1° Forum di Astronomia Amatoriale Italiano

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Autore Messaggio
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MessaggioInviato: sabato 10 marzo 2007, 10:28 
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Iscritto il: sabato 4 marzo 2006, 23:04
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diglit ha scritto:
ciao,

no, A Zen non ho chiesto, francamente. Proverò a dargli una telefonata lunedì o martedì.
Intanto cerco il numero che mi suggerisci.
ciao e grazie.


Paolo


Zen soffre dello stesso problema. Se gli chiedi un'ottica forse te la fa, se ne richiedi più di una ti risponde nisba, in quanto lui è interessato a vendere le sue intubazioni complete.

Oltre che Crimi c'è anche la SILO di firenze, ma non so come sono messi come prezzi......
ciao
max

_________________
non basta sapere si deve anche applicare, non è abbastanza volere, si deve anche fare. (W. Goethe)
Quindi, non per il sapientone che pretende "applicare", non so bene cosa più delle chiacchiere, comunque......(Sergio)
Cassegrain coudè 450 mm f 15 OPS optics (1/16 pv - 1/43 rms sthrel 0,97) terminato.
SUINOX (r) 80/540 ed. - Acro 100/1300 "Old Style"
Acromatico folded 230 mm. f 18 in costruzione.
Dall Kirkham "Raptor" 277 mm. f 24,3 ostr. 18% in costruzione.


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MessaggioInviato: sabato 10 marzo 2007, 16:18 
quello che mi fa impazzire di questi artigiani (che sono comuqnue bravi nel lavorare le componenti ottiche, sulla meccanica ho le mie perplessità) è che sono ancora all'età della pietra. Non hanno idea di cosa sia industrializzazioni e sinergia nella creazione di prodotti e nella proposta di mercato.
Ciò che fanno rischia di comiciare e finire con loro. In altri paesi, approcci imprenditoriali più mirati, hanno dato vita a realtà di livello mondiale (c...la Meade è nata con un newton da 15 cm. in un garage....).
Da noi, e questo avviene anche per le piccole manifacturing americane a dire il vero, si assiste a uno strenuo tentativo di difendere il "feudo", e mantenere in vita realtà che producono 50 strumenti all'anno e tirano avanti...
sono molto dubbioso che questa sia la via giusta per creare inversione di mercarto e una realtà che, organizzata bene, potrebbe diventare leader in capo a pochissimi anni.


Paolo


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MessaggioInviato: sabato 10 marzo 2007, 16:21 
sì, Massimo, ma io ai due americani ho fatto un certo discorsetto... e mi è stato fondamentalmente risposto che non sono in grado di realizzare i quantitativi supposti... (una supposta!) hihihi... dai... ma che imprenditori sono?!

Comunque sia finirò per archiviare del tutto, anche i miei amici interessati si sono smontati alla fine, e procedere come una formichina in attesa di avere tempo e risorse per un telescopione da piazzarsi in valle, dotarlo bene, e poi.-.. invitarvi! eheh.

Paolo


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MessaggioInviato: sabato 10 marzo 2007, 23:02 
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Iscritto il: sabato 4 marzo 2006, 23:04
Messaggi: 1623
Località: trivero
diglit ha scritto:
sì, Massimo, ma io ai due americani ho fatto un certo discorsetto... e mi è stato fondamentalmente risposto che non sono in grado di realizzare i quantitativi supposti... (una supposta!) hihihi... dai... ma che imprenditori sono?!

Comunque sia finirò per archiviare del tutto, anche i miei amici interessati si sono smontati alla fine, e procedere come una formichina in attesa di avere tempo e risorse per un telescopione da piazzarsi in valle, dotarlo bene, e poi.-.. invitarvi! eheh.

Paolo



Bè Paolo non mi racconti nulla di nuovo. Però una cosa la devo dire.
I nostri artigiani, forse bravi, sono cosi' microscopici che non li considererei minimamente per una produzione anche in piccola serie, in piu' non è che sono dei ragazzini....... il problema fondamentale è che se ti appoggi in outsourcing esternamente con fornitori molto piccoli, diciamo zen tanto per fare un nome, il giorno che a questo signore viene la bronchite (speriamo di no) tu non ricevi più le forniture, e che fai?
Medesimo problema con alcuni produttori di ottiche americani che producono, ma come secondo lavoro, o per serie molto piccole. Non a caso in quel mercato anche le produzioni russe trovano ampio sbocco.
Diciamo che la situazione americana è la situazione italiana ingigantita.
Molti produttori di specchioni, pochi produttori di alta gamma ma che non ti sanno dare garanzie sui quantitativi, oppure sono fuori prezzo.
Nella mia attività, non astronomica, mi appoggio in outsourcing a 5 aziende esterne, ciascuna specializzata in una lavorazione, ci ho messo degli anni a trovarle, ad alcune ho persino acquistato i macchinari e glieli ho dati in comodato.
Ora: non si puo' pensare di produrre strumenti appoggiando esternamente tutte le produzioni e le forniture. Questo è uno dei motivi del non successo dei produttori italiani. Facciamo nomi: Astrotech, a prescindere sul prodotto bello o buono che sia, è in fondo un negozio di 140 mq. che appoggia esternamente ogni lavorazione, acquistando le ottiche dai vari produttori, e progettando in proprio i tubi. Il risultato: costi molto alti sul prodotto finito ecc.
Io credo, dopo venti anni di imprenditoria e lancio sul mercato di prodotti con il mio marchio, oppure prodotti realizzati con marchio di altri, di aver acquisito un minimo concetto di "industrializzazione" di un prodotto, che sia un telescopio o un bicchiere.
La prima regola è che non basta l'entusiasmo di pochi amici al grido di "uniamo le forze" (patetiche iniziative commerciali in italia spiegano il perchè leggendo i bilanci); la seconda regola è che se si vuol produrre un bicchiere occorre una competenza verticalizzata. Io produco alcune cose, tra queste elementi in composito ad esempio, ma nella mia azienda piccola io in ogni caso ho le competenze per dirigere e promuovere un progetto, delegando poi ai collaboratori interni le specificità. Ma sono collaboratori interni pagati, non amici. Chi promuove un progetto deve avere da una mano il portafogli, dall'altra una visione globalizzata delle vie da percorrere, contornata da tutte le conoscenze sufficientemente specifiche da saper indirizzare chi collabora (nel senso, ripeto, non dell'amico che ti contraddice in ogni momento, ma del dipendente che esegue - al meglio delle proprie competenze - il compito assegnato).
In altre parole piu' rozze direi che industrializzare vuol dire avere una azienda intesa come azeinda fisicamente esistente e strutturata per quel compito, con i giusti capitali e le giuste risorse umane. Questo è un punto chiave per essere ascoltati dai fornitori, dalle banche, dal mercato.
Fondamentalmente qui sta il gioco. Se vogliamo fare altri nomi, ad esempio 10 micron, azienda meccanica che ha iniziato a produrre montature. L'attività prevalente non è questa. Ovvio che la struttura esiste con tutti i suoi macchinari, il suo immobile, la parte finanziaria ecc., ma per loro è stato semplicemente introdurre un prodotto nuovo a quelli che già facevano per altri mercati. Poi una buona impostazione di marketing ha fatto il resto. Bellincioni Franco, idem con patate, anche se molto piu' piccolo, lui ha sempre fatto lavorazioni meccaniche per il settore tessile e nel tempo ha inserito nel suol lavoro la costruzione di montature, cosi' come per 10 micron non ci sono stati stravolgimenti ma solamente l'implentazione di un nuovo articolo.
Per le ottiche, se qualcuno vuole fare serie interessanti, ci sono solo due strade: o investe e si mette una linea di produzione interna comprensiva di macchinari e personale, o piglia l'aereo va a taiwan si cerca un produttore affidabile, posto che esista, e compera cifre importanti. Altre possibilità ci sono ma devono essere presentate con relazioni tra azienda ed azienda, bisogna essere dotati di fido commerciale adeguato per le assicurazioni crediti dei fornitori. Se molte porte ti sono state chiuse è anche e soprattutto per il fatto che l'impressione data - credo - sia quella di un gruppo di amici che si vuol mettere a fare telescopi. Non è questo l'approccio adeguato per ottenere delle risposte.
A volte mi capita di iniziare trattative lunghe ed estenuanti con alcuni fornitori, ma se solo uno dei parametri che ti ho dato sopra (storia dell'azienda, anzianità dell'azienda, fido commerciale, esposizione finanziaria, redditività, presidio del mercato, competenze interne, ecc.) non quadra ben difficilmente l'accordo si farà. La stessa cosa vale al contrario: se cerco un fornitore, anche se sono io che lo pago, prima ne assumo tutte le informazioni del caso, il fornitore è piu' importante del cliente se vuoi produrre, ed un fornitore in difficoltà finanziare o che lavora a spanne è un probabile fornitore di guai per la mia azienda.
Poi certo tutto è permesso se si vogliono produrre 10 pezzi all'anno, allora fai come altri: comperi da zen, marcon, orion ecc. Ma non mi pare sia questa la strada per auspicare una realtà europea contrapposta a quelle americane.
Scusa se ho scritto male, ma l'ho fatto in fretta, ci tenevo ad esporre un pensiero che secondo me -molti - dovrebbero leggersi ogni tanto.
Provare per credere........

ciao
max

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Quindi, non per il sapientone che pretende "applicare", non so bene cosa più delle chiacchiere, comunque......(Sergio)
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MessaggioInviato: domenica 11 marzo 2007, 20:57 
sono assolutamente AGREE con te, Massimo.
Sembrano parole scritte da me, le tue... CENTRO.

Proprio questo olevo dire.
Non esiste industrializzazione.
Io mi occupo di edilizia, ho un'impresa che si occupa di ristrutturazioni e restauri e abbiamo un discreto numero di collaboratori, operai, fornitori..
Quando dicevo "amici", intendevo dire "fornitori" che, nel corso degli anni, sono diventati anche amici e con i quali c'è una collaborazione che esula da quella meramente lavorativa.
Il concetto è proprio quello che dovrei investire e creare una ditta ad alto livello con i capitali, e le maestranze per creare un mercato, o meglio per essere nel mercato a pari livello di quelle che conosciamo.
La situazione di astrotech la conosco bene, G.Dal Lago lo conosco bene, anche Braga e via dicendo.. assemblano ciò che fanno altri e sono completamente fuori mercato.
Non era questa l'idea
La mia era quella di evitare solamente la catena realizzativa degli specchi, per snellire la cosa.
Purtroppo in questo momento della vita non ho il tempo e le energie per mettere in piedi una cosa del genere perché ho già la mia ditta e la mia famiglia e sono entrambe in un momento in cui richiedono grandi investimenti :wink: , quindi un'attività in più mi snerverebbe non poco, spec\ilamente i primi due anni, momeno in cui si da l'impronta a una attività e questa richiede maggiori attenzioi e investimenti.
E' una cosa di cui però non accantono completamente l'idea, il mio lavoro attuale è un delirio e tra qualche anno potrei anche avere voglia di diversivi (la ditta esiste da quasi 40 anni oramai...).
PERO' mi fa estremamente piacere trovare in te (che mi hai invitato qui) una cosi ampia sintonia di vedute.
Un augurio di buona sera e procicua settimana.

Paolo


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MessaggioInviato: domenica 11 marzo 2007, 23:16 
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Iscritto il: sabato 4 marzo 2006, 23:04
Messaggi: 1623
Località: trivero
diglit ha scritto:
sono assolutamente AGREE con te, Massimo.
Sembrano parole scritte da me, le tue... CENTRO.

Proprio questo olevo dire.
Non esiste industrializzazione.
Io mi occupo di edilizia, ho un'impresa che si occupa di ristrutturazioni e restauri e abbiamo un discreto numero di collaboratori, operai, fornitori..
Quando dicevo "amici", intendevo dire "fornitori" che, nel corso degli anni, sono diventati anche amici e con i quali c'è una collaborazione che esula da quella meramente lavorativa.
Il concetto è proprio quello che dovrei investire e creare una ditta ad alto livello con i capitali, e le maestranze per creare un mercato, o meglio per essere nel mercato a pari livello di quelle che conosciamo.
La situazione di astrotech la conosco bene, G.Dal Lago lo conosco bene, anche Braga e via dicendo.. assemblano ciò che fanno altri e sono completamente fuori mercato.
Non era questa l'idea
La mia era quella di evitare solamente la catena realizzativa degli specchi, per snellire la cosa.
Purtroppo in questo momento della vita non ho il tempo e le energie per mettere in piedi una cosa del genere perché ho già la mia ditta e la mia famiglia e sono entrambe in un momento in cui richiedono grandi investimenti :wink: , quindi un'attività in più mi snerverebbe non poco, spec\ilamente i primi due anni, momeno in cui si da l'impronta a una attività e questa richiede maggiori attenzioi e investimenti.
E' una cosa di cui però non accantono completamente l'idea, il mio lavoro attuale è un delirio e tra qualche anno potrei anche avere voglia di diversivi (la ditta esiste da quasi 40 anni oramai...).
PERO' mi fa estremamente piacere trovare in te (che mi hai invitato qui) una cosi ampia sintonia di vedute.
Un augurio di buona sera e procicua settimana.

Paolo



Vedi, c'è sintonia in questo discorso perchè entrambi operiamo sul mercato e sappiamo cosa vuol dire essere imprenditori, grandi o piccoli che sia, ma con una continuatà decennale e con una presenza sul mercato.
Purtroppo molti astrofili sognano di costruire e vendere, dimenticando che questa è solo una piccola parte dell'iniziativa. Il nanismo delle aziende dimostra proprio la mancanza di una mentalità adeguata allo scopo.
Comunque il punto focale è che senza una produzione in proprio delle parti ottiche..........credo sia molto difficile, non sono le officine meccaniche di precisione o gli ingegneri che mancano (basta pagare e qualunque studio di ingegneria ti tira fuori quello che vuoi no?).
Ben sono contento di vedere che non ho idee che arrivano dalla luna.
L'unica questio ancora da stabilire è quanto un mercato europeo deve assorbire per ammortizzare l'investimento iniziale (molto molto pesante),
questo è un po' una incognita difficile da stabilire, considerando che di concorrenza ne avresti molta e di competenza (da parte del cliente medio) poca, non so fino a che punto il mercato è in grado di capire ed apprezzare un prodotto di qualche scalino superiore allo standard basso celestron o meade, pagandolo ovviamente un pezzo in piu' (e questo non lo si puo' nascondere, produrre in europa vuol dire pagare costi alti e ammortizzare una struttura ex novo che è costata magari 2-300000 euro prima di andare a regime.....). Questo è l'unico dubbio che ho.
ciao
max

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non basta sapere si deve anche applicare, non è abbastanza volere, si deve anche fare. (W. Goethe)
Quindi, non per il sapientone che pretende "applicare", non so bene cosa più delle chiacchiere, comunque......(Sergio)
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MessaggioInviato: lunedì 12 marzo 2007, 0:18 
è un dubbio che ha solo una risposta, temo.
L'investimento è superiore a quanto indichi, non tanto per l'esborso iniziale ma per la gestione totale della struttura sul periodo di.. due anni almeno prima che le cose girino. Poi la parità la raggiungi in 5 anni, forse.
Il che porta, scusami, a investimenti molto più redditizi e a minor termine.
Questo discorso solo per dire che alcuni pensieri sono già stati fatti da questa parte della linea telefonica... solo che non è il momento per me, e francamente non so nemmeno se ne vale la pena fino in fondo.
Comunque sia lo spazio credo ci sarebbe, in fin dei conti piccole realtà industriali come TEC o takahashi si sono imposte bene sul mercato.
Ho seguito da lontano la vicenda del nuovo osservatorio di varese e ho compreso che gli spazi esistono anche in campo professionale, con gli agganci giusti. Comunque sia è un discorso accademico.
Ciò che però resta a solleticare un desiderio antico è la realizzazione di uno strumento di dimensione generosa e impiego visuale che desidero, prima o poi, mettere in cantiere. Se vorrai te ne parlerò davanti a un caffè, ma la cosa alberga segretamente in me da alcuni anni e dovrei, prima o poi, affrontarla su basi concrete.
Resto purtroppo profondamente indeciso sullo schema ottico, che ne determina da una parte il costo, dall'altra la praticità e comodità d'uso.

Paolo


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MessaggioInviato: lunedì 12 marzo 2007, 9:25 
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Iscritto il: sabato 4 marzo 2006, 23:04
Messaggi: 1623
Località: trivero
diglit ha scritto:
è un dubbio che ha solo una risposta, temo.
L'investimento è superiore a quanto indichi, non tanto per l'esborso iniziale ma per la gestione totale della struttura sul periodo di.. due anni almeno prima che le cose girino. Poi la parità la raggiungi in 5 anni, forse.
Il che porta, scusami, a investimenti molto più redditizi e a minor termine.
Questo discorso solo per dire che alcuni pensieri sono già stati fatti da questa parte della linea telefonica... solo che non è il momento per me, e francamente non so nemmeno se ne vale la pena fino in fondo.
Comunque sia lo spazio credo ci sarebbe, in fin dei conti piccole realtà industriali come TEC o takahashi si sono imposte bene sul mercato.
Ho seguito da lontano la vicenda del nuovo osservatorio di varese e ho compreso che gli spazi esistono anche in campo professionale, con gli agganci giusti. Comunque sia è un discorso accademico.
Ciò che però resta a solleticare un desiderio antico è la realizzazione di uno strumento di dimensione generosa e impiego visuale che desidero, prima o poi, mettere in cantiere. Se vorrai te ne parlerò davanti a un caffè, ma la cosa alberga segretamente in me da alcuni anni e dovrei, prima o poi, affrontarla su basi concrete.
Resto purtroppo profondamente indeciso sullo schema ottico, che ne determina da una parte il costo, dall'altra la praticità e comodità d'uso.

Paolo



quando puoi e vuoi ci incontriamo
ciao
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