Eccoci qua, a distanza di qualche mese ( e con un pò di ritardo) a riprendere il topic. Durante questi mesi ci sono state tante novità, così come tante conferme dei calcoli precedentemente affrontati. Il telescopio è ormai in mio possesso dai primi di Giugno e a pochi giorni dal suo arrivo, io e Davide, abbiamo fatto la prima luce del mio RPastro da 16". I calcoli eseguiti, le misurazioni e le due/tre notti passate a scervellarci si sono rivelate immensamente utili.
Cominciamo dalla distanza piano focale-secondario:
La distanza del piano focale dal secondario che avevamo preventivato era di 296mm, la distanza reale è di 293mm!! Direi che 3mm di errore su una lunghezza focale di 1800 è un gran bel risultato. Tra l'altro, la focale reale non è neanche di 1800mm tondi tondi, bensì di circa 1795-96 mm ( misurata più volte da noi stessi), cosa di cui avevamo tenuto conto quando abbiamo effettuato i calcoli per determinare la distanza del piano focale dal secondario. E questo è il primo colpaccio andato a segno!
Riguardo al paracorr, c'è stata un pò di incertezza in fase di calcoli, così come abbiamo poi riportato qui sul topic. Incertezza poi sfumata grazie a dei test da noi effettuati circa la proiezione del piano focale originale una volta inserito il paracorr type 1 nel treno ottico, che, in definitiva, è di circa 55mm dalla top lens del paracorr stesso. Inoltre, le istruzioni del paracorr indicano quale sarebbe la giusta posizione del tunable top ( 5 posizioni) per ogni oculare utilizzato. Peccato però che, ovviamente, le uniche indicazioni riguardano gli oculari della TeleVue stessi. Attualmente possiedo vari oculari della ES della serie da 82° e facendo dei piccoli test su quale dovrebbe essere il loro giusto settaggio, mi sono reso conto che, in realtà, non noto grandi differenza tra una posizione e l'altra utilizzando lo stesso oculare. Motivo per cui utilizzo tutti gli oculari a mia disposizione sullo stesso settaggio.
Aggiungo che, seppur la serie 82° degli oculari della ES vengano riportati come parafocali, in realtà mi ritrovo a dover rifare il fuoco ad ogni cambio di oculare, anche se si tratta di focheggiare davvero poco.
Aggiungo che le istruzioni del paracorr ripprtavano un backfocus che andava dai 9,5mm ai 19mm. Ebbene, con gli oculari in mio possesso, il backfocus necessario è di circa 10-11mm. Quindi mi rimangono circa 16-17mm in intra fino alla battuta, contro i 5 mm residui in intra preventivati.
Ma la soddisfazione più grande e causa delle mie ansie era la dimensione del secondario. Come precedentemente detto, avrei scelto un secondario da 70mm..e così è stato. Motivo della mia inquietudine era il campo di piena luce davvero limitato, problemi nella collimazione e possibilità di incorrere in un secondario con bordo non perfettamente piano. Cominciando dall'ultima delle tre piaghe, direi che mi è andata bene: non ho effettuato nessun test su banco ottico per valutare la bontà della qualità del secondario ma, facendo tutte le prove del caso, non c'è nessun sintomo che possa indicare un qualche difetto sui bordi del secondario. Sospiro di sollievo
La collimazione che tanto mi spaventava si è invece rivelata oltre modo semplificata: un secondario così piccolo implica che il riflesso del primario nel secondario è molto molto vicino al bordo del secondario, il che mi consente di centrarlo con molta precisione pur non utilizzando accessori per la collimazione. Yesss
Il campo di piena luce senza paracorr è di 5,05mm mentre con paracorr 5,81mm...ben al di sotto dei 12mm consigliati su alcuni testi ed informazioni trovate qua e là su internet. Tuttavia, sfruttando il magnifico calcolatore di Mel Bartels, ci siamo tranquillizzati notando che, seppur il calo di luce fosse presente, non era abbastanza da essere osservabile in visuale. Secondo il calcolare, il calo di luminosità ai bordi doveva essere di circa 0,3/0,35 magnitudini. In effetti, sfruttando oculari a lunga focale e largo campo apparente ( se non ricordo male il nagler da 30mm 100°), il calo di luminosità non era percettibile. Abbiamo provato su stelle luminose messe prima al centro del campo e poi decentrate a bordo campo, ma niente. Abbiamo fatto la stessa cosa con stelle appena percettibili al centro del campo per poi decentrarle, ma nessun calo di luminosità.
Insomma, tutte le considerazioni e misurazioni minuziosamente eseguiti hanno dato i loro frutti. Un grazie infinito va a Davide che, con le sue conoscenze e competenza, mi ha aiutato tantissimo nella definizione di quel che attualmente è il mio telescopio, un gioiello.
