ippogrifo ha scritto:
La scoperta dell'acqua tiepida! Ma non voglio demoralizzarvi!
Si, con lo stack si può ottenere molto, è veramente da provare ma c'è anche qualcos'altro: ogni volta che si sommano immagini nonostante flat, bias e dark si perde qualcosa, qualcosa invece si guadagna a parità di tempo di posa facendo immagini più lunghe ma spesso in questo caso si perde qualcosa per il cattivo inseguimento (parliamoci chiari: i nostri telescopi non hanno la precisione che hanno quelli professionali da alcuni metri in su) e allora?
Un trucco è di scegliere oggetti lenti in modo che non diano problemi di mosso con la massima esposizione che si riesce a fare: fare uno stack comporta sempre una perdita di magnitudine limite, se poi l'oggetto è già mosso nella singola immagine la sua "luce" è "spalmata" su più di un pixel con conseguente perdità di luminosità,
per cui bisogna lavorare in modo da avere un moto dell'asteroide (o cometa) ben al di sotto della risoluzione secondi/pixel.
Ma quando si arriva veramente ai propri limiti strumentali non so quanto poi possa valere l'osservazione a meno che non si voglia ottenere un "c'è /non c'è" o una correzione delle effemeridi di comete perdute, allora qui si apre un nuovo campo e come si dice in Star Trek "ai limiti dello spazio" o meglio "ai limiti della luminosità".
Tutto qui, spero di essermi spiegato bene.
Ciao.
Roberto Gorelli