Pippo, non ti scusare, questa è una discussione molto utile e bella sia per noi che per tutti gli utenti che frequentano il forum; magari ce ne fossero di più!
Allora, se non consideriamo le differenze nella turbolenza atmosferica, la risoluzione dell'immagine è strettamente legata al campionamento. Se si accorcia la focale i dettagli più piccoli non saranno risolti, anche se alla portata della risoluzione dello strumento, oppure addirittura non saranno visibili.
Per sfruttare tutto il potenziale dello strumento la regola empirica, che parte dal criterio di Nyquist, dice che è necessario che il più piccolo dettaglio cada su almeno 3 pixel; se si scende sotto questa soglia è inevitabile che si ha perdita di risoluzione sempre e comunque. Se si va oltre questo limite si abbassa il rapporto S/N e l'immagine diventa più rumorosa, con la conseguenza di una perdita di risoluzione. Nella mia esperienza ho notato che il giusto valore della focale cade in un intervallo molto stretto. Lo scorso Marzo-Aprile avevo fatto dei test su Marte e variare la focale del 10-15% rispetto al valore ottimale pportava inevitabilmente ad una perdita, seppur piccola, di risoluzione. Si tratta di dettagli, ma se vogliamo lavorare al limite bisogna tenerne sempre conto.
Poi veniamo alla questione seeing. Personalmente non regolo mai la focale in base al seeing. Se la turbolenza è troppo elevata semplicemente non riprendo, se è invece possibile fare qualcosa riprendo sempre alla focale ideale per il mio setup. I motivi di questa scelta sono due:
1) Se il seeing è pessimo ad f30 lo sarà anche ad f40 e pure ad f25; quello che cambia è il modo con cui lo percepiamo e lo registra la camera di ripresa, ma l'effetto sull'immagine è sempre lo stesso, riducendo la risoluzione allo stesso modo a prescindere dalla focale che si usa. Con una piccola differenza:
2) Se si lavora a priori ad f25 pensando che il seeing sia pessimo e non consenta di raggiungere la risoluzione massima dello strumento, si preclude a priori il raggiungimento del limite strumentale. Si effettua cioè una scelta che si sa già che porterà sicuramente ad un'immagine che mostrerà meno dettagli, a prescindere dal seeing. E' una questione di probabilità: perché ridurre a priori la focale su una supposizione (che il seeing sia pessimo e non consenta risoluzioni elevate) quando si può provare a riprendere con la focale originaria, senza perdere nulla (il seeing agisce allo stesso modo, al massimo ottengo un'immagine uguale a quella ripresa ad f25) e con la speranza che invece si guadagni qualcosa?
Questo naturalmente quando si riprendono i pianeti; la Luna fa un capitolo a se.
Io personalmente ho notato che quando le condizioni consentono di riprendere, la ripresa a focale ideale è sempre migliore di quella a focale più corta, vedi ad esempio l'immagine di Giove che allego ottenuta con un seeing 4/10: l'immagine più grande è anche più incisa e risolta di quella a focale corta nella quale si è scelto a priori di tagliare la risoluzione raggiungibile, che quindi non potrà mai essere raggiunta.
Questo è naturalmente il mio pensiero e il mio modo di riprendere, non è una legge e ci mancherebbe che ognuno possa pensarla come meglio crede.
L'unica legge certa è che la risoluzione dell'immagine dipende criticamente dal campionamento utilizzato, un dettaglio di 0,30" non sarà risolto se campiono a 0,50" o addirittura non sarà proprio visibile, a prescindere dal seeing.