Ciao a tutti; in questi giorni di brutto tempo e seeing anche peggiore mi sono rimesso a rivedere tutte le immagini passate; ho così affinato la tecnica elaborativa, della quale ora sono quasi soddisfatto.
Dopo aver rivisto parecchie mie immagini, mi sono domandato, ancora una volta: quanto conta l'elaborazione? Il significato di elaborazione in questi casi è quello di far presentare esteticamente gradevole un'immagine, quindi non dal punto di vista scientifico (a meno di non fare misurazioni sulla posizione dei dettagli nel disco planetario, cosa ancora possibile, entro certi limiti). Ebbene, mi sono accorto di quanto il processo elaborativo sia importante e che, dopo aver affinato le tecniche di ripresa, sia il discrimimante tra un'immagine buona ed una ottima. E' chiaro che occorre sempre una base di partenza molto buona: mi riferisco in particolare al seeing, alla collimazione e ad un'opportuna tecnica di ripresa; quando questi ingredienti ci sono tutti (per il seeing ciò è molto raro), allora la fase di elaborazione è molto importante.
Un esempio pratico è una mia immagine di Marte della passata opposizione. Quella sera trovai uno dei migliori seeing mai avuti, eppure l'immagine, elaborata secondo i miei standard canonici, con Iris e wavelets, non era soddisfacente: la nitidezza e il contrasto lasciavano molto a desiderare: eppure ero sicuro di essere arrivato al limite teorico del mio strumento poiché la collimazione era perfetta e il seeing pure, ma essa era molto diversa da quella di certi mostri sacri (vedi Peach o Paolo Lazzarotti). Ho passato mesi e mesi a rielaborare l'immagine, cercando di migliorarla, a volte inserendomi in vicoli ciechi, altre con sensibili miglioramenti, fino all'ultimo atto di ieri sera, quando finalmente ho raggiunto il risultato che avevo in mente, ben 2 anni dopo la ripresa!
Il paragone con l'immagine elaborata solo con Iris è impietoso, e lo potete vedere qui:
http://forum.astrofili.org/userpix/1932_mars_comparison_1.jpg . L'immagine di sinistra (se non ricordo male) è ridimensionata all'80%, mentre quella di destra è ingrandita del 150% rispetto alle dimensioni originali. La differenza a colpo d'occhio è notevolissima. Colori a parte, è difficile credere che siano la stessa immagine, eppure, dal punto di vista più oggettivo, se le scalate alla stessa dimensione e le sovrapponete, i dettagli visibili sono esattamente gli stessi (come è lecito aspettarsi): la risoluzione è la stessa ma l'immagine di destra è molto più pulita ed incisa e priva di rumore: questi sono gli elementi da considerare nell'elaborazione: la risoluzione massima raggiunta è facile da mettere in evidenza già con una semplice maschera sfocata o con i wavelets, mentre il contrasto, i colori e la riduzione del rumore sono i passi successivi, molto più difficili da attuare.
Ed ora qualche nota sul processo elaborativo seguito per l'immagine finale:
1) scegliere sempre i frame migliori
2) il primo passaggio è con Iris, fondamentale: occorre lavorare canale per canale; in generale preferisco i wavelets, dopo aver dato un piccolo Gauss da 0.60-0.70
3) Compongo l'immagine RGB, sempre con Iris e la salvo in formato bmp
4) Con Maxim dl applico un filtro di deconvoluzione, quasi sempre un Richardson-Lucy, che se usato a dovere, può eliminare il rumore in modo molto efficace.
5) Apro Iris di nuovo e applico qualche filtro particolare: per l'eventuale doppio bordo c'è la funzione edge, che se opportunamente usata può ulteriormente ridurre il rumore (a patto che la sua scala spaziale sia inferiore al minore dettaglio visibile, così come la sua intensità). Eventualmente applico anche qualche wavelet per togliere un po' di basse frequenze, molto frequenti quando si applica un filtro deconvolutivo: in generale mi limito a sottrarre il contributo del wavelet N.3 (medium).
6) Apro Maxim Dl per altri ritocchi finali, come un rapido bilanciamento del bianco ed un eventuale filtro adattativo, che, se usato a dovere, permette di staccare alcuni piccoli ed elusivi dettagli.
7) Siamo arrivati quasi alla fase conclusiva: Photoshop. In questo caso mi limito a regolare colori, saturazione e livelli, ed eventualmente ad ingrandire l'immagine usando il metodo softer bicubic.

Ultimo passaggio (scoperto ieri sera!): Neat image. Elimino un po' di rumore residuo e applico un filtro di contrasto ad alta e media frequenza in modo da eliminare l'effetto un po' flou della riduzione del rumore e dare una maggiore nitidezza all'immagine, che sembra perdere quando si ingrandisce.
Tutti questi passaggi variano anche sensibilmente da soggetto a soggetto e sono applicabili, poiché molto invasivi, solo ad ottime immagini RAW.
Il risultato di tutta questa fatica è la mia migliore immagine di Marte, ottenuta con il mio C9 a f40 (barlow Apo Meade 2X + tiraggio) e webcam philips vesta pro, sommando circa 2000 frames e riprendendo a 15fps:
http://forum.astrofili.org/userpix/1932_mars_gasparri_final_1.jpg .
Spero che questo lungo monologo possa essere d'aiuto a qualcuno.