Ciao Ares! Ultimamente sono un po' "sparito" sia perchè non ho avuto modo di osservare nulla, sia (soprattutto) per vari impegni. Leggendo un po' tutti gli interventi di questa discussione e basandomi sul po' di conoscenze di ottica acquisite negli anni e sulla mia stessa esperienza con il 60/700 posso dire che se nella posizione di miglior fuoco (credo sia chiaro cosa vuol dire) le stelle, ad alto ingrandimento, hanno la forma di una piccola croce si tratta di (FORTE) astigmatismo in asse. Sembra mostrarlo bene la fotografia che hai postato delle stelle del Trapezio di Orione, anche se secondo me è dovuto più all'ottica della macchina con cui hai ripreso (o era il cellulare, non ricordo?).
Per avere un riscontro più oggettivo di quanto vedi "a occhio" ti suggerisco di nuovo questa prova, che peraltro ti è stata consigliata già alcune volte in diversi interventi: punta una stella brillante ad alto ingrandimento, il maggiore di cui disponi (ti hanno giustamente consigliato la Polare che è quasi ferma in cielo, ma va bene qualsiasi altra se hai la pazienza di tenerla - è fondamentale - ben centrata nel campo dell'oculare), armati di carta e matita e prova a riportare con la massima precisione quello che vedi. Concentrati bene sull'immagine che sarà comunque molto piccola: per avere una ipotesi di lavoro di cosa potresti aspettarti guarda questa immagine.
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ARCTURUS_2015-04-09-1948_5-L-1_g4_ap38.jpg [ 19.81 KiB | Osservato 2183 volte ]
E' Arturo ripresa con una webcam all'equivalente di un fortissimo ingrandimento in uno dei miei due telescopi (non è un rifrattore ma da questo punto di vista non ci sono differenze) che soffre di un deciso astigmatismo: come vedi il dischetto centrale (disco di Airy) è contornato da 4 archetti a 90° piuttosto spessi anzichè da un debole anellino come dovrebbe essere. Ora, immagina di avere - al posto di più anellini concentrici - delle serie concentriche di 4 archetti come quelli dell'immagine: ottieni appunto una sorta di crocetta, mentre contemporaneamente il dischetto centrale si ingrossa divenendo a sua volta squadrato. Ma perchè accada una cosa del genere l'astigmatismo in asse deve essere davvero importante, mi sembra difficile - anche dopo uno smontaggio del doppietto e un accidentale rotazione tra loro delle due lenti - che possa succedere in un piccolo rifrattore a F10.
Per quanto riguarda la "stranezza" che riscontri osservando Giove io sono più propenso a credere che tu semplicemente non sia abituato alle differenti condizioni osservative. Mi spiego. Almeno una volta, anche dopo lo smontaggio e la pulizia del doppietto, hai osservato dettagli nelle bande: ricordo che ne scrivevi nell'altra discussione. Qui riporti una esperienza diversa che ti ha sorpreso, anche perchè osservavi il pianeta ad un'altezza maggiore: e quindi, in teoria, ti aspettavi condizioni osservative migliori. In realtà non è affatto detto. Così su due piedi, per esempio, posso ipotizzare che la spiegazione stia nel fatto che hai osservato in una sera limpida (dici che Giove era parecchio luminoso) e quindi, probabilmente, con grande agitazione dell'aria in quota. Può capitare che questa agitazione non faccia visibilmente deformare o tremolare l'immagine del pianeta ma lo renda comunque "impastato", in particolare abbassando anche molto il contrasto e facendo letteralmente sparire i dettagli più fini alla portata dello strumento che usi. E' capitato molte volte anche a me, perfino con il 60 mm: oltretutto Giove è particolarmente delicato in questo senso.
Il consiglio che mi sento di darti dopo tutto questo sproloquio è semplicemente: osserva spesso e con attenzione, fatti un bagaglio di esperienza. Anche a me è capitato di prendere per difetti del telescopio cose che in realtà erano dovute ad un seeing eccezionalmente cattivo: mi permetto un piccolo aneddoto.
Opposizione di Marte del 2012, che stavo seguendo con soddisfazione proprio con il piccolo 60 mm il quale - nonostante la grande distanza e quindi il piccolo diametro apparente del pianeta - mostrava facilmente i maggiori dettagli superficiali. Anche io avevo pulito il piccolo obiettivo del mio telescopio, con tutte le accortezze del caso; una certa sera, apparentemente buona dal punto di vista meteorologico, nel puntare il pianeta riuscivo a stento a metterlo a fuoco. Per un momento ho pensato di aver rimontato il doppietto al contrario, sapevo che questo peggiora l'aberrazione sferica la cui conseguenza è appunto un'immagine impastata e sfuocata; ho svitato la ghiera di ritenzione e invertito l'intero doppietto, e ho riprovato. Risultato ENORMEMENTE peggiore, imparagonabile a prima. OK, ho pensato, vuol dire che il problema non era nel telescopio e ricordavo bene di averlo rimontato correttamente. Ho puntato una stella (Regolo, lì nei pressi) e ho capito immediatamente come stavano le cose: in quota c'era una turbolenza talmente forte che l'immagine di diffrazione era "annegata" e sparpagliata su un'area confusa molto maggiore del normale, come se si guardasse al di sopra di un fuoco acceso.
Sono esperienze come questa (ne ho avute di analoghe con il 114/1000, ancora più sensibile alla turbolenza atmosferica) che adesso mi permettono di valutare con una certa sicurezza se il problema sta nel telescopio o nel cielo, e più spesso sta nel cielo. Armati di pazienza, prova e riprova: se quel che vedi in cielo non ti convince prova a verificare guardando qualche oggetto terrestre, qualche luce lontana per esempio.
... Ho scritto un romanzo, spero tu abbia la pazienza di leggere tutto e soprattutto spero sia chiaro. In gamba!
... edit: ecco, ho ritrovato la discussione contenente l'aneddoto di cui sopra, forse può essere utile:
viewtopic.php?f=9&t=69333