Tra le varie follie che il lockdown ha portato nelle nostre vite quotidiane, io ho fatto quella di attrezzarmi per tentare delle riprese planetarie.
Dopo la parentesi del 2005-2007 quando, con la Vesta 675k, mi sono divertito un po' sulla Luna e molto poco sui pianeti (che erano belli alti, non come adesso), stavolta sono stato fortemente incuriosito dalle nuove tecnologie.
A quanto pare le camerine planetarie hanno fatto un grossissimo passo in avanti rispetto a qualche anno fa, quando possedere una Chameleon Firewire era considerata cosa all'ultimo grido.
Quindi ho voluto provare questo nuovo giochino con cui "perdere tempo, testa e soldi" a cavallo tra due noviluni.
L'idea iniziale era quella di dotarmi di una camerina in bianco e nero per questioni extra-imaging (che spero di spiegare in un altro topic) ma la noia del lockdown ha trasformato la cosa in favore di una ripresa lunare e, perché no, anche planetaria in vista della lenta risalita sull'eclittica dei due giganti gassosi.
Proprio per questi due ho scelto la
ASI224MC, senza "minimamente" tediare alcuni bravi imager di questo forum (Vincenzo DV e B&W) che colgo l'occasione di ringraziare.
Se dovessi prenderci gusto poi, potrei far riferimento ai consigli scaturiti in
questo thread che mi ha illuminato e dedicare una camerina monocromatica per la Luna. Ma siamo all'alba di quest'avventura. Che non sembra affatto facile.
Dal 2005, non è cambiata solo la camera di ripresa.
Già fermandosi al software di acquisizione il salto generazionale è incredibile!
Appena avvitato, Firecapture offre un potpourri di funzionalità clamoroso. All'inizio sono stato un po' disorientato, lo ammetto.
Ma basta dar retta alle guide che si trovano su Youtube e cominciare a usarlo non è così difficile.
L'altro software interessante è quello di allineamento.
Già l'avevo usato in un paio di occasioni: Autostakkert. Anche lì c'è da imparare le operazioni base e la scelta ottimale dei punti di allineamento.
Forse la fase post stacking è quella con meno novità: Registax è sul panorama da tanto tempo. Ma la bella novità ce la dà il nostro LucianoP col suo Astrosurface che, dal basso della mia inesperienza, mi sembra efficace e facile da usare (e se lo dico io...stiamo apposto).
Soltanto una cosa è rimasta la stessa di 15 anni fa: il seeing che sfora il punto 1 della scala di Pickering, fino ad arrivare al punto definito "
demmerde"

Le prime due serate, infatti, ho prodotto davvero poco.
Forse complici un filtro IRCut mancante, il non-utilizzo dell'ADC e la mancanza eccessiva dalla ripresa del cielo che mi dice che ho molto ancora da imparare, ho prodotto un Giove tristissimo, un Saturno con un blu orribile e una Luna al limite del passabile.
Tuttavia, per riprendere la mano con l'acquisizione e l'elaborazione, ho fatto qualche esperimento dei poveri per notare come la quantità dei frame elaborati (nonostante il seeing pessimo) abbia migliorato sensibilmente, almeno sulla Luna, la qualità finale del risultato. Qualità sempre scarsa, ma forse con il seeing che ho avuto durante le pose, posso pretendere poco di più.
Questa è l'elaborazione:
Allegato:
StackComparisonPetaviusPis.png [ 1.74 MiB | Osservato 2545 volte ]
E questo è il filmato:
https://www.youtube.com/watch?v=dRQ7kJPyWgcLa procedura elaborativa è stata la stessa.
Le uniche cose che cambiano tra le tre elaborazioni sono stati il numero di frame utilizzati per lo stack e la dose di wavelet applicati: ho "spinto" finché l'immagine non creava artefatti o rumore molesto.
Rispetto a quanto ne sapevo, ovvero "meglio pochi frame ma buoni", sono stato sorpreso del risultato.
Oppure tutti i miei frame buoni, sono sotto la soglia di bontà minima per cui quello che è venuto fuori non è altro che la somma della schifezza del mio seeing.
E' evidente come debba imparare a valutare il seeing a monitor: quando mi capita di vedere filmati altrui, rimango a bocca aperta. E quello che mi sembrava "buono" nel mio filmato, viene abbattuto come il muro di Berlino nell'89.