redeifiordi ha scritto:
Ecco, questa è la teoria, in pratica...siamo stanchi dopo il lavoro, fuori fa freddo, non abbiamo avuto il tempo di preparare le cartine per lo star-hopping, non sappiamo usare Cartes du Ciel, domani ci alziamo presto, poi il posto è lontano, non trovo nessuno che mi accompagni ecc. ecc...allora, quasi quasi, stasera sto a casa, sarà per un'altra volta...ed ecco che il dobson rimane in cantina.
Straquoto. Per quanto mi riguarda non credo ci sia cosa peggiore che essere costretti, appena la passione è nata (quando si compra il telescopio senza sapere se durerà) a fare km verso la montagna magari da soli, a meno che non si è tra i fortunati che usano il telescopio da una casa con un terrazzo enorme. Personalmente, se il prezzo da pagare fosse stato questo, avrei venduto subito lo strumento. Dove lo prendevo il tempo? Con chi sarei andato, almeno per capire cosa potevo attendermi da quale oggetto?
Avere la possibilità di "intravedere" i messier da casa (che ti fa venire voglia di vederli meglio), di scorgere le bande di Giove girando una manopolina (che ti fa venire l'idea di migliorare la risoluzione e la stabilità della montatura) l'ho ritenuto per me fondamentale. Da neofita, se mi avessero detto "fatti 70km, avviati sulle montagne a -3°, portati le mappe e prova a puntare un oggetto con il telescopio X", per quanto il telescopio X possa essere facilmente gestibile, luminoso, economico e bellissimo ci sarei rimasto un po' male.
Avere uno strumento che si usa se tutto va bene 4 volte al mese piuttosto di uno che si tira fuori al balcone e ti permette un'osservazione lampo (magari col tele non acclimatato e scollimato... ma chi se ne frega? E' un neofita o no? I suoi dubbi li dovrà avere e dovrà sbattere la testa contro l'IL o deve partire già come un esperto?

) anche solo del terminatore lunare per me sarebbe stato limitante, non avendo la possibilità logistica di muovermi da casa. Ho osservato la Luna in preda agli spasmi della turbolenza atmosferica, M42 puntando il telescopio a non più di dieci metri da un lampione, il tutto con un 114 barlowato. Era una schifezza? Sì. Ma era più di zero, quel più di zero che mi ha spronato a fare di meglio (come strumentazione, come posti dove andare ad osservare, come "orientamento" astrofilo...)
La mia situazione non mi permetteva di avere un cielo almeno discreto da casa, non avevo spazio per tubi grossi, non sapevo se avrei dedicato la mia vita astrofila all'alta risoluzione o al deep (e ancora adesso non lo so

), al visuale o alla fotografia. Per fortuna ho preso una schifezza che mi ha fatto capire, facendo il confronto con altri telescopi, cosa mi mancasse e cosa desideravo.
Questo per riportare la mia piccola esperienza. Non tutti hanno la fortuna di poter usare un telescopio di grosse dimensioni molto spesso, di avere un cielo buio da casa e ampi spazi per poterlo gestire. Non trascurare mai l'aspetto logistico. Il tuo strumento deve farti venire
la voglia di osservare in relax, senza ansie da prestazione o ricerca di chissà cosa. Sei all'inizio e di tempo per fare "meglio" ne avrai, l'importante è che il telescopio possa essere il tuo compagno di divertimenti anche quando hai voglia solo di buttarti sul letto.

Molto spesso, ma questa è una mia piccola osservazione assolutamente non polemica

, alcuni astrofili si dimenticano di quanto era bello osservare nel 60/700, anche quella sbiadita e minuscola M27, o quel Giove su cui a malapena si distinguevano i dettagli ma che li teneva attaccati all'oculare per ore... e quanto quella schifezza che ora non consiglierebbero a nessuno sia stata la molla che li ha spinti verso un modo di concepire l'astrofilia più personale e consapevole.