È un bacino da impatto (330 km di diametro) che si è formato tra 3,8 e 3,9 miliardi di anni fa. Questo evento segna l’inizio del periodo nectariano della scala dei tempi della geologia lunare. Rupes Altai è la parte meglio conservata del bordo del bacino. Nel centro del Mare Nectaris è stata rilevata una concentrazione di massa (mascon), ovvero un’anomalia gravitazionale, mappata da varie sonde come Lunar Prospector e GRAIL.
Ad ovest del mare è presente la famosa terna di crateri Theophilus, Cyrillis e Catharina. Il bordo di Theophilus ha un'ampia superficie interna terrazzata, è profondo 4200 metri ed ha un imponente triplo picco centrale alto circa 1400 metri. Diversi campioni di basalto raccolti durante la missione Apollo 16, si ritiene siano stati espulsi dalla formazione di Theophilus. Più a sud c’è Cyrillus, seguito da Catharina. Anche Cyrillis ha un triplo picco centrale, ma più basso e meno scosceso di Theophilus. All’interno di Cyrillis c’è il piccolo cratere Shioli, non visibile nella foto, sito di atterraggio del lander giapponese SLIM allunato il 19 gennaio 2024.
A sud del Mare Nectaris c’è il cratere Fracastorius. Si tratta di un antico cratere da impatto con bordi estremamente usurati. Manca la parete settentrionale, pertanto la lava che ha formato Mare Nectaris ha invaso il cratere creando una struttura a forma di baia. Fracastorius non ha un picco centrale (forse c’è, ma è immerso nella lava: nelle immagini del LRO, infatti, si notano al centro alcune strutture collinari molto basse) è invece presente al suo interno una lunga rima, larga circa 1 km, ma in alcuni punto anche meno.
All’interno del Mare Nectaris, verso nord, c’è il cratere Daguerre, un antico cratere da impatto anche questo quasi completamente sommerso dalla lava. Il cratere è sovrapposto dal raggio del cratere Mädler più a ovest.
A nord è visibile Torricelli, un cratere circolare largo circa 22 km. La parete del cratere occidentale è assente, si congiunge così con un piccolo cratere ellittico. Torricelli si trova all'interno di un “cratere fantasma”, senza nome, con pochi residui del bordo esterno. Il resto è stato sommerso dalla lava di Sinus Asperitatis (Baia dell’Asperità), una superficie di circa 180 km di diametro, formata da una crosta lavica ruvida e irregolare. L'intera regione è stata coperta dal materiale espulso dall'impatto di Theophilus, ben visibile nella foto per la presenza della luce radente che ne ha evidenziato le asperità.
Il seeing non era ottimo, ma accettabile, purtroppo una collimazione non perfetta ha degradato la parte meridionale dell’immagine.
Composizione di due immagini da 7000 frame ciascuna. Telescopio Schmidt Cassegrain Meade 203mm f10 – camera ZWO ASI662MC Elaborazione Autostakkert!4, Astra Image 6 e Affinity Photo
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Mare Nectaris AF.jpg [ 1.83 MiB | Osservato 782 volte ]
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