Ancora non ci siamo.
"Non ci siamo" detto in senso relativo, cioè rispetto alle foto che si vedono qui.
In senso "assoluto" direi che è molto meglio della mia somma grezza e molto più di quello che vedo mediamente all'oculare, mi pare.
E poi mi piace questa particolare elaborazione in cui i crateri al terminatore sembrano annegare in un mare azzurro, come se al posto della notte lunare ci fosse un oceano....
Come al solito ho "allungato" le ombre per dare un maggiore effetto crepuscolare.
Questo è lo stato dell'arte, ma imparata l'arte e messa da parte direi che ho seri problemi innanzi tutto alla partenza, in acquisizione. Questo Natale mi farò alcuni regali tra i quali una buona Barlow (seguendo i consigli che ho ricevuto qui e per i quali ringrazio sempre) e farò regali anch'io a qualcuno (ad esempio il mio deviatore).
Il mio valido collega e amico Claudio Ramorino invece si sta adoperando per munirsi di tutti i software che esistono in commercio, sia per acquisizione che per stacking ed elaborazione: lui dice che io come programmatore sono negato...
Però ancora c'è una cosa che non capisco...
A livello di campionamento credevo di essere a posto, con i 1500mm di focale del mio Mak 127 e i 3.75 micron dei pixel della 224mc. Ho attualmente 0,5" per pixel, cioè il potere risolutivo del Mak spalmato su 2 pixel, così come dice la regola d'oro dei campionamenti. Con una Barlow sarei sovracampionato, se questo è un difetto come lo è il sottocampionamento. Come stanno le cose?
Altra cosa che non capisco (l'ho chiesto qui ma la mia domanda sicuramente non è stata vista) è: come è possibile che da terra (cioè sotto cento chilometri di atmosfera turbolenta) si possa arrivare a risoluzioni per pixel che non solo sono al di sotto del potere risolutivo degli strumenti che usiamo, ma addirittura al di sotto del minimo consentito dal seeing (che mi risulta non scendere mai sotto i 0,25" alla superficie terrestre - escludiamo i 5000m del deserto di Atacama). Il Webb e l'Hubble sennò a che servono?
