seguendo quanto detto da Fabio, direi che l'errore parte proprio a monte nel parlare di ingrandimenti.
immaginate un 20X80 con 70° di afov, mi da un fov di 3,5°.
se voglio ingrandire metà del campo fino a fargli occupare tutto l'afov, avrò bisogno di 40X.
se voglio ulteriormente portare metà del campo a tutto l'afov, avrò 80X
e via dicendo 160, 320 etc..
l'effetto psicologico è simile ai vari balzi, ma la differenza fra 160X e 320X in termini di potenza (come la stiamo intendendo in questa discussione) è molto diversa..
personalmente, grazie al binocolo, ho cominciato a ragionare in termini di afov e fov, che poi sono i concetti sottostanti a quello di ingrandimento.
il termine ingrandimento è un termine riassuntivo che va sempre considerato insieme al campo reale, che spesso è indicato sui binocoli, cosi come il campo apparente è indicato sugli oculari dei tele.
che poi grossolanamente è ciò che si fa nel quotidiano, nel senso che se chiedi al venditore (o altri) quanto è potente l'oggetto, non ti risponde 20X (anche perchè c'è gia scritto..

) ma ti risponde "con questo inquadri una targa a un km di distanza".
prendi due 10X50, uno con fov di 5° e uno con fov di 7°, qual'è il più potente?
i gradi di campo a disposizione sono da considerarsi potenza anche loro?
per inciso, con potenza di un binocolo accademicamente si intende il prodotto fra ingrandimento e diametro, quindi avremo che un 15X70=1050, ma anche che un 17X60=1020, quindi meno potente pur se con più ingrandimenti.
gli ingrandimenti cerco di selezionarli in modo da vedere un oggetto in un campo doppio rispetto al suo diametro, uguale al suo diametro, e metà del suo diametro. Ovviamente nel campo dell'hi-res, saturno e microscopia ad esempio, si torna a parlare di ingrandimenti perchè il campo reale passa a valori di scala più bassa.
in pratica, supponendo un afov di 80°, setterò gli ingrandimenti in base al campo reale che voglio avere, e quindi in base al dettaglio che voglio vedere dell'oggetto che sto osservando.
venedo al campo astronomico nasce però un'interessante riflessione, che chi è più addentro alla materia potrà se vuole sviluppare.
Si legge spesso che m13 è godibile a 150X.
Perchè? perchè a 150X fa un bel quadretto nel cielo o perchè a 150X raggiungo le magnitudini necessarie?
e qui lo spunto: un grafico che indichi l'andamento delle magnitudini in base all'ingrandimento utilizzato (come sottolineato da Ivan) e in parallelo un grafico che indichi il campo reale ai vari ingrandimenti, assumendo un afov fisso a 80°.
In pratica sarebbe interessante indagare il rapporto magnitudini/campo reale, e vedere come cadono almeno i "soggetti" più famosi (andromeda, pleiadi, doppio, orione, presepe, ercole, etc.)
altro spunto interessante sarebbe inserirvi la capacità di lettura, quindi il diametro dell'obiettivo minimo accettabile (sorvolo sulle altre variabili legate alla qualità etc..) nelle varie configurazioni.
ovviamente queste sono riflessioni personali, la domanda iniziale mi sembra però gia si sia biforcata inevitabilmente: per potenza (ma potremmo anche dire per ingrandimento, i termini sembrano una tautologia) si intende magnitudine limite (che chiama in campo il diametro) o campo reale a 1000mt (che chiama in campo l'afov)?
scusatemi se sono contorto, in realtà non è che abbia le idee chiare su questi punti, ma presentare come la vedo sicuramente aiuterà a correggermi/migliorarmi..

EDIT: ad esempio m'è appena venuto in mente che m13 a 150X viene "risolto" e mi sono nate ulteriori considerazioni, ma il senso non cambia, la risoluzione potremmo accostarla al campo reale...