vaelgran ha scritto:
Nel senso che xeno mostra sia grafici che foto a sostegno della sua tesi e quindi occorre, se è il caso, mostrare grafici e foto che dicano che così non è ... o mi perdo qualcosa?
In teoria dovrebbe essere così. In pratica però spesso ad argomentazioni motivate si risponde con insulti o peggio (nella fattispecie penso a un'altra piattaforma in particolare). Le tre persone che se ne sono andate è per un motivo diverso che questa discussione.
Anche a me piacerebbe che qualcuno cercasse di dimostrare che Roddier è sbagliato, nel metodo o nella accuratezza. Da questo confronto, poiché Roddier non può essere giusto e sbagliato allo stesso tempo, ne uscirebbe una sola tesi.
Io ho usato oddier per un bel po', ho avuto diversi modi per controllare i risultati: dallo star test, alle prove al banco ottico, al fatto che misure fatte a breve distanza di tempo con specchio ruotato sono incredibilmente simili, al fatto che quasi sempre cambiando le impostazioni dell'algoritmo entro limiti ragionevoli il risultato non cambia.
Ci sono stati, è vero, anche dei casi in cui il risultato era "mal condizionato" neo senso che diverse impostazioni dell'algoritmo conducevano a risultati sensibilmente differenti ad esempio perchè le acquisizioni non erano di buona qualità.
Ho anche prodotto dei FITS virtuali (calcolati con un software di ottica) e Roddier ha ricostruito correttamente la aberrazione almeno per i primi e più importanti termini di Zernike.
Infine, una cosa che abbiamo imparato, o meglio dire visto, è che le ottiche cambiano forma! Si sa che differenze di temperatura fra cuore e bordo, o fra faccia anteriore e posteriore, possono indurre vari tipi di aberrazione sferica. Differenze di temperatura fra alto e basso possono indurre astigmatismo. Appoggi laterali furoi del piano del baricentro possono indurre astigmatismo. Ma un conto è sapere, altro è VEDERE lo specchio che cambia forma a mano a mano che cambia temperatura e a seconda di come si modificano i flussi di raffreddamento. Siamo perfino riusciti a vedere delle piccole buche davanti alle ventole quella volta che Marco aveva circondato lo specchio con una schiera di piccole ventole (una buca dove ogni ventola indirizzava il suo flusso).
In tutto questo maneggiare ovviamente si impara qualche cosa. Per esempio un contro è progettare un sistema di estrazione dello strato limite, altro è calcolare i flussi d'aria e di conseguenza quelli termici, altro ancora è vedere che è così. Questo mi(ci ha aiutato a ottimizzare il raffreddamento e ha fatto la differenza fra strehl 0.8 (nessuno specchio è mai esattamente della forma che ha al banco eccetto se non è fatto di vetri a bassissima dilatazione tipo Sitall) e Strehl 0.9.
Io so, che quel Giove di Marco Guidi fatto due settimane dopo aver raggiunto Strehl 0.9 era fatto da un telescopio che letteralmente stava perfomando al 100%. E forse questo è stato il motivo che ha poi spinto Marco ad abbandonare il telescopio per uno più grande (più di così non si poteva e il richiamo di andare oltre era troppo forte).