beh... direi che, come sempre su certi argomenti vengono a galla commenti e pensieri molto diversi, come è giusto che sia.
Andrea ha posto una domanda che, a modo suo, è in un certo senso, una provocazione, e credo che conosca egli stesso le risposte, pur non avendo magari mai provato uno strumento di quelli di cui disquisiamo.
Io però continuo a dire che, in astronomia così come in altri hobby, vi è, oltre un certo livello di interesse (ognuno ha il suo, sia ben chiaro) un desiderio anche edonistico. Esiste il piacere di possedere un oggetto, oltre che di usarlo, e questo è un dato che è proprio di qualsiasi passione. Il concetto, non finalizzato all'esibizione, ma semplicemente a un pizzico di autogratificazione è insito nell'animo umano: cercare di migliorarsi, o anche di consolarsi.
Quante volte abbiamo sentito dire a una donna: "ero depressa e sono andata a fare shopping"-... e poi ha magari comprato cose che non le servivano se non per il fine di "quietarsi", di farsi un regalo.
Un po' avviene anche tra noi.
Facendo una analisi di coscienza (e mi pongo tra gli astrofili di medio calibro, non tanto in virtù della strumentazione posseduta, ma in base al numero di osservazioni che compio, alla esperienza che ho, e ai sacrifici che faccio per osservare: "questa sera fa un freddo cane e vorrei starmene davanti al camino ma Marte è alto e dai, prendiamo un po' di freddo, ma andiamo a mettere l'occhio all'oculare"...) non posso non ravvisare in me un atto anche edonistico nella scelta degli strumenti e nella loro progressiva sostituzione nel tempo. A volte ripenso a ciò che avevo e usavo anni fa e mi dico "ma potevo benissimo tenere lo strumento XZY che andava benissimo e invece ho speso soldi per acquistarne altri quattro nel tempo per poi rivenderli e pensare di ricomprare ciò che avevo allora...". E questo fondamentalmente perché noi siamo ciò che guardiamo e, soprattutto, COME lo guardiamo. I nostri gusti cambiano, le condizioni di contorno anche, l'esperienza e gli interessi si modificano (anche di poco magari), ed ecco che, di pari passo, modifichiamo anche gli strumenti che ci permettono di inseguire la nostra passione.
Anni fa pensavo che l'FCT200 che takahashi produceva fosse il sogno maqssimo al quale aspirare dopo aver vinto la lotteria. Non ho mai giocato alla lotteria e allora il fluorite da 20 cm. costava ben più di 200 milioni. Oggi che ho avuto, a una frazione di quella cifra, la possibilità di usare, avere, e provare strumenti simili non posso non dire: "beh, tutto qui?!" - "Sì, bello... però, obiettivamente, con 2 pollici in più..."
Indi per cui, per chi ha la possibilità e/o la voglia di spendere cifre importanti per QUESTA passione, e tramutarle in un tubo bianco con belle lenti davanti, un rifrattore da 8 pollici apocromatico (più o meno corretto), rappresenta una base di lavoro più che ottima e ancora gestibile in microosservatori praticamente casalinghi. Direi che, nel campo dei rifrattori, rappresenta il limite oltre cui si fa il così detto "giro di boa".
Però non è LO strumento, è UNO DEGLI strumenti.
Paolo
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