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Autore Messaggio
MessaggioInviato: mercoledì 28 febbraio 2007, 22:47 
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Iscritto il: sabato 4 marzo 2006, 23:04
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Località: trivero
In un mio precedente post, che non ha raccolto nessun interesse, non so se perchè troppo ostico o perchè totalmente privo di interesse, ho affrontato la problematica relativa alla costruzione di una cella porta specchio (riflettore).
A seguito delle considerazioni che ho esposto su questo argomento (cioè come non introdurre alcuna forza sulla parte della cella che sorregge lo specchio e, nel medesimo tempo, consentirne la regolazione molto fine e stabile), devo proseguire spostando l'argomento anche sullo spessore dei vetri che vengono usati.
Se prendo ad esempio un'ottica da 250 mm in pyrex, trovo normalmente due spessori sul mercato : 45 mm (mercato italiano e in parte estero), 23 mm. (mercato estero).
Anche in queste ottiche sottili vengono garantiti parametri di correzione buoni (1/10), ma gradirei ricevere il pensiero di alcuni colleghi.
In particolare ritengo che un'ottica sottile abbia alcuni vantaggi, quali ad esempio una veloce termostatazione, un minore peso, una struttura meccanica di contorno piu' leggera. Lo svantaggio è che la cella deve essere progettata a regola d'arte, esistono costruzioni ancora considerabili amatoriali (diam. di 300 mm) con specchi ultra sottili e supporti particolari in composito, per non parlare di tutto il tubo (onnicomprensivo un 400 mm pesa 10 kg. circa). Ovviamente questo è un caso estremo (anche per il costo...)
Allora a che pro usare specchi di 45 mm? Sicuramente lo stile corazzato da più tranquillità progettuale e - credo - anche piu' facilità nella esecuzione della superfice ottica, con i relativi svantaggi legati ad un peso elevato, ad una termostatazione lenta, ad una meccanica semplice ma di consistenza.
Le lastre di pyrex sono standard 45 mm, credo che quelle da 23 derivino da una 45 affettata (?), pero' diciamo che siamo a 4,5 kg. contro i 2,5 kg.
un bel risparmio dunque nei pesi.
Una ulteriore soluzione è lo specchio conico stile gladio e che ormai molti produttori di vetri commercializzano già belli che pronti e sbozzati, resta da vedere fino a che punto ci sia una risparmio di peso (da una prova circa il 30% in meno), ma soprattutto quanto sia facilmente realizzabile un supporto adeguatamente studiato (le soluzioni proposte da Royce non mi piacciono per nulla).
Specchi a struttura alveolare sono molto interessanti.......ma credo che per diametri sotto i 400 mm siano top price.
Allora qualche parere sui pro e i contro dei singoli casi mi interesserebbe conoscerlo, anche se una idea me la sono fatta e le ottiche le ho comperate (per non sbagliare dei due tipi :lol: :lol: ).
Non citiamo la vecchia regola dello spessore relativo a 1/6 del diametro, in quanto è decaduta ed applicata solo da chi non si è evoluto in fase progettuale dei supporti (è piu' facile abbondare nell'alluminio che fare un progetto equilibrato).
Grazie
massimo

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non basta sapere si deve anche applicare, non è abbastanza volere, si deve anche fare. (W. Goethe)
Quindi, non per il sapientone che pretende "applicare", non so bene cosa più delle chiacchiere, comunque......(Sergio)
Cassegrain coudè 450 mm f 15 OPS optics (1/16 pv - 1/43 rms sthrel 0,97) terminato.
SUINOX (r) 80/540 ed. - Acro 100/1300 "Old Style"
Acromatico folded 230 mm. f 18 in costruzione.
Dall Kirkham "Raptor" 277 mm. f 24,3 ostr. 18% in costruzione.


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MessaggioInviato: mercoledì 28 febbraio 2007, 23:12 
A dire il vero a me interessava...
stavo aspettando che tu spiegassi il tuo sistema per la cella... :wink:
per quanto riguarda il vetro, se dovessi farmi uno specchione utilizzerei senza dubbio vetro sottile, più che altro per motivi economici e di peso.
Ma io penso sempre ad un Dobson.
Dovesse servire per un Qualcosa-Cassegrain non saprei...
quanto può influire il peso dello specchio sullo shift del fuocheggiatore?


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MessaggioInviato: mercoledì 28 febbraio 2007, 23:15 
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Iscritto il: sabato 4 marzo 2006, 23:04
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Fede67 ha scritto:
A dire il vero a me interessava...
stavo aspettando che tu spiegassi il tuo sistema per la cella... :wink:
per quanto riguarda il vetro, se dovessi farmi uno specchione utilizzerei senza dubbio vetro sottile, più che altro per motivi economici e di peso.
Ma io penso sempre ad un Dobson.
Dovesse servire per un Qualcosa-Cassegrain non saprei...
quanto può influire il peso dello specchio sullo shift del fuocheggiatore?



il progetto cella è in CAM e presto sarà in CAD, comunque lo spessore dello specchio non incide sul costo, in quanto i nostri 45 mm sono corretti a 1/8 mentre i 23 mm di cui parlo sono corretti a 1/10
Se la meccanica è fatta a dovere il peso specchio NON deve influire sul shift del fuocheggiatore

ciao masssss

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MessaggioInviato: giovedì 1 marzo 2007, 14:43 
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Mio suocero che ha un 300mm del grande Vigilio Marcon, su consiglio dello stesso lo mise nella sua culatta di alluminio semplicemente appoggiandolo a un pannetto di feltro dello stesso diametro dello specchio e di spessore 6-7 mm, lasciandolo adattare con il suo stesso peso, poi fissato nei tre punti a 120° con una piccola molla in ogni fermo, in modo che ad ogni inclinazione del tubo, le molle tengono in posizione lo specchio.
Poi tutto intorno alla circonferenza dello specchio, ha messo uno spessore di cuoio che lo tiene centrato rispetto alla parete della culatta.
Il Marcon gli aveva consigliato questa soluzione per evitare eventuale astigmatismo alle diverse inclinazioni del telescopio.
Probabilmente questa soluzione può essere valida per diametri non troppo grandi.
Personalmente non ho poca esperienza con l’assemblaggio degli specchi, un po di più coi rifrattori.
Maurizio F.

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tripletto apo 155 f. 7 a contatto
oculari clave': 5,6,8,12,16,20,25,35,45
zoom vixen 8-24; zoom hyperion 8-24
erfle 40mm, wide scan II 30mm, leica 14mm wa
pentax xl: 21-10.5-5.2, radian 3mm
prisma di Herschel 2"
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MessaggioInviato: giovedì 1 marzo 2007, 15:18 
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Fede67 ha scritto:
A dire il vero a me interessava... stavo aspettando che tu spiegassi il tuo sistema per la cella... :wink:

Idem (con patate).

Donato.


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MessaggioInviato: giovedì 1 marzo 2007, 15:37 
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ForMa55 ha scritto:
Mio suocero che ha un 300mm del grande Vigilio Marcon, su consiglio dello stesso lo mise nella sua culatta di alluminio semplicemente appoggiandolo a un pannetto di feltro dello stesso diametro dello specchio e di spessore 6-7 mm, lasciandolo adattare con il suo stesso peso, poi fissato nei tre punti a 120° con una piccola molla in ogni fermo, in modo che ad ogni inclinazione del tubo, le molle tengono in posizione lo specchio.
Poi tutto intorno alla circonferenza dello specchio, ha messo uno spessore di cuoio che lo tiene centrato rispetto alla parete della culatta.
Il Marcon gli aveva consigliato questa soluzione per evitare eventuale astigmatismo alle diverse inclinazioni del telescopio.
Probabilmente questa soluzione può essere valida per diametri non troppo grandi.
Personalmente non ho poca esperienza con l’assemblaggio degli specchi, un po di più coi rifrattori.
Maurizio F.




si alla faccia della poca esperienza e un po piu' coi rifrattori eh?
facciamo cambio?
ciao
max

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non basta sapere si deve anche applicare, non è abbastanza volere, si deve anche fare. (W. Goethe)
Quindi, non per il sapientone che pretende "applicare", non so bene cosa più delle chiacchiere, comunque......(Sergio)
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doduz ha scritto:
Fede67 ha scritto:
A dire il vero a me interessava... stavo aspettando che tu spiegassi il tuo sistema per la cella... :wink:

Idem (con patate).

Donato.


okei ti mando 5 kg di patate

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> Personalmente “non” ho poca esperienza con l’assemblaggio
> degli specchi, un po di più coi rifrattori.

Scusate mi sono accorto proprio adesso di avere messo un “non” di troppo.
E’ stato un lapsus.
La realtà e proprio questa ho realizzato più rifrattori e solo un paio di specchi, e di conseguenza anche il relativo assemblaggio.
Maurizio F.

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ForMa55 ha scritto:
> Personalmente “non” ho poca esperienza con l’assemblaggio
> degli specchi, un po di più coi rifrattori.

Scusate mi sono accorto proprio adesso di avere messo un “non” di troppo.
E’ stato un lapsus.
La realtà e proprio questa ho realizzato più rifrattori e solo un paio di specchi, e di conseguenza anche il relativo assemblaggio.
Maurizio F.



credo di parlare a nome di molti dicendo che sei un vero esempio di astrofilo costruttore di altissimo livello.

d'accord?
ciao

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MessaggioInviato: venerdì 2 marzo 2007, 13:03 
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Maurizio F.




ciao Maurizio,
credo che il tuo discorso fila ma per strutture con spessori elevati, cosi' come nella tradizione marcon.
Tutti sappiamo le problematiche - su un diametro ben maggiore - sofferte dal primario dell'osservatorio di s. Barthelemy per una errata progettazione della cella.
Infatti se insisto su questo argomento è perchè sono convinto - e me lo confermi tu con le tue opere di primissima qualità - che una progettazione molto accurata del supporto (che non vuol dire più costosa!), sia fondamentale per sfruttare ottiche ben lavorate. Mi pare che tuo suocero ha un newton con una montatura molto particolare (e molto bella) se mi ricordo e nn mi confondo, comunque in postazione fissa - spero che se avro' tempo visto che a carpi ci vengo mensilmente - di poterti incontrare perchè sarebbe per me molto bello poter chiaccherare 1o minuti con te.
Non mi pare che attualmente questo aspetto sia stato affrontato in modo adeguato se non per strumenti (prevalentemente fissi) ma al top (molto top) di gamma.
un caro saluto
max

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