante.
Tutto quello che viene prima non credo che abbia bisogno di una grossa tecnologia, se non quella di asportare velocemente il vetro e di fare la curvatura desiderata che si avvicini alla quella finale.
Maurizio F.

_________________
tripletto apo 155 f. 7 a contatto
oculari clave': 5,6,8,12,16,20,25,35,45
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erfle 40mm, wide scan II 30mm, leica 14mm wa
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MessaggioInviato: lunedì 20 agosto 2007, 14:09 
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Iscritto il: sabato 7 luglio 2007, 22:29
Messaggi: 149
Ciao Maurizio,
Ho letto spesso e volentieri i tuoi post e altro in giro per il web! Complimenti per le tue competenze che riesci a esplicare sul piano pratico e che ammiro, non nascondo con un pizzico di invidia! :wink: Quindi lieto è per me leggere proprio un tuo post di risposta nel topic da me aperto.

Il sito del signor Wolfang Rohr è ricco di materiale sicuramente interessante, come ad esempio i suoi report relativi ai primari della serie C della Celestron.
Ottima la tua segnalazione sul test presente in www.astrosurf.com , non conoscendo il francese sto spendendo un po di tempo nel tradurre e “nell’incrociare” con i riferimenti bibliografici e sitografici lì presenti, per non perdermi nulla e per approfondire così da poter stendere un’analisi obiettiva e sostenuta da dati validi.

Perfettamente in linea con te in merito alla tua considerazione sulla tecnologia di sbozzatura e sugli accorgimenti della fase parabolizzazione-lucidatura. Tengo a sottolineare che mi sto focalizzando esclusivamente sull’ottica commerciale di produzione industriale nel senso stretto del termine. Tu hai ragione, e ha supportarti c’è la tua competente esperienza e conoscenza, ma parlando di ottica commerciale c’è da precisare un particolare non da poco: il compromesso velocità di produzione-qualità, influenzato dai desiderati e dovuti bassi costi di produzione, e dai loro modelli ottimizzanti dei margini di profitto. Il costruttore amatoriale, competente, che non ha vincoli di tempo dettati da motivi di produzione, scevro insomma, da tutti quei vincoli con cui devono fare il conto le fabbriche, riesce a realizzare un prodotto finito, che in diversi casi, presenta una correzione, una qualità ben superiore all’ottica commerciale, a parità di diametro, focale, ecc. Con la fase di sbozzatura, come giustamente hai precisato, si asporta il truciolo al fine di avvicinarsi al profilo di progetto ,preparandolo alla fase di pre-lucidatura e parabolizzazione-lucidatura e ok, ma mentre l’autocostruttore e anche credo, nei casi di produzione artigianale, i tempi “gestibili” sono più lunghi, tutti i difetti apportati, possono essere “ tranquillamente” e scrupolosamente corretti, diminuendone l’entità. A mio avviso e correggimi se sbaglio Maurizio, in fabbrica, la fase di lucidatura, detto un po’ diretto e rozzamente, si “ becca”, quello che gli arriva dalla fase di sbozzatura e “ lì “, non tornano indietro con grane più grosse, poi riprendono con la grana più piccola ecc.., o non cambiano in continuazione settaggi per correggere errori zonali dovuti, visto che fanno tutto a macchina, ai vizi che i dispositivi sicuramente hanno e di conseguenza introducono sul profilo. Quello che voglio dire è che anche a parità di prodotto ottenuto dalla sbozzatura, in un caso la sbozzatura ha influenza nell’altro di meno perché poi “ te la puoi giocare” con la lucidatura. A livello industriale devono produrre tot al mese: per inserire il prodotto finito, sul mercato concorrenziale con un preciso valore di mercato, la singola lavorazione DEVE avere tempi ben precisi, su questo non ci sono Santi che tengano!

Sai, quando leggo “ bello quello specchio, nuovo è un occasione imperdibile! “, a me personalmente mi si alzano le antenne! Poi mi faccio un giretto nel web e vedo: “ primario LightBridge 16” in offerta ”, poi leggo nel dettaglio: “ costo primario Meade 16” + costo correzione = ….“ :? e dentro la mia testa “…= chi meno spende + spende! “ , quello che costa è quello che vale, questa ovviamente è una considerazione personale!

Ti ringrazio per la tua gentilezza,
cercherò di postare qualcosa al più presto!
Ciao,
Helio


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MessaggioInviato: sabato 25 agosto 2007, 1:27 
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Iscritto il: sabato 7 luglio 2007, 22:29
Messaggi: 149
L’autore del test, affermava che la “ ri-correzione “ da lui apportata, era vincolata dalla natura del vetro in lavorazione: BK7, secondo lui troppo “ morbida “ per un’efficace operazione di politura atta ad ottenere risultati maggiormente soddisfacenti,e che quindi partendo dall’ottica originale, più di così non poteva fare.

Il coefficiente termico di dilatazione per il BK7 è 7.5 x10-6 mm/K;
Mentre ad esempio per il Pyrex 7740 si ha 3.25 x 10-6 mm/K e per il Zerodur 0.02 x 10-6 mm/K.
Il BK7 è molto utilizzato nella lavorazione ottica soprattutto per la realizzazione di lenti.

In generale, la lavorazione prevede, lo sfregamento tra due superfici a contatto attraverso materiale abrasivo, in tale operazione è generato calore, che causa deformazioni di una certa entità: la massa di vetro mantiene una quantità di calore inducendo temporanee deformazioni. La conseguenza è l’introduzione di un tempo di raffreddamento e quindi di attesa ogni volta che deve essere fatto un controllo di lavorazione.

Partendo da blank in vetro pyrex o duran, si possono avere quindi, vantaggi di tempistica nella lavorazione, rispetto a vetri a più alto coefficiente di dilatazione termica ( es.: BK7 ) .
Tuttavia, c’è da precisare che, ciò non toglie la possibilità di ottenere delle superfici concave, della stessa bontà ottenute con vetri a basso coefficiente di dilatazione termica, usando vetro BK7 o anche vetro comune: in quest’ultimo caso la lavorazione necessita di una maggiore “ scrupolosità” e “ tranquillità”. Insomma, più il vetro è a basso coefficiente di dilatazione termica, minore è il tempo di lavorazione.

Si può pertanto già trarre una piccola conclusione: partendo dal vetro pyrex 7740 ( o Duran50 ), a parità di tecnica, tecnologia e tempi di lavorazione, si hanno buone probabilità di ottenere un primario parabolico qualitativamente superiore rispetto a quello di vetro BK7.

L’autore del report aveva anche affermato che, nei tre centimetri dal bordo, il profilo è corretto a λ/3 ma, diaframmando a 330 mm, la correzione è di λ/17. Sottolineo che l’autore, precisando di sperare di essere stato il più obiettivo possibile, in possesso dell’ottica nuova, originale e ricorretta la metteva in vendita, ma questa è un'altra storia..

Insomma, circa un terzo della superficie disponibile è “ pentolame” anche, a seguito della correzione, rimanendo alle sue conclusioni.

Secondo me, ci sono evidenti difetti di forma presenti nella zona di corona circolare compresa tra circa R = D /4 e R = D/2 e orlo ribassato.

Immagine

I difetti di forma, presentano una certa continuità secondo traiettorie circolari, aventi per centro quello dello specchio: si deduce che tali difetti siano stati introdotti dal moto periodico dell’utensile che lavora sul blank. Quindi influenza dovuta a determinate scelte: diametro utensile, tipo utensile, tecnologia gruppo utensile, corsa utensile impostata, traiettoria utensile rispetto alla superficie del blank,e tempi di lavorazione.
Tali difetti zonali, potrebbero essere stati introdotti nella fase di pre-lucidatura e non eliminati in seguito o ridotti in modo non opportuno, oppure introdotti nella fase di lucidatura. Su questo, in assenza di altre informazioni non si può dire nulla, anche se…

Ciò, che si può affermare con certezza è la presenza di tali difetti e che tecnicamente potevano essere eliminati, con opportune lavorazioni successive.
Questa fase avrebbe introdotto certamente un tempo da sommare alla durata di lavorazione industriale della singola ottica, con tutte le conseguenze del caso.

Saluti,
Helio


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MessaggioInviato: sabato 25 agosto 2007, 16:44 
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Iscritto il: giovedì 9 febbraio 2006, 19:35
Messaggi: 530
Località: Carpi (MO)
Il BK7 io non l’ho mai utilizzato, ma so che è un ottimo vetro per fare rifrattori, per fare specchi mi sembra un po’ sprecato.
Molto probabilmente chi lo utilizza per fare specchi lo fa perché è un vetro che costa molto poco (intorno ai 20,00 € al chilo) e si trova anche in blocchi di grosse dimensioni.

Per quanto riguarda la correzione dei difetti dello specchio che hai messo, l’ultima possibilità è quello di lavorarlo a mano e con liquidi per superlucidatura.
Perché soltanto a mano puoi fare una grande diversità di movimenti, a meno che non si disponga di una macchina ad altissima tecnologia in grado di fare tali e tanti movimenti diversi che ti compensa gli errori periodici.
Così però non siamo più nella concezione di produzione industriale, ma in quella di produzione di qualità.
Maurizio

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