maur.astro ha scritto:
...
Ma le difficoltà sono sempre tante . . .

Le difficoltà sono il succo di questa scienza!
Pensa per un momento se tutto fosse infinitamente più semplice e a portata di mano: questa
passione probabilmente durerebbe ai più sicuramente molto meno e diverrebbe certamente più scontata,
da consumare velocemente come ormai succede per qualsiasi evenienza nella nostra società.
Invece il saper affrontare, tentativo dopo tentativo, una dopo l'altra tutte le complicazione che sorgono non
dovrebbero fare altro - inconsapevolmente - che rafforzare le proprie conoscenze e accrescere il proprio
bagaglio di esperienza.
Bando alla ciancie e vediamo come affrontare il problema della messa a fuoco sul disco solare.
Ci vuole innanzitutto molta pazienza e meticolosità.
Intuisco che riprendi stando dietro un monitor, ma non è chiaro se è quello di una reflex o di un computer.
Per il primo è più complicato perchè sicuramente più piccolo e soprattutto perchè più scomodo; per il secondo,
da preferire, è senza alcun dubbio più semplice e rilassante.
Intanto dovresti procurarti un panno nero da avvolgere attorno al monitor e alla tua testa per evitare
che la forte luce solare abbagli i tuoi occhi e abbassi il contrasto dell'immagine formata sullo stesso monitor.
In pratica dovresti fare come facevano un tempo i fotografi con le vecchissime fotocamere a banco ottico.
D'inverno potrebbe essere anche piacevole, ma d'estate con il caldo sarà da soffrici un poco, per fortuna
limitatamente allo stretto necessario per svolgere la delicata funzione della messa a fuoco.
Ora, aspettando qualche minuto che la pupilla del tuo occhio si adatti all'oscurità procurata dal panno nero,
l'immagine del Sole sul monitor apparirà oltrechè traballante e vibrante per via del seeing, sicuramente più
dettagliata, contrastata e meglio visibile.
Così fatto occorrerà ingrandire al 100-200% l'immagine sul monitor e con molta attenzione e pazienza sarà
sicuramente più semplice discernere quei minuti dettagli che via, via, spostando delicatamente (molto meglio se
motorizzata) la messa a fuoco del telescopio, appariranno in corrispondenza delle macchie solari, o delle facole,
se presenti, o con molta maggiore difficoltà in assenza loro, concentrando lo sguardo verso i "grani di riso" appena
percepibili - seeing permettendo - sul fondo del Sole al centro, o presso i bordi del disco nel tentativo di vedere al
netto la stessa linea che delimita il bordo del Sole.
Non è semplice, ma nessuno ha mai detto che lo sia; ribadisco però che ci vuole molta pazienza e saper attendere
i momenti di maggiore calma atmosferica.
Soltanto così la messa a fuoco risulterò raggiunta, il tanto ambito traguardo, per l'appunto quando l'immagine sarà
più nitida, più incisiva, più luminosa e dotata del massimo contrasto.
Ovviamente l'operazione di messa a fuoco andrà ripetuta più volte nel corso della sessione per via delle alterazioni
meccaniche dei materiali che compongono lo strumento dovuti alla temperatura interna al telescopio e quella locale
che alterano, seppure di poco, continuamente il fuoco dello strumento.
Spero di averti aiutato e in bocca al lupo per i prossimi tentativi.
Cari saluti,
Danilo Pivato