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Autore Messaggio
MessaggioInviato: martedì 2 maggio 2017, 21:34 
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Iscritto il: venerdì 27 luglio 2007, 23:20
Messaggi: 10628
Località: Milano
Tipo di Astrofilo: Visualista
in realtà si, ma non ho ancora guardato le foto :)

le "bolle" le vediamo in molti hanno un nome assurdo che fabio bocci (che le vede) riesce a scrivere e pronunciare ... io no :) le vedo da sempre

alla fine forse la mia prima diagnosi buttata lì era sensata :) (giusta non sappiamo)

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MessaggioInviato: martedì 2 maggio 2017, 22:42 
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Iscritto il: mercoledì 15 ottobre 2008, 17:01
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Località: Firenze
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
Miodesopsie? Sarebbero le cosiddette "mosche volanti". Normalmente sono nere. Ma hai avuto un distacco di vitreo? (Non di retina)?

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MessaggioInviato: mercoledì 3 maggio 2017, 9:00 
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Iscritto il: giovedì 6 novembre 2014, 18:31
Messaggi: 777
Si è vero, le miodesopsie sono nere e sembrano tipo dei pelucchi/moscerini che si spostano spostando lo sguardo, si vedono soprattutto su fondo chiaro come il cielo di giorno.
Se hai le miodesopsie di solito non è un problema grave, prima o poi lo incontrano quasi tutti, giovani o meno, tuttavia una visita dall'oculista è dovuta, deve controllarti il fondo dell'occhio per smentire che siano il sintomo di problemi più seri.

Comunque, a me la situazione al telescopio che hai descritto mi pare molto concisa e le foto che hai pubblicato confermano quello che hai descritto, le stelle paiono romboidali con quattro punte.
Da quel che so una stella completamente a fuoco, ad alto ingrandimento, dovrebbe risultare puntiforme.

Quello che ha descritto fabio è un tentativo da verificare che potrebbe risolvere il problema.

Cita:
Un tentativo potrebbe essere quello di allentare un poco l'anello che stringe le lenti. Va stretto quanto basta a far sì che queste non si muovano lateralmente e nulla di più.


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MessaggioInviato: mercoledì 3 maggio 2017, 9:10 
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Iscritto il: venerdì 27 luglio 2007, 23:20
Messaggi: 10628
Località: Milano
Tipo di Astrofilo: Visualista
ehm scusate l'ot ma le miodesopsie (finalmente ne ho memorizzato il nome, esigo un applauso e me lo faccio da solo :clap: ) non sono sempre nere

https://it.wikipedia.org/wiki/Miodesopsia

mi rendo conto che la fonte non è primaria, ma la foro parla chiaro :) io vedo miodesopsie del tipo presentato nell'immagine (e di altre che ne ho trovate in rete). da bambino credevo fossero granelli di polvere depositati sulla cornea, in realtà sono corpuscoli nel vitreo (catene proteiche, frammenti cellulari etc...)

http://www.inran.it/miodesopsie/17970

in questo link le immagini riproducono miodesopsie di vari tipi :)

fine OT

a parte il problema del telescopio di Ares, che speriamo di comprendere e se possibile risolvere, nel topic è emersa anche un'altra indicazione interessante: Andrew suggeriva di adattare, nell'osservazione planetaria, l'occhio alla luce bianca (in sostanza esponendovelo senza abbagliarlo). io non ho mai sentito nulla del genere, intuitivamente mi sembra controproducente, ma siccome nessuno nasce "imparato", la realtà è spesso controintuitiva e c'è sempre da imparare mi piacerebbe sentire cosa ne pensano altri utenti più esperti e preparati di me.

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MessaggioInviato: mercoledì 3 maggio 2017, 9:32 
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Iscritto il: giovedì 6 novembre 2014, 18:31
Messaggi: 777
Cita:
ehm scusate l'ot ma le miodesopsie (finalmente ne ho memorizzato il nome, esigo un applauso e me lo faccio da solo :clap: ) non sono sempre nere

Grazie per la correzione e la precisazione.

Cita:
Andrew suggeriva di adattare, nell'osservazione planetaria, l'occhio alla luce bianca (in sostanza esponendovelo senza abbagliarlo). io non ho mai sentito nulla del genere, intuitivamente mi sembra controproducente, ma siccome nessuno nasce "imparato", la realtà è spesso controintuitiva e c'è sempre da imparare mi piacerebbe sentire cosa ne pensano altri utenti più esperti e preparati di me.

Ho trovato l'articolo da cui presi quelle informazioni, ne riporto qui sotto la parte che potrebbe interessanti e linco la fonte.

"Un limite dell’osservazione planetaria attraverso piccoli telescopi è la scarsa possibilità di percepire i colori planetari. La visione “a colori” o fotopica è regolata dalle cellule definite “coni”, per stimolare i quali è però necessaria una certa quantità di luce che difficilmente potrà essere raccolta da uno strumento molto piccolo, col risultato che le tonalità cromatiche risulteranno molto attenuate. In fase di disegno può essere molto utile una piccola fonte di illuminazione nei pressi della postazione osservativa, oltre alla luce che servirà per illuminare la superficie su cui si disegna e che deve essere necessariamente di colore bianco, mentre la luce rossa, fondamentale per gli osservatori del cielo profondo, è assolutamente da evitare in quanto altera la percezione dei colori."
Fonte: http://www.astrotest.it/observing-guides/osservazione-dei-pianeti-con-piccoli-telescopi/#


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MessaggioInviato: mercoledì 3 maggio 2017, 10:12 
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Iscritto il: venerdì 27 luglio 2007, 23:20
Messaggi: 10628
Località: Milano
Tipo di Astrofilo: Visualista
direi che la fonte è autorevole... o quantomeno più che affidabile, Raffaello Braga e Piergiovanni Salimbeni sono osservatori di livello e di formazione notevole.
come dicevo prima: c'è sempre da imparare ( e 7000 messaggi su un forum di per sè non testimoniano alcunchè :) ) grazie per la novità.

resta da capire se ha senso anche per diametri superiori (e in ambiente cittadino, dove, di fatto la luce bianca è purtroppo onnipresente... forse osservando dal balcone di casa si è per forza adattati alla luce bianca.)

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MessaggioInviato: mercoledì 3 maggio 2017, 10:49 
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Iscritto il: domenica 2 aprile 2017, 18:17
Messaggi: 1999
Località: Manziana (Rm)
Tipo di Astrofilo: Visualista aspirante Fotografo
Quel tipo di effetto che avete notato dalle mie foto è quindi piu probabile che sia dovuto ad un serraggio troppo stretto del doppietto o puo anche dipendere da un disallineamento?

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TELESCOPIO 3: Skywatcher 72ED
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MONTATURA 2: Celestron NexStar SE
MONTATURA 3: SW Eq3 Pro Synscan (con treppiedi eq5)
Oculari: Baader Plossl Classic 32mm,Orion SP 25mm,Celestron Kellner:(15mm,9mm),Celestron Omni Plossl 6mm - Filtri Celestron:lunare,#80A blu,#25 rosso - FOTOCAMERE: Canon eos 4000d - obiettivo 18-55 - Zwo ASI120

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MessaggioInviato: mercoledì 3 maggio 2017, 10:53 
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Iscritto il: sabato 11 febbraio 2006, 12:43
Messaggi: 16145
Località: Milano
Tipo di Astrofilo: Visualista
Il testo riportato è la base dell'osservazione planetaria di pianeti particolarmente luminosi, ma non dice di abituare l'occhio alla luce (l'occhi ci si abitua quasi istantaneamente, a differenza dell'adattamento al buio che richiede almeno 20 minuti) ma dice di utilizzare una fonte di luce (come ad esempio un illuminatore da oculari con reticolo) per "schiarire" il campo attorno al pianeta, quindi ridurre convenientemente il contrasto quando si osserva il pianeta a sera inoltrata (cielo molto scuro) e questo è eccessivamente luminoso, casi tipici sono Venere e Giove, ma anche in misura minore Mercurio e Saturno; infatti ad esempio Venere è sempre meglio osservarlo all'imbrunire subito dopo il tramonto col cielo ancora chiaro per evitare che la luce eccessiva "affoghi" i dettagli (spesso Venere e Giove si osservano senza problemi anche in diurno... magari non a mezzogiorno, però :mrgreen: ), quindi se si osserva a sera inoltrata è appunto consigliato "schiarire" il campo attorno al pianeta tramite una fonte luminosa artificiale.
In breve se vi piantate una lampada negli occhi e dopo qualche minuto osservate Venere nel cielo nero vedrete comunque poco.

EDIT:
Ho riletto meglio la parte, scusate ho sbagliato riferimento, qui indica che per il disegno e per l'osservazioni hi-res, per mantenere una pupilla oculare ridotta (intorno ai 3 mm ) la quale è piu o meno il diametro migliore in cui si riducono al minimo le aberrazioni naturali dell'occhio e meglio avere una fonte luminosa bianca e non rossa come si usa nelle osservazioni deep. :oops:

Riguardo le stelle a stella (scusate il gioco di parole), fai questo benedetto star test così da verificare univocamente dove sta il problema, se nell'obiettivo, nel diagonale, nel (o negli) oculare/i o nei tuoi occhi (in questo caso osserva sia col destro che col sinistro per vedere se cambia qualcosa).

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Newton: Barile 400/1830 mm; Obice 200/1650 mm; Bidoncino 114/1300 mm solarizzato. •• Rifrattori: Nano apo 80/480 mm; Milo acro 76/1400 mm; 60ino acro 60/700 mm. •• Catadiottrici: C8 xlt. •• Binocoli: Docter Aspectem 40x80 ED, William Optics 22x70 ED, Vixen Ultima 8x56, Nikon Action EX 16x50, Canon 10x30 IS II, Vortex Vanquish 8x26, Ibis Horus 5x25, Pentax Papilio 6,5x21, Orion 2x54.


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MessaggioInviato: mercoledì 3 maggio 2017, 11:18 
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si comunque non dice di abituare l'occhio alla luce bianca, ma una cosa leggermente diversa e riferita al disegno e alla percezione dei colori (ovviamente una luce rossa ne modifica la percezione...ma mentre si disegna se si disegna direttamente a colori) se ho be capito il testo.
magari raf, evocato, interviene ...

sulla forma delle stelle, le immagini postate secondo me sono di qualità troppo bassa per capire alcunchè: potrebbe essere perfino del mosso... o un "disassamento" fra cellulare e oculare

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MessaggioInviato: mercoledì 3 maggio 2017, 12:31 
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Una cosa è sicura, se si vedono le stelle a forma di croce non dipende da nessun disallineamento dell'ottica, questo porterebbe ad altri tipi di difetto, cromatismo maggiore da un lato, coma, ...

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