Un telescopio Dobson non può essere bilanciato come uno strumento su equatoriale perchè il tubo del dobson ha il fulcro di rotazione fisso, e non lo si può far scorrere su e giù dentro ipotetici anelli fino a trovare un punto neutro di baricentro.
E con i dobson ultraleggeri che hanno una cassa del primario striminzita, il bilanciamento è ancora più difficile.
Un dobson, dalla parte dove il "braccio della leva" è più corto (cioè dal centro di rotazione alla base della cassa del primario), deve essere dotato di contrappesi reali (cioè kg di peso); oppure in alternativa essere dotato di un “tiro dinamico”
che sviluppi i kg necessari a tenere il tubo equilibrato mentre il telescopio punta all'iorizzonte.Lo stesso effetto contrappeso può evidentemente essere realizzato non con pesi ma con il tiro di quei kg esercitato da molle od elastici del tipo da bagagliera auto.
Il problema è che la variazione di quel peso deve diminuire come diminuisce il coseno dell'angolo di inclinazione del telescopio nel suo tragitto di puntamento dall'orizzonte allo zenit (o aumentare viceversa).Sembrano "parole grosse", ma tecnicamente è una soluzione facile da applicare.
Per il bilanciameto a molle vedi una mia descrizione del da farsi quì:
http://www.grattavetro.it/pratico-bilan ... elescopio/Per il bilanciamento con gli elastici :
http://www.grattavetro.it/ri-bilanciame ... son-light/La famosa catena attaccata alla nella mezzeria dalla culatta del primario, e sulla parte alta del tubo, non è una applicazione peregrina perchè genera un contrappeso che cresce proprio secondo il crescere del coseno dell'angolo di inclinazione del tubo.
Il propblema è che il calcolo del "sistema catena" non è preciso come quello della applicazione che io ho descritto negli articoli di cui al link (e che altri oltre a me, avevano prima di me sperimentato).
Con il dobson così equilibrato però occorre che esista ANCHE un certo attrito che si oopponga leggermente alla "libera rotazione", cioè e che sia in grado di assorbire una certa gamma di variazione di peso intorno all'equilibrio, affinchè il tele rimanga fermo anche quando cambi l'oculare.
Questa frizione aumenta con l'aumentare delle dimensioni dei pattini di teflon, e della loro distanza reciproca.
Certo che in un telescopio che non ha le mezzelune, ma ha due dischi come cuscinetti laterali, la cosa è più difficile, e di solito quell'attrito è fornito da una molla che tira verso il basso i dischi dei cuscinetti laterali del tubo, e con essi tutto il tubo.
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