Ciao, Antonio: Prendo atto e rispetto le tue preferenze, che sino a qualche anno fa erano anche le mie. Sulla questione osservazioni astronomiche da siti urbani ad alto IL sono stati versati fiumi di inchiostro e di caratteri digitali. Vorrei qui, tuttavia, aggiungere qualche nuovo approfondimento, che ho avuto appena modo di accennare nel topic precedente. Quando parlo di astronomia CCD non mi riferisco esclusivamente a riprese di valenza estetica, come molti di noi (me compreso) hanno abitudine di fare per soddisfare una esigenza di identificazione degli oggetti celesti con parametri estetici, come una bella fotografia od un quadro. Mi riferisco particolarmente a riprese con un minimo di valore scientifico, seppur nell'ambito delle modeste possibilità strumentali di ciascuno. In tale contesto, vorrei citare di seguito alcuni dei lavori effettuabili anche dalle zone cittadine con strumenti di un minimo di apertura , diciamo 15-20 cm, oggi alla portata praticamente di tutti, anche dei new entry. -Ricerca di SN -Fotometria di variabili, anche cataclismiche -Osservazione di Quasars di ridotto redshift e piuttosto luminosi, nonchè blazars delle stesse caratteristiche -Osservazione delle AGN (Active Nuclei Galaxies) e galassie di Seyfert per le quali il nucleo molto luminoso rendono facile l'osservazione anche da siti cittadini (faccio l'esempio di M106). -Spettroscopia di stelle luminose e di stelle BE, oltre, se possibile, anche degli altri oggetti precitati, con strumenti facili da usare come lo Star Analyser. -Ripresa di Nebulose planetarie, per coloro che possiedono strumenti con una sufficiente lunghezza focale , o che possono portarla ad almeno 2000 mm.Tale settore è, a mio avviso , quello dove la differenza tra cieli inquinati e puliti è minima, in quanto la ridotta estensione angolare di questi oggetti rende predominante, ai fini della loro osservazione , il seeing del momento.Da prove fatte da me su M57 tra riprese CCD da Roma ed Arcinazzo, in Ciociaria, a 1000 mt sl e a 90 km da Roma non c'era praticamente alcuna differenza qualitativa. -Osservazione di stelle doppie strette, e doppie fotometriche o spettroscopiche. -Riprese, come è ovvio, di oggetti del sistema solare, sole in special modo, nelle quali il seeing in genere più stabile delle città costituisce un elemento a favore. Tutto ciò, come è nelle premesse, richiede l'uso di una camera CCD con filtri appropriati e commisurati, se possibile, alla banda di emissione dell'oggetto da indagare. Mi spiego: se so che quella planetaria emette, ad es, nella regione dell'OIII e dell'Ha, dovrò usare un filtro UHC che fa passare eslusivamente tali bande, in modo più o meno stretto a seconda dei tipi. Circa il costo di una camera CCD new entry, occorre dire che negli ultimi tempi molte cose sono cambiate, e tali camere, che prima avevano un costo elevato, ora hanno un rapporto qualità prezzo ottimale.Sul mercato dell'usato, in particolare, non è difficile trovare camere di buona qualità a prezzi di 400-500 €. Io stesso ho venduto un paio di mesi fa una ottima Starlight SXVF 7 praticamente nuova a 500 €. Alcuni dei lavori precedenti sono peraltro effettuabili, seppure con maggiore difficoltà, anche con reflex digitali. Fin qui il contesto strumentale ed operativo.Sul piano, poi, della opportunità della effettuazione di riprese CCD cittadine, da casa, per intenderci, vorrei sgombrare il campo dalla falsa idea che siano inutili: io direi, invece , esattamente il contrario, per un motivo semplicissimo: esse soddisfano il criterio fondamentale della sistematicità delle osservazioni, spesso non rispettato in caso di osservazioni d fuori casa, spesso saltuarie ed occasionali.
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