ManuF ha scritto:
Un po' prima (abbastanza, gli ho fato vedere un po' di cose nel mezzo) aveva avuto la brillantissima idea di rispondere ad un messaggio sul cellulare!

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AAAAAAAAAAAAARRRRGH!!!!! (è quello che ha pensato la parte del cervello di tua cugina interessata all'astronomia)
Tornando al discorso dell'occhio allenato, in visuale conta molto. Ad esempio, la macchia di Giove all'interno è quasi dello stesso colore del resto della banda, mentre il bordo che la definisce è più marcato, anche se sottile.
Al primo colpo d'occhio, la macchia la vedi più come una deformazione della banda che come macchia.
Invece si vedono senza difficoltà le bande rosse moltomarcate ed eventuali ombre dei satelliti in transito. Anche i satelliti sono molto brillanti.
Inoltre, se magari non si è in una posizione comoda o il tele non è perfettamente stabile, non si riesce a vedere abbastanza a lungo i "frames buoni" in modo che il cervello si autocostruisca l'immagine più dettagliata. Già, perchè in visuale l'occhio è il sensore ed il cervello ilsoftware di elaborazione
Cosa che invece una webcam ed un software di elaborazione immagini fanno più agevolmente.
Marte non è semplicissimo da analizzarein visuale, in quanto molto piccolo rispetto a Giove e Saturno, e un po' più avaro di dettagli. Io personalmente anche a focali piuttosto alte (5mt) in visuale non sono mai riuscito a scorgere più della calotta polare e qualche vago accenno sfuggente di sfumatura più scura. E questo dopo molti tentativi ed innumerevoli "pallini rossi" anonimi
Senza dubbio, la pazienza è una delle virtù senza le quali si fa fatica a dedicarsi all'astronomia.