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Autore Messaggio
MessaggioInviato: venerdì 18 dicembre 2015, 9:47 
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Iscritto il: lunedì 26 gennaio 2015, 10:26
Messaggi: 16
Località: Busto Arsizio
Vorrei capire una cosa, molto teorica: il concetto di ingrandimento.

Perché ogni oggetto nel cielo ha la sua dimensione angolare, che è influenzata dalla dimensione dell'oggetto da osservare e dalla sua distanza dal punto di osservazione (in campo astronomico, la Terra).

La formula di calcolo della dimensione angolare è parecchio semplice: (206.265 x diametro fisico dell'oggetto) / distanza dell'oggetto

Con questa formula, ad esempio, applicandola alla Luna abbiamo 206.265 x 3.474,2 (i km del diametro Lunare) / 384.399 (i km del semiasse maggiore, ossia la distanza media dalla Terra) il risultato che ne si ricava è 1.864, ossia la dimensione della Luna in arcosecondi che se divisi per 60 danno circa 31 primi di arco.

Ora applichiamo la formula a Marte in opposizione. Il diametro di Marte è di 6.779 km mentre la sua distanza (in fase di opposizione) è, e per praticità facciamo la semplice differenza dei due semiassi maggiori di Terra e Marte, 78.341.200 km. La formula che ne deriva sarà quindi 206.265 x 6.779 / 78.341.200 = 17,85 secondi d'arco

Se ho un telescopio che mi fa 180 ingrandimenti vedrò Marte grande 17,85 x 180 = 3.213 secondi d'arco? Ossia più grande di quanto appare la Luna se vista ad occhio nudo? :bino:

Oppure mi sfugge qualcosa? :look:


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MessaggioInviato: venerdì 18 dicembre 2015, 9:53 
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Iscritto il: lunedì 13 febbraio 2006, 9:53
Messaggi: 14851
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
Grosso modo e' cosi', tenendo sempre conto che la questione ingrandimenti e' valida solo per piccoli angoli

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MessaggioInviato: venerdì 18 dicembre 2015, 10:08 
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Iscritto il: venerdì 21 dicembre 2007, 13:49
Messaggi: 4574
Località: Roma / Amelia (TR)
Tipo di Astrofilo: Visualista
Le formule sono corrette (marte alla prossima opposizione supererà di poco i 18 secondi d'arco), le dimensioni nella percezione visuale risentono molto dei punti di riferimento intorno (non è un caso che la luna bassa nel cielo ci appaia ad occhio nudo molto più grande di quando è alta).

Basta osservare qualsiasi pianeta (ad esempio giove) con due oculari della medesima focale ma di campo apparente diverso (ad esempio un ortoscopico da 45° ed un UWA da 82°), la percezione delle dimensioni sarà differente anche se l'ingrandimento sarà assolutamente identico.

Infatti chiunque ha un minimo di esperienza nell'osservazione planetaria non ricerca il massimo ingrandimento ma il massimo potere risolutivo, che dipende dall'ottica dello strumento e dal seeing del momento.

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Ci sedemmo dalla parte del torto, visto che tutti gli altri posti erano occupati.

Dobson GSO 10" con Telrad - Celestron CPC800 - Meade ETX-70
Panoptic 24mm - FF 19 mm - Hyperion zoom 8-24 mm - Genuine Ortho 5mm - Barlow Televue 2X - Astronomik OIII
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MessaggioInviato: venerdì 18 dicembre 2015, 10:24 
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Iscritto il: lunedì 26 gennaio 2015, 10:26
Messaggi: 16
Località: Busto Arsizio
Fabrizio Sciacco ha scritto:
Oppure mi sfugge qualcosa? :look:
andrea63 ha scritto:
Basta osservare qualsiasi pianeta (ad esempio giove) con due oculari della medesima focale ma di campo apparente diverso (ad esempio un ortoscopico da 45° ed un UWA da 82°), la percezione delle dimensioni sarà differente anche se l'ingrandimento sarà assolutamente identico.

Infatti chiunque ha un minimo di esperienza nell'osservazione planetaria non ricerca il massimo ingrandimento ma il massimo potere risolutivo, che dipende dall'ottica dello strumento e dal seeing del momento.

Ecco, qualcosa mi sfuggiva, anche perché osservando un palazzo in lontananza con il mio binocolo Bresser Cobra 20x50 ed effettivamente non appare 20 volte più largo di quanto io lo veda ad occhio nudo ma, direi, al limite 3/4 volte.

Quindi se un astrofilo vuole avvicinarsi all'osservazione planetaria deve prendere in considerazione la ricerca del massimo potere risolutivo? Ok, grazie della risposta anche se ovviamente chiedo cosa si intenda per ciò e contestualmente chiedo cosa influenza ciò a livello di ottica.

Il "seeing del momento" cos'è, il fatto che l'oggetto si trovi alto o basso sull'orizzonte?


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MessaggioInviato: venerdì 18 dicembre 2015, 10:47 
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Iscritto il: venerdì 21 dicembre 2007, 13:49
Messaggi: 4574
Località: Roma / Amelia (TR)
Tipo di Astrofilo: Visualista
Anche tu parlando delle dimensioni della luna e del palazzo dici "appare", ciò che vediamo è il risultato di come il cervello elabora ciò che arriva dagli occhi.

Se osservi un pianeta, è vero che aumentando gli ingrandimenti aumentano i dettagli percepiti, ma la storia non continua all'infinito. In genere si assume che il massimo ingrandimento "utile" sia pari a circa il doppio dell'apertura del telescopio. Hai un rifrattore da 90mm? Conviene non andare oltre i 180X (90x2). Se ingrandisci ulteriormente vedrai il pianeta più grande, ma non aumenterai il dettaglio, anzi la visione di insieme peggiora (come ingrandire troppo a schermo una foto digitale).

Questo perchè il dettaglio percepibile (in termini di secondi d'arco) è funzione dell'apertura del telescopio (e in parte anche dello schema ottico).

Però c'è anche un altro fattore. Quando ingrandisci, amplifichi anche la turbolenza atmosferica ; questa ha in parte cause locali (squilibri termici dovuti al calore emesso dai tetti ad esempio) ma in parte è dovuto alle correnti ad alta quota, e varia da sera a sera e da luogo a luogo.
Si chiama seeing la maggiore o minore stabilità dell'immagine dovuta ai moti turbolenti

Questo fa sì che io ho un tele di 250mm di apertura ma non arrivo certo a 500X... normalmente sto fra i 150 e (nelle sere buone) i 250X.

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MessaggioInviato: venerdì 18 dicembre 2015, 13:48 
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Iscritto il: mercoledì 8 febbraio 2006, 16:41
Messaggi: 23667
c'è un piccolo "trucchetto" :D

guarda la luna stendendo il braccio e confrontala cone le dimensioni, per esempio, dell'unghia del tuo mignolo.
poi, mentre osservi marte a 180X al telescopio, fai la stessa cosa, allunga il braccio e, aprendo anche l'altro occhio, confrontalo sempre con la stessa unghia, sarà "sorprendente" :D

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MessaggioInviato: venerdì 18 dicembre 2015, 13:59 
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Iscritto il: lunedì 13 febbraio 2006, 9:53
Messaggi: 14851
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
Visto che parliamo anche di formule aggiungerei che la relazione ingrandimenti = f_telecopio/f_oculare e' una approssimazione che perde di senso velocemente al crescere della dimensione angolare dell'oggetto osservato e dell'ingrandimento.
Piu' vicina al vero (ipotesi di lente sottile) e' la seguente:
dimensione_angolare_risultante = 2*atan((f_telecopio/f_oculare)*tan(dimensione_angolare_originale/2))

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