Il doppio bordo di Marte è relativamente facile da togliere in elaborazione, sebbene come dice Paolo spesso sia un processo
time-consuming. Si fa in vari modi: agendo localmente sulle curve, col timbro clone, incollando una porzione di raw, eccetera. Sono tutti metodi efficaci esteticamente, ma tanto più scorretti quanto più sono distruttivi. In qualche caso non esasperato, l' ho molto attenuato con una deconvoluzione a raggio largo:
https://www.vincenzodellavecchia.it/Pla ... -wVNGQTr/A.
E' quasi certamente generato dalla diffrazione e dunque è intrinseco di ogni sistema ottico con diametro finito. Segue le vicende del disco di Airy, diminuendo con la lunghezza d'onda (in IR è peggiore che in B) e con l'aumentare del diametro dello strumento.
Si potrebbe pensare che sia correlato al seeing, ma non è così: con seeing molto buono si vede lo stesso. E' probabilmente legato alla tipologia di turbolenza più che al mero FWHM.
Come fa Damian a non averlo? Da escludere che il suo telescopio ne sia immune. Nel suo DVD consiglia, senza troppi problemi, di applicare un semplice timbro clone che copia le aree vicine e le incolla dov'è il doppio bordo, ed è probabile che faccia anche lui in questo modo.