spazzavento78 ha scritto:
Io l'ho adottato il waterblock (vedi anche immagini all'inizio di questo post),ma ti assicuro che gestire tubi,acqua,contenitore dell'acqua ecc è una bella impresa in postazione fissa,non oso immaginare da portare in giro. Io stò riconsiderando il tutto e vedere cosa riesco a fare con i dissipatori ad aria.
Ho visto dalla foto che hai usato una borsa termica con del ghiaccio per raffreddare il liquido del waterblock. Quel sistema ha senso se non usi una Peltier e sfrutti solo il calore latente di fusione del ghiaccio ( 333 kJ/Kg) come fonte di energia frigorifera e quindi hai interesse a CONSERVARE il calore (freddo) del liquido più a lungo possibile. Paradossalmente se spegni la Peltier potresti anche avere temperature più basse, usando una bella carica di ghiaccio in una borsa frigorifera passiva ben coibentata (Non so se un minifrigo elettrico possa essere un valido sostituto) . Se invece lo scopo è quello di DISSIPARE il calore della Peltier+fotocamera verso l'ambiente esterno, credo sarebbe stato più conveniente usare un secondo waterblock accoppiato termicamente a un grosso dissipatore con grossa ventola poggiati per terra, o anche ricircolare il liquido in un secchio di latta dotato di buona superficie disperdente, o meglio ancora, se in postazione fissa, fare a meno della pompa, che anch'essa produce del calore INDESIDERATO, e attaccarsi a un rubinetto scaricando in fognatura l'acqua che passa per il waterblock. Poiché la capacità termica dell'acqua è 1 cal/g K, ovvero circa 4,2 J/g K, per smaltire ipotetici 42 watt con un delta T di 5° ci vuole un flusso di 2 ml/s, ovvero circa 7 litri d'acqua all'ora.
Tornando al progetto originario, cioè raffreddamento ad aria, penso sia doveroso, per evitare di fare castronate, andarsi a cercare le curve di rendimento del TEC per diversi valori di corrente e calore spostato, in modo da ottimizzare il sistema, o in altre parole, far funzionare la Peltier in condizioni tali da avere il massimo COP per un determinato delta T. Ripeto, non ha senso mandare 50 W alla Peltier se a quella potenza il rendimento è molto basso e se per smaltire quel calore ci ritroviamo con un delta T di 10-20° tra lato caldo del TEC e l'ambiente.

Da questa curva si può avere un'idea di massima del rendimento ( C.O.P., ovvero rapporto numerico tra energia elettrica fornita al TEC e energia termica spostata dal TEC, che è in fin dei conti, nient'altro che una pompa di calore) di un TEC, che è molto più alto ( > 1)quando si usa a bassa potenza che quando si usa al massimo della potenza ( << 1). Pertanto potrebbe essere molto più rilevante una buona coibentazione della fotocamera = minor calore da spostare, piuttosto che una maggiore potenza elettrica inviata al TEC.
Considerando trascurabile il calore proveniente dai circuiti elettrici della fotocamera, che a tal fine conviene utilizzare
con il display spento, si può stimare il calore da smaltire considerando la differenza di temperatura tra la "camera fredda" e l'aria esterna, lo spessore dell'isolante, e la trasmittanza termica dello scatolotto. Per il polistirene espanso la trasmittanza è intorno a 0,035 W/mK, ovvero un cubo di polistirene di un metro di lato trasmetterebbe 0,035 W di calore tra due facce sotto un delta termico di un grado. Ad esempo, supponendo di usare polistirene espanso da 5 cm, e che la superficie totale dello scatolo sia 10 dm², e che la differenza di temperatura tra interno ed esterno sia di 20°, avremo:
20 K * 0,035 W/mK * 0,1 m²/ 0,05 m=1,4 W
Sembrerebbe quindi più logico utilizzare il TEC con potenze dell'ordine dei watt, non delle decine di watt.
Tanto per dare qualche indicazione, potete intanto scaricare i dati tecnici di un TEC da questo indirizzo:
http://www.rmtltd.ru/datasheets/1mc04048.pdf