Bella domanda…
Il fatto è che la risposta dell’occhio umano allo stimolo luminoso è logaritmica, ed infatti la scala delle magnitudini è stata fissata in modo che ad una differenza di 5 unità corrisponde un rapporto di luminosità di 100 (è la solita scala di Pogson delle magnitudini), e quindi fa comodo scegliere il 10 come distanza di riferimento per risparmiarsi un logaritmo nelle formule…
Ma vediamo meglio perché, e partiamo proprio dalla formula di Pogson
m1 – m2 = 2.5 log(F1/F2)
Infatti, per F1 = 100 F2 abbiamo m1 – m2 = 2.5 log(100) = 5.
Ma il flusso luminoso è uguale ad L/4πd2 per cui
F1/F2 = L1/d1^2 x d2^2/L2
Ora applichiamo questa formula alla stessa stella, per cui L1 = L2 (è la stessa stella…).
Quello che rimane è
F1/F2 = d2^2/d1^2
vale a dire che il flusso luminoso cambia con l’inverso del quadrato della distanza (come la forza di gravità, l’elettromagnetismo ecc, e questo perché è una proprietà intrinseca dello spazio, indipendentemente da quello che stiamo studiamdo. Ma questa è un’altra storia...)
Se sostituiamo nella formula di Pogson otteniamo
m1 – m2 = 2.5 log(d2^2/d1^2) = 5 log(d2/d1) = 5 [log(d2) – log(d1)]
Bene, se ora scegli come distanza di riferimento per d1 i famosi 10 parsec, e chiami la corrispondente m1 Magnitudine assoluta (simbolo M) ecco che hai:
M – m2 = 5 [log(d2) – log(10)] = 5 [[log(d2) – 1]
e ti sei risparmiato un logaritmo!
Un motivo diciamo di pigrizia insomma

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