Marco Guidi ha scritto:
@ Anto: avrei risposto in quel modo a chiunque mi avesse scritto Pilolli,essere presi in giro non piace a nessuno e io sono uno di quelli ,storia chiusa.
Storia chiusa un accidente. Io non sono qui per prendere per i fondelli nessuno, neanche chi si permette di rispondere a una domanda con un delirio come hai fatto tu. Adesso, per favore, mi scrivi in privato e mi racconti quali sono i tuoi problemi perché è ovvio che c'è qualcosa che cova sotto e, come ti ho già detto una volta, non mi piace esser messo in mezzo a cose che non mi riguardano.
Per tornare in topic (e speriamo che ci si resti), se non c'è un metodo per valutare il seeing in maniera oggettiva, non si può pensare di stanilirne uno? Certo, ci vorrà un po' di tempo, ma se qualcuno di noi ci si applica (soprattutto quelli che di hr ne sanno parecchio, e in questo forum non mancano) si potrebbe tirar fuori una dicitura "standard" da applicare alle nostre immagini.
La prima cosa che mi viene in mente, è dichiarare la risoluzione del dettaglio più piccolo presente in immagine. Certo, mi rendo conto che è tutt'altro che facile riuscire a stabilirlo in maniera precisa (soprattutto all'inizio), ma tanto più sbagliato della scala di pickering, non sarà.

La metodologia da seguire non sarebbe poi troppo complicata, basta prendere la dimensione in arcosecondi del soggetto, dividerla per il numero di pixel che copre e poi moltiplicare per la dimensione lineare del dettaglio più sottile (e nelle immagini di Marte "sotto accusa", quel valore è ben superiore a due se ho ben visto).
Che ne dite, ho detto una fesseria?