Blackmore ha scritto:
Ciao Marco, ma per curiosità perchè preferisci non inserire i dati del seeing?
ti rispondo subito,perchè significa poco,o meglio ,significherebbe qualcosa se qualcuno mi dimostrasse che è così,ma ad oggi,interpellate le persone autorivoli a cui io ho fatto riferimento(ALPO Japan,UAI, e astronomi proifessionisti ),hanno tutte indicato ,come da tempo sostengo ,che non è affatto fondamentale ed è soggettivo!
ti riporto quanto dice il Direttore della sezione pianeti UAI Paolo Tanga(ho chiesto il permesso di riportare le sue parole):
''il discorso sul seeing torna periodicamente, e ripeto qui una mia passata precisazione.
Innanzitutto, a onor del vero, occorre dire che la scala di Antoniadi e quella di Pickering sono nate in circostanze del tutto diverse, per scopi diversi. In Europa la maggior parte delle associazioni adotta quella di Antoniadi, espressa in 5 gradini, in cifre romane. Negli USA, Giappone..., principalmente in ambito ALPO, si usa una scala a 10 gradini che NON e' quella di Pickering.
Quali sono i pro, i contro e i retroscena di queste 3 scale (Antoniadi, ALPO, e Pickering) ??
Quella di Antoniadi e' stata formulata per descrivere l'effetto della turbolenza sull'immagine dei PIANETI. Quella di Pickering descrive lo stesso, ma sulla figura di DIFFRAZIONE delle STELLE. Quella dell'ALPO, che dalla precedente prende ispirazione, e' essenzialmente un VOTO alle condizioni del seeing: infatti, praticamente nessuno punta una stella (anziche' il pianeta in esame) per valutare la turbolenza.
Se guardiamo le cose piu' in dettaglio, sappiamo che la scala di Antoniadi non e' un "voto" ma ogni gradino corrisponde ad una valutazione dell'aspetto dell'immagine (vedere
http://pianeti.uai.it/index.php/Tecnich ... _il_seeing). La scala di Pickering e' stata invece
formulata per l'osservazione delle stelle doppie ed e' quindi associata al grado di "distruzione" della figura di diffrazione ad opera della turbolenza. Essa la si valuta quindi su una stella ed e' molto "severa". Ovvero, un voto in scala di Pickering (su una stella) relativamente brutto, puo' corrispondere ad un'immagine planetaria piu' che accettabile per i comuni mortali.
Ora, e' chiaro che potremmo inventarci scale "fini" e "finissime" formulando criteri di confronto con l'agitazione dell'immagine. E' quello che piu' o meno ha fatto anche l'ALPO.
Tuttavia, che scopo ha la valutazione del seeing??? Semplicemente quello, quando si trasmette un'osservazione, di "trasmettere" anche il livello di difficolta' - dovuto alla turbolenza - di cui l'osservatore ha sofferto. Questa personalissima difficolta' e' quindi ben "soggettiva", e non puo' che essere altrimenti. La scala usata, se condivisa da tutti, puo' essere considerata come un riferimento un po' piu' oggettivo, che serve a chi interpreta le osservazioni per avere un raffronto immediato.
Quindi, qual'e' la scala che soddisfa meglio questa esigenza? Senz'altro quella che contiene solamente le informazioni utili e nulla piu'. In questo senso, la scala di Antoniadi e' essenziale, semplice da usare, e soprattutto corrisponde ad una scala precisa, basata esplicitamente sull'aspetto telescopico dei pianeti. Ci dice, ad esempio, che e' inutile distinguere tra un'immagine perfettamente immobile ed una affetta da tremolii temporanei e giudicati ininfluenti. E' chiaro che l'osservatore percepira' la differenza, ma e'
inutile annotarla e tramandarla se il suo effetto sull'immagine del pianeta sara' nullo. In altre parole, tra un'osservazione e' eseguita con seeing III (siamo quindi nella scala Antoniadi...) e un'altra con seeing IV, ebbene so che c'e' una differenza e so a cosa corrisponde. Se uno invece mi scrive 7 o 8/10 (ALPO), qual'e' la differenza tra i due? Forse chi ha scritto il valore saprebbe spiegarmelo.... ammesso che possa avere una qualche importanza pratica! Ecco pero' che allora, se ogni osservazione richiede una
spiegazione, cessa lo scopo stesso per il quale le scale sono nate: quello di evitare di *descrivere* il seeing a parole...!!
Da circa un secolo la BAA inglese e molte altre associazioni europee adottano quindi la scala di Antoniadi, buon compromesso tra sintesi e descrizione. All'atto della nascita della Sezione Pianeti UAI si e' quindi deciso di aderire a questa diffusa convenzione, e in 21 anni non abbiamo mai sentito l'esigenza di cambiarla. Anzi, il fatto che la maggioranza la adotti facilita molto il compito dei coordinatori.
Aggiungo una considerazione per finire: la valutazione della turbolenza e' essenziale per l'osservazione visuale: anzi, direi che il seeing "fa parte" del disegno e la dice lunga sull'attendibilità dello stesso. E' un po' meno importante e critico per un'immagine: in tal caso "giustifica" o semplicemente accompagna il risultato ottenuto come un'informazione accessoria. In qualche modo l'immagine "parla da se" e comunica l'informazione che essa contiene (o non contiene) indipendentemente dal fatto che ciò sia il risultato del seeing, della performance dell'ottica, ecc. Il fatto - poi - di avere a disposizione molte immagini e disegni, facilita il compito grazie alla possibilità di eseguire confronti nei casi di dettagli dubbi. così facendo si risolvono le ambiguità molto più facilmente che considerando le valutazioni di contorno su seeing, trasparenza, ecc.''
credo ci sia poco da aggiungere.
ciao
Marco