tuvok ha scritto:
non dovrebbe essere interesse degli stessi astroimager quasi-pro fare in modo che non si debba inventare la ruota ogni volta che uno cerca di dedicarsi a questa ricerca?
A me, onestamente, viene il dubbio che della scienza importi il giusto a tutti, sembrerebbe molto più gratificante l'essere considerati guru o fenomeni

Tuvok, gli imager planetari possono aiutare gli scienziati con il loro lavoro, ma non sono scienziati, quindi non devono seguirne i metodi rigorosi (*) e non sono obbligati a condividere tutto quello che fanno. Allo scienziato interessa poco dell'estetica, l'importante è che un certo dettaglio ci sia e non sia un artefatto, per questo è importante tenere a mente quello che ha detto prima Raffaello sulla conoscenza di quello che si riprende. Pare scontato, eppure per molti detta conoscenza è lacunosa o addirittura non interessante.
Anche gli scienziati sono pur sempre pesantemente uomini, e il fatto di adottorare certi metodi e procedure non li esonera certo da invidie, competizioni e talvolta meschinità. Gli esempi si sprecano. Galileo scriveva i suoi celebri anagrammi (
Cynthiae figuras aemulatur mater amorum) per assicurarsi la priorità in caso di conferma della scoperta.
Intanto riporto alcune recenti dichiarazioni di Peach. "
After more than a decade of improvement we have now reached the theoretical limits of 35-40 aperture telescopes. We have now finally reached a time where fielding larger aperture for purposes of higher resolution has become possible."
Secondo lui l'evoluzione è verso i grossi Dobson, e visto che per sfruttare le loro aperture ci vuole il seeing con la S, a suo parere ci si sposterà verso l'astrofotografia da remoto (almeno chi potrà lo farà).
(*) io personalmente, benché non concordi su altri punti, condivido l'istanza alla correttezza scientifica spesso richiamata dal prof. Da Lio, e in futuro mi piacerebbe utilizzare alcuni dei suoi metodi di elaborazione.