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Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: Re: Primi passi con la cella Peltier
MessaggioInviato: mercoledì 31 agosto 2016, 19:53 

Iscritto il: mercoledì 3 dicembre 2014, 12:36
Messaggi: 592
Località: Como
Tipo di Astrofilo: Strumentofilo
Lascia perdere. Risulta impossibile sigillare bene l'interno della fotocamera senza bloccare le delicate strutture meccaniche dell'apparecchio, in primis l'otturatore ...

Beppe

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WO Zenithstar 80FD 10th Anniversary (il mio gioiellino)
SW ED 120 Pro Series (oro)
SW 200 f4 (modificato "sonotube like")
Celestron Comet Catcher originale 1985
Celestron Comet Catcher 1986 (profondamente modificato per astrofotografia DSO)
Celestron Cometron Comet Catcher Junior (Bird Jones completamente ottimizzato per l'osservazione planetaria)
Newton 20 f5.6 autocostruito con specchio corretto a meno di lambda/16 (il mio migliore strumento per il planetario)


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 Oggetto del messaggio: Re: Primi passi con la cella Peltier
MessaggioInviato: venerdì 23 settembre 2016, 11:23 
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Iscritto il: lunedì 25 gennaio 2016, 8:30
Messaggi: 91
Località: forli'
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
ciao,
ringrazio benzomobile x la disponibilita'ed il tempo dedicato a questo argomento nel suo articolo in "Beppe l'astrofilo".
x quanto mi riguarda mi hai ispirato la ricerca di una soluzione il piu'semplice possibile e che, come luihai fatto notare,
porti ai due obbiettivi principali nel raffreddamento di una DSLR.
1) temp controllata o quantomeno costante durante l utilizzo
2) temp abbastanza bassa x ottenere una riduzione efficace senza andare troppo in basso quindi 0/5C

ho abbastanza competenza nell'utilizzo dei microcontrollori, con i quali puoi leggere temp e controllare
la peltier con PWM, oltre all interfacciamento con lo spinotto che gestisce lo scatto oltre 30 secondi, bulb, volendo programmando cicli di riprese....
tipo la modifica prima luce lab x capirci.
ma non vorrei arrivare a tanto...prima vorrei superare il problema condensa
che mi ha sempre "bloccato" !?

cmq adesso vorrei provare anche io
ho preso una eos600d usata a "poco" ; ora mi sto accingendo ad aprire x cambiare filtro con il baader;
pensavo di rimuovere cosi'facendo tutto sia LPF1 che LPF2

poi vorrei capire dove si va a formare sta benedetta condensa ?
sul sensore oppure sul filtro baader? oppure su entrambe

se solo sul filtro non sarebbe un problema , lo riscaldo leggermente un po come ha fatto benzomobile nel suo lavoro
pero' utilizzando un pcb flessibile, adesivo, con una serie d resistori smd, come fanno nei ccd di alta gamma

ma se s forma sul sensore la vedo dura....soprattutto se l unica soluzione e' "sigillarlo" .

la canon ovviamente la userei solo x astronomia a questo punto
volendo potrei anche tentare d inscatolare l'essenziale, spogliandola del superfluo, x raffreddare tutto, sensore, circuiteria ecc

cosi' facendo la deriva termica dei componenti elettronici, responsabile del rumore da circuito, inciderebbe meno sommandosi al miglioramento del sensore
ma in questo caso chiedo a benzomobile, la condensa dove si formerebbe?
solo sul case o anche sul baader o qualcosa anteposto al baader?


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 Oggetto del messaggio: Re: Primi passi con la cella Peltier
MessaggioInviato: venerdì 23 settembre 2016, 20:12 

Iscritto il: mercoledì 3 dicembre 2014, 12:36
Messaggi: 592
Località: Como
Tipo di Astrofilo: Strumentofilo
Ciao Davide.
Quando il supporto della finestra ottica (può essere il filtro preesistente, il Baader o, nel mio caso, un sottile vetro piano parallelo trattato anti riflesso) viene accuratamente sigillato al frame metallico del sensore in modo da ottenere una sottile camera stagna contenente solo azoto secco, allora non si forma condensa (o brina, se il sensore è posto a temperature sotto lo zero) sulla superficie del sensore.
La condensa appare invece sulla superficie esterna della finestra ottica una volta che essa avrà raggiunto il punto di rugiada.
Perciò, perché non si crei condensa è necessario mantenere la temperatura del vetro costantemente al di sopra della temperatura critica.
Io ottengo questo ponendo sul perimetro della finestra ottica una cornice di 34 resistori smd del valore di 1 ohm. Le resistenze sono allineate secondo il lato lungo. Vengono saldati tra loro i contatti adiacenti "in linea", nonché quelli posti in tre dei quattro angoli della cornice secondo lo schema 9*6*9*6.
Uno dei quattro angoli non sarà evidentemente cortocircuitato. I contatti estremi - non saldati - dei resistori posti in quell'angolo rappresentano le estremità di una catena di resistenze in serie del valore totale di 30 ohm. Applicando ai capi di questa catena una tensione di 3,3 Volt, ottenuta da un regolatore monolitico, si ha il passaggio di una corrente di poco più di 100 mA. La potenza dissipata dal circuito è pari a circa 1/3 di Watt, sufficiente ad innalzare la temperatura del vetro di circa una decina di gradi al di sopra della temperatura ambiente.

Beppe


Allegati:
Commento file: Qui l'umidità dell'aria all'interno della camera è stata ancora "moderata" con i grani di silica gel
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 Oggetto del messaggio: Re: Primi passi con la cella Peltier
MessaggioInviato: sabato 24 settembre 2016, 10:35 
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Iscritto il: lunedì 25 gennaio 2016, 8:30
Messaggi: 91
Località: forli'
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
Ciao,
Ingegnoso! Dal momento che faccio realizzare pcb in Cina mensilmente farò allo stesso modo ma su pcb flessibile
Terrò buoni i valori che mi dai e ti ringrazio tanto xche' mi hai fatto risparmiare tanto tempo.

Ma tu usi il sensore senza filtrare , film spectrum 200/1200 nm?
Ma nn hai problemi?

Tornando alla condensa :
Mi sembra d capire che sia che si parli di dito freddo oppure di cool box ( anche se tipo la central ds600 X capirci e nn la camera intera dentro un box ) se il sensore nn viene isolato dall esterno allora si forma umidità ?
Premetto che la vedo dura realizzare una camera stagna e sostituire il gas?!
Io lavoro con il vuoto durante la calibrazione di barometri, per lavoro, e ti garantisco che il vuoto non può essere mantenuto in eterno....anzi con mille accorgimenti poche ore....a meno che non Levi aria di continuo. Quindi anche il gas prima o poi svanirebbe inesorabilmente.
inoltre a giudicare dalle realizzazioni commerciali direi che nessuna prevede questo accorgimento.
Si limitano a scaldare il vetrino protettivo o filtro che sia , come in tutti i ccd di alta gamma del resto.

Non sono ovviamente molto chiari al riguardo , ma parlano solo di camera stagna o perlomeno poco aperta allo scambio con l esterno , per quanto concerne i cool box ovviamente !
Nel dito freddo solo riscaldamento del vetrino o filtr oltre il punto di rugiada.

Tornando alla cool box Si legge anche di silica gel da sostituire ogni tanto.


In base alla tua esperienza se realizzo qualcosa di simile alla centralds600 e chiudo più o meno in modo stagno con un filtro 2" tipo uno skyglow o uhc o quello che mi serve l interno del box , evitando lo scambio d aria umida con l esterno e limitando l umidità a quella della sola aria presente dentro il box , secondo te raffreddando come dici tu a minimo 0C , si forma condensa?....magari metto anche un paio di sacchetti di silica gel da sostituire ogni tanto .....


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 Oggetto del messaggio: Re: Primi passi con la cella Peltier
MessaggioInviato: sabato 24 settembre 2016, 19:45 

Iscritto il: mercoledì 3 dicembre 2014, 12:36
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Davide, la camera non è sottovuoto, l'azoto introdotto è alla pressione atmosferica.
Ci sono strumenti, anche per uso astronomico - i cosiddetti "nitrogen filled telescopes" - nel cui tubo sigillato non c'è aria, ma azoto o - meglio - argon:

http://www.southteksystems.com/optics-a ... urging.asp

Il gas filling serve per evitare - oltre alla formazione di condensa - fenomeni di ossidazione e/o formazione di muffe sulle superfici ottiche poste all'interno degli strumenti. Adeguati adesivi, insieme ad una tecnica corretta, possono garantire "camere" stabilmente stagne e perciò impedire la perdita del gas inerte per parecchi anni.
Ti dico che - nel nostro piccolo - non si tratta di una impresa infattibile.


Navigando in rete ...:

http://www.teleskop-express.it/oculari- ... ptics.html

DAVIDEVERSARI ha scritto:
In base alla tua esperienza se realizzo qualcosa di simile alla centralds600 e chiudo più o meno in modo stagno con un filtro 2" tipo uno skyglow o uhc o quello che mi serve l interno del box , evitando lo scambio d aria umida con l esterno e limitando l umidità a quella della sola aria presente dentro il box , secondo te raffreddando come dici tu a minimo 0C , si forma condensa?....magari metto anche un paio di sacchetti di silica gel da sostituire ogni tanto .....

Funziona anche quello. Considera però che i granuli di silica gel devono essere rigenerati riscaldandoli ad una adeguata temperatura per un certo tempo.
La rigenerazione della silica gel con l'ausilio di un forno a microonde è estremamente veloce:

http://www.trucchidicasa.com/casa/come- ... ilica-gel/

http://www.silica-gel.it/it/content/14- ... enerazione

Beppe

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Ultima modifica di Angelo Cutolo il domenica 25 settembre 2016, 12:10, modificato 4 volte in totale.
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MessaggioInviato: domenica 25 settembre 2016, 16:51 
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ciao,
interessante il gas filling.

spogliata la camera tropicalizzo bene i pcb e faccio delle prove in camera climatica tra 10C e -10C, temperature operative, x capire
meglio le criticita' e fin dove ci si possa spingere con il DELTA T.senza avere problematiche con la condensa.
in breve postero' qualcosa.
grz benzomobile

non mi hai risposto per il full spectrum....ma non hai problemi a lavorare senza filtri?


Ultima modifica di Angelo Cutolo il lunedì 26 settembre 2016, 12:19, modificato 1 volta in totale.
Uniti post consecutivi.


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 Oggetto del messaggio: Re: Primi passi con la cella Peltier
MessaggioInviato: domenica 25 settembre 2016, 17:30 

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I filtri li metto sull'adattatore T2 - 2".

Beppe

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