ercap ha scritto:
c'è il problema del diaframma di campo. Il diaframma di campo è qualsiasi ostacolo periferico che il fascio di luce incontra prima dell'occhio, di solito è un anello di tenuta dell'oculare, ma può essere il diametro del secondario o il paraluce del secondario. Con portaoculari da 31.8 si può usare al massimo un oculare da 28 mm. Oltre questo valore il campo apparente si restringe. Quindi non è vantaggioso usare un oculare da 40 mm con portaoculari da 31.8. Con portaoculari da 50.2 invece si può usare al massimo un oculare da 46 mm. Oltre questo valore si riduce il campo apparente, si vede più piccolo e non conviene.
Caro ercap,
vorrei da te un chiarimento: io ho suggerito al nostro amico un oculare da 40 mm, perché, a conti fatti sulla carta, è quello che in un tele delle sue dimensioni "offrirebbe" maggiore campo.
Ma il mio suggerimento, risulta sbagliato nella realtà, perché entrano in gioco, fattori, tipo diaframma di campo e altri (tralasciamo la differenza che intercorre tra oculari da 31,8 e 50,8), che appunto riducono il campo, penalizzando il risultato. Detta in questi termini, la cosa io l'ho trascurata; semmai avrei supposto che un oculare da 40, avrebbe diminuito il suo potenziale a causa di eventuali vignettature, provocate sempre da ostacoli simili a quelli che hai indicato tu, variabili però da tele a tele e a priori non quantificabili. Non so se questa mia interpretazione sia giusta, benché vista sotto un'angolatura diversa e certamente meno tecnica. Se però è così, il problema io lo conoscevo, ma non sapevo, come ho detto, che esso andasse sotto la voce di Diaframma di Campo e che di esso si dovesse tenere strettamente conto dall'inizio.
Il chiarimento che ti chiedo, ercap, (per mia semplice cultura) è, se quel che ho detto ha fondamento, o se sono su di una strada completamente sbagliata.
Ti ringrazio di cuore, se vorrai rispondermi.