Il 23 settembre ho fatto una capatina sul
Monte Stella nel pomeriggio e rimasto fin dopo il tramonto.
Dalla "vetta" (è alta 53 m
) si gode un bel panorama della città e mi sono messo a fare il "guardone" verso i nuovi grattacieli, durante il giorno per verificare soprattutto la nitidezza dell'immagine, ad esempio la riconoscibilità degli ambienti interni attraverso le vetrate (illuminate e riflessate variamente dal Sole), la trama del cladding e i particolari architettonici.
Il panorama è simile a quello che si vede quà (con gli edifici orientati diversamente).
Allegato:
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In questo ambito è stato un banco abbastanza probante e decisamente molto probante riguardo i riflessi e il cromatismo.
Col Sole ancora sopra l'orizzonte (anche se basso, visto che erano le 16:30), si è confermato ulteriormente l'ottima nitidezza sull'asse ottico, si riuscivano a distinguere gli ambienti interni degli uffici (scrivanie, arredi e qualche persona), nonostante la "velatura" del Sole sulla superficie dei vetri, immagine che già si faceva un tantino più confusa dopo il 40% del campo (stimato, in ogni caso la "confusione" cominciava sicuramente prima della metà del campo).
In caso di riflessi di luce diretti verso il binocolo dalle facciate dei palazzi, facevano capolino un po di sparkle colorati visibili appena fuori dal centro del campo (azzardo a partire dal 20/25% del campo).
Dopo il tramonto e con gli edifici internamente ben illuminati (come nell'immagine allegata più sopra), ovviamente questi si distiguevano perfettamente, portando la massima nitidezza di nuovo attorno al 50 % abbondante del campo (come scritto più sopra) e l'immagine "utile" intorno al 75%.
Come dicevo il binocolo si è rivelato una sorpresa positiva (per uno da 250 €) per il contenimento dei riflessi, infatti anche incrociando i diversi luminosissimi "led-wall" pubblicitari, l'immagine è rimasta sempre pulita e senza velature da riflesso; ho anche (in mancanza della Luna) fatto la prova con una delle fotoelettriche di un centro sportivo (vedere la lampadona al centro dell'immagine), mantenendola appena fuori dal campo e si vedeva solo una tenue lama di luce veramente poco fastidiosa quando la sorgente veniva posta lateralmente (a dx o sx fuori dal campo), invece si rinforzava un pochino se la sorgente la si poneva al di sotto.
Ho anche approfittato per la prova sotto il cielo, intorno alle 17:45 (prima di ridiscendere dal monte
), ho puntato in sequenza un basso Venere, poi Saturno e infine Giove. Prima di tutto devo dire, che con la schiena ben poggiata su un albero, gambe un po larghe, monopiede tenuto con due mani, ben regolata la sua altezza e appoggiato sul petto, per un buon minuto, si riescono ad osservare i pianeti in maniera abbastanza "ferma", dopo questo tempo è necessario rilassarsi un attimino e rifare la "procedura di puntamento".
Su Venere si distingueva nitidamente la fase, io so che questa è più o meno al 50%, ma il terminatore mi sembrava appena appena arcuato, dando la percezione della tipica falcetta; su Saturno si riconosce il classico pallone da rugby, ma nessuna traccia di anse e nulla che mi facesse riconoscere che ci fosse un disco contornato da un anello (cosa invece ben visibile sia nel 22x70 che nel 30x80); su Giove una palletta luminosa pressocchè a tinta unita (bande principali nemmeno per finta) e visibili i medicei (3 su 4) due vicinissimi (quasi affogati nel bagliore del disco del pianeta) uno ad est e uno ad ovest, più o meno equidistanti dal disco e uno ben più lontano ad ovest del pianeta, il quarto me lo sono perso (troppo vicino).
Saturno a parte, gli altri due li ho usati per le prove di definizione dell'immagine, infatti sul Venere, la fase era ben riconoscibile fino ai due terzi del campo (il terminatore arcuato l'ho percepito solo sull'asse ottico o poco più in là), poi mi diventava una palletta luminosa, cromatismo percepibile già dopo il primo quarto di campo (25%), fastidioso dopo il 50%, molesto dopo il 65%, mentre su Giove ho percepito i due satelliti più vicini fino al 40% del campo, oltre, sono stati inglobati dalla luce del disco del pianeta (il cromatismo principalmente a contribuito "allargando" l'alone), mentre il satellite più lontano l'ho percepito fino all'80, forse 85% del campo, poi le aberrazioni hanno mischiato tutto.
In definitiva lo strumento mi ha soddisfatto anche dopo il tramonto, anche se il suo uso non sarà sul cielo (come detto, lo userò soprattutto in diurno itinerante), lo proverò sulla Luna, su oggetti come le Pleiadi per vedere di che forma mi fa le stelle e riprovarlo sui pianeti ma su un ben più stabile treppiede, giusto per capire fin dove può arrivare l'ampiezza del campo con una immagine ancora "utile".