Prima di entrare in argomento, spendo due parole per i meno esperti di imaging planetario o di imaging venusiano.
Le famose nubi superiori hanno un contrasto accettabile solo se riprese in ultravioletto, come è noto ai più. Purtroppo il filtro UV, oltre che molto scuro, è anche uno dei più costosi tra quelli planetari (sotto i 300 euro). L'imager serio dovrà prima o poi procurarsi questo filtro, ma le alternative ci sono. Si tratta, in sostanza, di usare un filtro violetto W47, che però essendo studiato per il visuale, fa passare anche l'infrarosso che annacquerebbe i già tenui contrasti venusiani. Ci si abbina quindi un filtro IR-cut per tagliare la banda indesiderata e far passare solo la luce che ci interessa, quella ultravioletta.
Attenzione: ho detto IR-cut. La maggior parte dei filtri sono IR-UV cut, quindi rigettano anche le preziose lunghezze d'onda corte e non vanno bene. Comprendiamo, allora, cosa alla fine ci occorre: un filtro che sia solo IR-cut e lasci passare l'UV. E qui casca l'asino, perché di questi filtri ce ne sono molto pochi e non tutti vanno bene. Quale scegliere?
Io ho approfondito il problema dal punto di vista teorico, perché finora ho usato solo il filtro UV. Non parlo quindi per esperienza diretta, ma credo che le informazioni di cui sono in possesso siano valide in quanto acquisite da esperienze di prima mano di altri imager, perlopiù non italiani, che hanno provato sul campo e condiviso i risultati. Consensi unanimi tuttavia non ve ne sono. Apro dunque questo thread con piacere per sollecitare una discussione tecnica in vista dell'imminente elongazione Est di Venere, che avverrà a marzo. Magari qualche imager vorrà condividere le sue esperienze o fare qualche considerazione; in caso contrario mi riterrò comunque soddisfatto se qualcuno, leggendo queste righe, sarà invogliato a riprendere Venere, forse prima snobbato perché ritenuto poco interessante o troppo difficile.
Bene. Finiti i preamboli, ecco la curva di trasmissione dell'unico filtro che senza dubbio ci serve, l'economico W47:
Allegato:
W47 curve.jpg [ 250.49 KiB | Osservato 3371 volte ]
Il filtro taglia IR che sulla carta dovrebbe essere il più efficace è lo Schott BG39:
Allegato:
BG39.JPG [ 55.65 KiB | Osservato 3371 volte ]
venduto ad esempio dalla Edmund Optics. Purtroppo questo filtro è fornito smontato nel diametro da 1 pollice (25,4 mm). Si possono acquistare (dagli USA) delle montature da 1,25" (31.8 mm) che accettano questo formato di vetro, tuttavia non so se posso linkare rivenditori qui. Per info scrivo in privato agli interessati, posso comunque dire che io le ho provate e vanno benissimo.
Come si vede, la curva di trasmissione del BG39 matcha perfettamente con quella del W47, facendo passare solo l'UV quando abbinato a quest'ultimo (la finestra oltre i 1500 nm non ci disturba in quanto i sensori ordinari sono ciechi a queste frequenze). Questa è la soluzione che ho scelto io, ma non ho ancora avuto modo di fare delle prove per cui non allego immagini.
Alternative ci sono, ambedue della Astronomik. C'è l'IR-cut:
Allegato:
Astronomik IR-cut.JPG [ 66.48 KiB | Osservato 3371 volte ]
anche lui piuttosto cheap, va benissimo quando si tratta di bloccare l'infrarosso oltre i 700 nanometri, ha però una trasmissività piuttosto bassa nell'UV.
Infine, il filtro di luminanza L1 (curva in celeste):
Allegato:
Astronomik L1.JPG [ 122.96 KiB | Osservato 3371 volte ]
benché in teoria blocchi l'UV ha un cut-off piuttosto addentro questa banda, lasciando passare le lunghezze d'onda >350 nm e rigettando quelle >700 nm. Va quindi bene anche lui.
Ecco quindi che abbiamo ben tre soluzioni (almeno) per riprendere Venere quest'anno, anche con strumenti piccoli, senza dover vendere un rene per un filtro UV.
Naturalmente la questione è più complessa, perché tutto il treno ottico deve essere il più possibile trasparente all'UV, e i nostri sforzi andranno a farsi benedire se parte della luce fatta passare dai nostri filtri è poi assorbita dalla Barlow o dall'ADC. E non è finita: in fondo al treno di ripresa c'è sempre un sensore, che nell'UV ha efficienza quantica modesta (30-40%), ed anche di questo occorre tener conto.
Bene, penso di potermi fermare qui, era mio interesse solo mettere sul tavolo i punti principali. Credo che il tema sia interessante perché offre la possibilità concreta di riprendere Venere con soddisfazione usando piccoli strumenti, con risultati paragonabili e talvolta migliori di quelli ottenuti con il blasonato filtro UV.
Ricordo che la sezione pianeti UAI ha una bella pagina dedicata all'osservazione e alla ripresa di Venere:
http://pianeti.uai.it/index.php/Venere: ... e_digitaledove sono riportati una parte dei concetti illustrati qui sopra insieme a molti altri. C'è peraltro una ripresa molto bella di Tiziano Olivetti (W47+IR-cut) ottenuta con uno strumento di appena 18 centimetri.