ivan86 ha scritto:
Se non esiste adattamento termico fra la superficie riflettente dello specchio primario di una configurazione newton e l'aria circostante si crea quel che viene comunemente detto strato limite.
Sono in pratica piccoli vortici di aria che disturbano l'onda elettromagnetica (la luce) poco prima e poco dopo la riflessione sullo specchio e questo genera un degrado dell'immagine all'oculare che tende ad impastarsi.
Questo comportamento non cessa mai del tutto, nemmeno quando passate le due ore molti direbbero che il telescopio è acclimatato.
In realtà la temperatura dell'aria durante la notte non è costante ed il telescopio dovrebbe seguire questo andamento; se non si fa nulla, soprattutto in caso di specchi primari spessi (ho detto spessi e non larghi perchè dipende da questo fattore) succede che le variazioni di temperatura dell'aria siano molto più rapide della capacità del nostro telescopio di inseguirle. In questo senso il telescopio non sarà mai perfettamente acclimatato se con questo termine s'intende il raggiungimento dell'equilibrio termico.
La questione è delicata ed è bene distinguere quel che accade in inverno da quel che accade in estate, assai meno critica da trattare.
Poi esiste anche il problema opposto, la temperatura dello specchio che scende al di sotto di quella dell'aria e si potrebbe creare un deposito di condensa.
Questo succede nel caso in cui la temperatura della notte sia piuttosto costante ed il telescopio già acclimatato ha una massa vetrosa (quella del primario) che per irraggiamento butta fuori calore e non ne riceve a sufficienza dall'aria. Se manteniamo questa situazione succede che lo specchio si porta ad una temperatura inferiore di quella dell'aria e si stabilizza quando da questa prende sufficiente calore grazie ad un delta T crescente.
Il delta T ovvero la differenza di temperatura fra aria e specchio primario dovrebbe essere inferiore al grado per avere delle ottime performance.
Un metodo è quello di utilizzare un opportuno flusso di aria sullo specchio che ha una duplice funzione, acclimatare lo specchio e permettergli un più rapido inseguimento di qualsiasi variazione di temperatura, in questo senso stabilizza dato che il maggior irraggiamento è compensato dal maggior flusso di aria.
Il flusso di aria siccome dev'essere mantenuto durante l'osservazione non deve creare alcun disturbo alla visione, si parla quindi di flusso laminare, dove in pratica se immaginiamo il tutto come un insieme di particelle in movimento queste devono muoversi senza scontrarsi altrimenti si creerebbero nuovamente piccoli vortici.
Come vedi la questione è delicata ma volendo si può approfondire.
ciao

Accidenti Ivan, qualsiasi cosa tu scriva rimango sempre meravigliato dalla quantità di sapere che c'è in te.
Tra l'altro se l'86 è la tua data di nascita mi ritengo un perfetto ignorante perché abbiamo la stessa età. Davvero complimenti!