Ti riporto quello che faccio io, ormai attraverso una prassi piuttosto consolidata.
Prima di tutto, secondo me, Iris per elaborare le immagini planetarie è il migliore; i suoi filtri, in particolare i wavelet, sono molto meglio dei filtri di contrasto di Photoshop, che d'altra parte ha delle funzioni che Iris non ha, quindi, bisogna fondere il meglio dei due programmi per ottenere il meglio.
Io procedo in questo modo: con Iris elaboro l'immagine RAW attraverso wavelet, per tirare fuori il massimo dettaglio possibile, mentre utilizzo Photoshop per rendere l'immagine esteticamente piacevole ed eliminare eventuali artefatti.
Sostanzialmente in Photoshop quello che si può fare è:
1) riduzione del rumore
2) regolazioni livelli/contrasto/tonalità/bilanciamento colore
3) maschere di contrasto zonali, per evidenziare certi dettagli e allo stesso tempo ridurre il rumore. Può capitare ad esempio di riprendere un soggetto che abbia dettagli a larga scala in una zona e a piccola scala su un'altra, oppure zone con diverso rapporto segnale/rumore. Un esempio può essere Marte, con l'emisfero nord piuttosto liscio e quello sud molto rugoso e pieno di dettagli minuti. In questo caso, applicando dei filtri wavelet o maschere di contrasto con IRIS, si deve accettare un compromesso: filtri a raggio piccolo permettono di evidenziare i dettagli minuti dell'emisfero sud, mentre lasciano molto rumore in quello nord; viceversa, filtri a largo raggio, rendono l'aspetto dell'emisfero liscio piuttosto naturale, ma impastano i dettagli minuti dell'emisfero sud. Un altro esempio può essere Saturno, nel quale i dettagli del disco hanno in generale una scala diversa di quelli degli anelli, così come alcuni piccoli ovali di Giove, se confrontati con le grandi bande. In tutti questi casi io lascio l'immagine leggermente morbida dopo i filtri applicati con IRIS e passo all'elaborazione zonale con Photoshop, applicando maschere di contrasto a raggio piccolo dove ci sono dettagli piccoli e maschere di contrasto a raggio più largo dove ci sono dettagli più grandi. Chiaramente questa operazione va effettuata con molta prudenza, evitando di creare un'immagine innaturale.
Un altro esempio possono essere zone a diverso rapporto segnale/rumore, come le riprese presso il terminatore lunare. In questo caso l'applicazione di filtri di contrasto globali, produrrà delle zone ottime e molto incise ed altre, in cui c'è minor segnale, piene di rumore; anche in questo caso l'elaborazione zonale con Photoshop è molto utile, o in alternativa, l'applicazione di filtri per ridurre il rumore, sempre zonali.
Altre applicazioni di Photoshop, sono la cancellazione di artefatti come i bordi troppo brillanti, i doppi bordi, l'"antibordo" (cioè una zona scura subito dopo il bordo brillante) o gli artefatti tipici delle riprese saturniane, come la macchia di Terby.
In tutte queste situazioni, quello che si fa è selezionare l'area di interesse con lo strumento selezione o con lo strumento bacchetta magica, sfumare la selezione di almeno 2-3 pixel (la sfumatura dipende da quanto è grande la selezione e da quanto forte è l'aumento di contrasto che si vuole dare) e applicare i filtri necessari, in generale maschera di contrasto o controllo sfocatura.
Alcuni utilizzano anche lo strumento smacchia oppure lo strumento polvere e grana per ridurre il rumore dell'immagine, ma questi filtri sono molto invasivi e rendono l'immagine piuttosto innaturale. Il rumore meglio prevenirlo che curarlo!
Per correggere artefatti, si può utilizzare, oltre al controllo sfumatura, anche lo sfumino, lo strumento timbro clone e lo strumento brucia, tutti adatti per eliminare artefatti. Le modalità della loro applicazione variano da immagine a immagine e quindi non si può definire uno standard: l'unica soluzione è provare e provare di nuovo.
Poi ci sono i livelli e le curve, molto utili per correggere ad esempio la comparsa dei bordi brillanti (vedi le immagini di Venere); in questo caso si procede allo stesso modo: si seleziona l'area interessata, si sfuma la selezione e si agisce sui livelli, cercando di ottenere un'immagine più simile possibile a quella visibile all'oculare.
Questi sono gli accorgimenti che utilizzo io; conosco persone che con Photoshop ci lavorano molto più pesantemente, ma io preferisco un intervento più leggero e naturale.
Chiaramente l'immagine di partenza deve essere ottima, altrimenti non si possono fare miracoli, ma quando si ha una buona immagine RAW allora Photoshop rappresenta la linea di confine tra un'immagine finale buona ed una ottima; in altre parole Photoshop serve solo a far rendere al massimo l'immagine RAW, i cui dettagli sono già stati tirati fuori con programmi più specifici, come Iris. Per confronto guarda l'immagine di Marte che posto:
http://www.danielegasparri.com/mars_pro ... arison.jpg :
la prima è stata ottenuta elaborando solo con IRIS, applicando wavelets (ma lo stesso risultato si ha con maschere di contrasto), senza intervenire ulteriormente; la seconda invece è stata prima elaborata con IRIS, sempre con wavelet, e poi passata con Photoshop, effettuando i procedimenti di cui ti ho parlato: il risultato sembra veramente molto diverso. Eppure, se si confrontano le due immagini, si vede che i dettagli ripresi sono esattamente gli stessi, solamente che nella seconda essi sono più contrastati ed è stato ridotto il rumore.
Questa è la mia ricetta generale.