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Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: Specchi, celle e vitine tira-molla
MessaggioInviato: martedì 27 marzo 2007, 20:13 
Io non ho ben capito il vero scopo del "secondo giro" di viti di collimazione nelle celle dei Newton:
per registrare la cella si deve agire su tre viti, che normalmente hanno "sotto" anche una molla, e vanno a filettarsi nella cella stessa.
Fin qui tutto bene.
Ma le altre tre viti?
Io per regolare la mia cella devo per forza mollarle, poichè se non le mollo le tre con la molla non si muovono nemmeno.
Poi, quando ho collimato, le stringo.
Stringendole troppo vado fuori collimazione, stringendole poco si "mollano subito".
Ma allora a che servono? Solo a "bloccare" il tutto?
O è la mia cella che fa schifo?
Su telescopi di grande apertura ho visto che spesso ci sono solo le tre viti di collimazione.
Quasi quasi "elimino" le tre in più, dato che averle o meno non mi cambia nulla...


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MessaggioInviato: martedì 27 marzo 2007, 20:55 
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Fede67 ha scritto:
Io non ho ben capito il vero scopo del "secondo giro" di viti di collimazione nelle celle dei Newton:
per registrare la cella si deve agire su tre viti, che normalmente hanno "sotto" anche una molla, e vanno a filettarsi nella cella stessa.
Fin qui tutto bene.
Ma le altre tre viti?
Io per regolare la mia cella devo per forza mollarle, poichè se non le mollo le tre con la molla non si muovono nemmeno.
Poi, quando ho collimato, le stringo.
Stringendole troppo vado fuori collimazione, stringendole poco si "mollano subito".
Ma allora a che servono? Solo a "bloccare" il tutto?
O è la mia cella che fa schifo?
Su telescopi di grande apertura ho visto che spesso ci sono solo le tre viti di collimazione.
Quasi quasi "elimino" le tre in più, dato che averle o meno non mi cambia nulla...




Non ho capito bene come è la tua cella. Comunque un punto bisogna affermarlo: mettere delle viti che si "caricano" con delle molle che spingono sulla base della piastra porta specchio, è un sistema semplice, economico e sbagliato. >Nessun strumento di qualità deve usare questo metodo. Le forze delle molle (ovviamente sono sempre molle da pochi centesimi) non rispettano un diagramma con una curva perfettamente regolare, ma molto discontinua. L'applicazione di molle puo' avvenire solo ed esclusivamente con pezzi costruiti e calcolati ad hoc.
Avvitando una vite si carica la molla, la quale di conseguenza scarica forza sul piatto porta specchio, non si sottovaluti questo aspetto. La non perfetta planarità dei tre perni, rispetto al piano ottico, aggrava la situazione del piano meccanico, che piaccia o no si deforma, con buona pace delle correzioni ottiche che andiamo cercando. Si consideri che i tre perni agiscono essendo fissati in modo perpendicolare al proprio asse, privi di adeguati meccanismi basculanti; caricando o scaricando una molla l'asse centrale del perno diventa sghembo da qui l'impossibilità di ottenere un movimento regolare e fluido e un incremento della deformazione del piano meccanico. L'impossibilità che hai nel regolare in modo fluido e preciso la cella è dovuta anche a questi fattori, non ultima anche una pessima progettazione meccanica del supporto (che ha obbligato il costruttore a usare molle a carico troppo elevato).
In passato, su un vecchio newton Urania (strumento molto amatoriale come concezione e progettazione), ho avuto i medesimi problemi che non sono mai riuscito a risolvere, se non buttando nel cassonetto la cella.
Ho visto diversi trucchetti per ovviare al problema dello scarico di forze sul piano meccanico delle ottiche, purtroppo pero' -- a parte grandi strumenti professionali - il risultato non è stato raggiunto in modo adeguato sia perchè il progettista non ha capito dove sta il problema, sia perchè realizzare un siffatto aggeggio costa molto e il mercato non accetta in buona misura questi costi.
Ho ragionato molto sulla questione, ho fatto prove e tentativi, credo a breve di iniziare il montaggio di un prototipo di cella non semplice ma neanche complicata, sicuramente non economica, ma che scavalca completamente le problematiche che tu esponi, e soprattutto che permette alle ottiche di lavorare industurbate da forze esterne.
Questa la mia poca esperienza. Altri hanno suggerimenti?

ciao
max

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non basta sapere si deve anche applicare, non è abbastanza volere, si deve anche fare. (W. Goethe)
Quindi, non per il sapientone che pretende "applicare", non so bene cosa più delle chiacchiere, comunque......(Sergio)
Cassegrain coudè 450 mm f 15 OPS optics (1/16 pv - 1/43 rms sthrel 0,97) terminato.
SUINOX (r) 80/540 ed. - Acro 100/1300 "Old Style"
Acromatico folded 230 mm. f 18 in costruzione.
Dall Kirkham "Raptor" 277 mm. f 24,3 ostr. 18% in costruzione.


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MessaggioInviato: martedì 27 marzo 2007, 21:18 
Più o meno la mia cella (non quella del Geoptik, quella dello StarNovel...) è fatta come quella a pagina 350 del libro "The Dobsonian Telescope" di Kriege e Berry:
Immagine
un "disco" (il mio in metallo, non in legno) con tre fori nei quali si filettano tre viti che poi "passano fuori" dalla culatta (la mia in plastica, non in legno).
Fra cella e culatta ci sono le tre famose molle.
Senonchè io ho altre tre viti che semplicemente "spingono" sulla cella.
Certo che la cella è scarsa, ma il tubo è un 150 cinese...
quando rifarò il Dobson trasformandolo in un trusse da viaggio farò una cella "seria"...
ma per ora pensavo di eliminare quelle tre viti delle quali non comprendo lo scopo, e magari mettere un pomellino alle tre rimanenti, in modo da rendere più agevole la collimazione "sul campo".


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MessaggioInviato: martedì 27 marzo 2007, 21:36 
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Località: trivero
Fede67 ha scritto:
Più o meno la mia cella (non quella del Geoptik, quella dello StarNovel...) è fatta come quella a pagina 350 del libro "The Dobsonian Telescope" di Kriege e Berry:
Immagine
un "disco" (il mio in metallo, non in legno) con tre fori nei quali si filettano tre viti che poi "passano fuori" dalla culatta (la mia in plastica, non in legno).
Fra cella e culatta ci sono le tre famose molle.
Senonchè io ho altre tre viti che semplicemente "spingono" sulla cella.
Certo che la cella è scarsa, ma il tubo è un 150 cinese...
quando rifarò il Dobson trasformandolo in un trusse da viaggio farò una cella "seria"...
ma per ora pensavo di eliminare quelle tre viti delle quali non comprendo lo scopo, e magari mettere un pomellino alle tre rimanenti, in modo da rendere più agevole la collimazione "sul campo".




da quel che ne capisco le tre viti servono a creare un piano ideale oltre il quale viene impedito al piatto porta specchio di proseguire l'inclinazione, visti i materiali con cui è realizzata, ciò sarebbe rovinoso per i filetti e per la cella stessa. Quello che in fondo ti manca è per prima cosa un centraggio meccanico del set up di sostegno, infatti se tutto fosse costruito a regola dovresti giocare sulle regolazioni solo per pochissimo spazio e ottenere automaticamente il centraggio. Ho stimato che una corsa massima di 5 mm complessivi delle viti di regolazione è ampiamente sufficiente a centrare uno specchio newton a patto di avere tutta la meccanica in ordine, cosa che ovviamente non si puo' avere con celle in legno o plastica. le tre viti esterne che spingono e tu tiri con quelle con le molle non fanno altro che dare una forma idealmente a scodella del piano meccanico (non è proprio cosi, il profilo è quello di una scodella con delle gobbe) e visto che il tuo specchio non appoggia nemmeno su piani basculanti, i cui vertici hanno il punto di appoggio opportunamente raggiato a sostegno del vetro, le doformazioni del vetro sono elevate molto di piu di quel che si pensa.

ciao
max


p.s. butta via il legno e la plastica, l'alluminio costa 8-9 euro al kg.

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MessaggioInviato: martedì 27 marzo 2007, 22:03 
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Località: Scandiano RE
Tipo di Astrofilo: Visualista
massimoboe ha scritto:
p.s. butta via il legno e la plastica, l'alluminio costa 8-9 euro al kg.

Quoto in pieno, facendoti fare una culatta in alluminio, risolveresti molti problemi, perchè il tuo problema lo si può dividere in due:
Primo, hai una deformazione meccanica dei materiali, soprattutto la plastica, e ciò non và bene.
Secondo, la cella porta specchio è mal realizzata, cioè deforma lo specchio mentre questo deve poggiare a sua volta solo in trè punti (o multipli), mentre il resto della superfice deve essere distante onde evitare proprio le deformazioni.
Mentre per le viti Push-pull rimangono la soluzione migliore a patto che siano realizzate bene, cioè con materiali di qualità e testati che abbiano le stesse caratteristiche, io per esempio alle molle preferisco le rondelle a tazza, che sono più lineari nella compressione, mentre le barre filettate preferisco che siano fisse sulla cella e fuoriescano dalla culatta, registrandole con un galletto o con un bulloncino.
Comunque ti allego il link di una cella ben realizzata che potrebbe darti alquni spunti su come dovrebbe essere una buona cella.
http://www.teleskop-service.de/Selbstba ... .htm#HSZTS
Ciaociao :wink:

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"Poche osservazioni e molto ragionamento conducono all'errore,
molte osservazioni e poco ragionamento conducono alla verità."
(Proverbio cinese)
:wink:
Strumentazione:
Sufficente atrezzatura per divertirsi!


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MessaggioInviato: martedì 27 marzo 2007, 22:25 
Si, probabilmente il prossimo passo sarà la costruzione di una cella e culatta seria, considerando poi il fatto che ho la possibilità di farmi tagliare l'alluminio col laser da un cliente, potrebbe venirne fuori un bel lavoro...
ma prima appunto devo capire quali sono e come funzionano i vari sistemi.


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MessaggioInviato: martedì 27 marzo 2007, 22:54 
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Iscritto il: sabato 4 marzo 2006, 23:04
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Località: trivero
toroleo ha scritto:
massimoboe ha scritto:
p.s. butta via il legno e la plastica, l'alluminio costa 8-9 euro al kg.

Quoto in pieno, facendoti fare una culatta in alluminio, risolveresti molti problemi, perchè il tuo problema lo si può dividere in due:
Primo, hai una deformazione meccanica dei materiali, soprattutto la plastica, e ciò non và bene.
Secondo, la cella porta specchio è mal realizzata, cioè deforma lo specchio mentre questo deve poggiare a sua volta solo in trè punti (o multipli), mentre il resto della superfice deve essere distante onde evitare proprio le deformazioni.
Mentre per le viti Push-pull rimangono la soluzione migliore a patto che siano realizzate bene, cioè con materiali di qualità e testati che abbiano le stesse caratteristiche, io per esempio alle molle preferisco le rondelle a tazza, che sono più lineari nella compressione, mentre le barre filettate preferisco che siano fisse sulla cella e fuoriescano dalla culatta, registrandole con un galletto o con un bulloncino.
Comunque ti allego il link di una cella ben realizzata che potrebbe darti alquni spunti su come dovrebbe essere una buona cella.
http://www.teleskop-service.de/Selbstba ... .htm#HSZTS
Ciaociao :wink:



e come lo superi il problema della variazione dell'asse centrale della vite che tiri o spingi sulla mollla a tazza?
ciao
max

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Ciao a tutti.
Io la cella l'ho costruita in alluminio e la regolazione avviene con tre viti che "girano" dentro boccole flangiate in ottone mobili. I fori che le contengono sono poco più larghi e la flangia, serrata con quattro viti sulla piastra, appoggia su un O-ring che le permette di basculare di pochi gradi.
Mi sembra funzioni abbastanza bene, anche se non ho ancora sperimentato con le ottiche il reale funzionamento in quanto sono fermo da mesi con i lavori per mancanza di ispirazione.
Se avete suggerimenti, sono graditi.
al seguente link potete vedere l'immagine del particolare.
http://i35.photobucket.com/albums/d165/ ... ELE009.jpg
Un saluto.

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Anche nell' LB 12" ci sono tre viti con molla e 3 viti senza, come per Fede. Io normalmente collimo con collimatore serrando le 3 viti con molla (le molle agevolano questa operazione), fatto ciò, lascio attivo il laser del collimatore e serro le altre 3 viti. Giustamente Fede ha notato che stringendo queste 3, la collimazione si perde. Io però, tenendo attivo il laser, stringo le tre viti senza molla tenendo d'occhio il laser e la collimazione, ottenendo un sistema piuttosto rigido e collimato.
Per me il sistema funziona... Il problema è che con l'LB la collimazione cmq va fatta ogni volta che lo si monta, ma questo non può essere risolto..

Ciao

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pieroim ha scritto:
Anche nell' LB 12" ci sono tre viti con molla e 3 viti senza, come per Fede. Io normalmente collimo con collimatore serrando le 3 viti con molla (le molle agevolano questa operazione), fatto ciò, lascio attivo il laser del collimatore e serro le altre 3 viti. Giustamente Fede ha notato che stringendo queste 3, la collimazione si perde. Io però, tenendo attivo il laser, stringo le tre viti senza molla tenendo d'occhio il laser e la collimazione, ottenendo un sistema piuttosto rigido e collimato.
Per me il sistema funziona... Il problema è che con l'LB la collimazione cmq va fatta ogni volta che lo si monta, ma questo non può essere risolto..

Ciao


in effetti le tre viti inerti servono a bloccare la collimazione: con il variare del baricentro le molle tenderebbero in alcuni casi a comprimersi se non sufficientemente forti, spostando il centraggio ottico.

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