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Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: Re: Specchio primario in plastica?
MessaggioInviato: martedì 5 maggio 2015, 22:44 
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Iscritto il: sabato 22 maggio 2010, 14:49
Messaggi: 3216
Località: Verona
Ciao Antonio,
grazie per le foto,toglimi una curiosità ; sei sicuro che le micro bolle vanno ad inficiare
la qualità ottica dello specchio ? Hai fatto delle prove ? Secondo me qualche problema
potrebbe nascere dal supporto....

Ho due strumenti con focale nativa da 800 mm,uno è autocostruito con ottiche Zen,
l'altro è un Geoptik con ottiche a me sconosciute (Vianello !? Boh...)

Non me la sento di consigliarti nessuna marca in particolare per vari motivi....
(se vuoi ne parliamo in MP)

Posso consigliarti però di guardare con attenzione i vari "mercatini",dove vedo spesso
telescopi più o meno blasonati a prezzi molto interessanti...

Paolo

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Paolo
Lunt 60-Ha--Lunt 60-CaII K - e....molto altro che, aimè, mi consente di fare solo astronomia quantitativa ! (Cit.)


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 Oggetto del messaggio: Re: Specchio primario in plastica?
MessaggioInviato: martedì 5 maggio 2015, 23:33 
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Iscritto il: mercoledì 13 febbraio 2008, 18:58
Messaggi: 210
Andrea,
lo specchio made in usa era fatto di "plaster" che, tradotto, significa gesso. Non so che tipo di gesso abbiano usato.

Dopo vari miscugli, io invece ho usato per il substrato una mescola particolare che comprendeva anche un certo tipo di cemento.
Questa mescola è quella che dava i migliori risultati in fatto di durezza, resistenza, stabilità, bassa dilatazione, anisotropicità. Sul substrato vanno depositati vari strati sottili di resina ciascuno dei quali deve ricevere l'impronta dello stampo. Nel mio caso ho usato una lente sferica convessa con un piccolo raggio di curvatura, ma nulla vieterebbe di impiegare una stampo parabolico convesso con qualsiasi forma. Le varie deposizioni vanno fatte al momento giusto, quando cioè lo strato precedente è sufficientemente indurito, ma non tanto duro da non poter inglobare quello successivo.
Il problema che mi ha fatto desistere è la difficoltà di distacco dello stampo. Se si usa un liquido o spray distaccante non si ottiene una superfice ottica accettabile. Se non lo si usa, la superficie è piuttosto buona, ma lo stampo rimane incollato alla resina. In pratica, dopo mesi di prove, sono riuscito a ricavare solamente uno "specchio", quello presentato nella foto 1500.
Ma anche se si riuscisse a risolvere questo problema, durante la stagionatura la resina si ritira in modo difficilmente controllabile, alterando così la figura ottica.

Del resto lo specchio che ho costruito non è alluminato e non l'ho quindi testato. Probabilmente potrebbe essere buono per...farsi la barba, ma ho forti dubbi che abbia qualità ottiche sufficienti per essere impiegato in un telescopio, anche se avesse il raggio di curvatura appropriato.

Per quanto riguarda l'alluminatura, non c'è problema. A quanto ne so, l'elettrodeposizione sotto vuoto PVD la si può fare su qualsiasi substrato, quindi anche sull'ultimo strato di resina del nostro specchio.

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Antonio Zanardo


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 Oggetto del messaggio: Re: Specchio primario in plastica?
MessaggioInviato: mercoledì 6 maggio 2015, 10:30 
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Iscritto il: sabato 11 febbraio 2006, 12:43
Messaggi: 16143
Località: Milano
Tipo di Astrofilo: Visualista
Anni fà apri un topic simile, però sulle lenti di "plastica" viewtopic.php?f=3&t=37546 qui venne fuori anche che (al momento solo in ambito militare) si stavano realizzando degli specchi in carbonio, in pratica tramite uno stampo a tolleranze ottiche, si realizzavano specchi in fibra di carbonio (ed altri "tecnomateriali") con la necessaria rigidità, precisione dimensionale e capacità di mantenimento della forma (la dilatazione termica della fibra di carbonio e minima) tale da avere un supporto otticamente valido da poter alluminare senza problemi; naturalmente dio solo sà quando tale tipo di produzione potrà essere diaponibile per i comuni mortali a prezzi "umani". :mrgreen:

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Newton: Barile 400/1830 mm; Obice 200/1650 mm; Bidoncino 114/1300 mm solarizzato. •• Rifrattori: Nano apo 80/480 mm; Milo acro 76/1400 mm; 60ino acro 60/700 mm. •• Catadiottrici: C8 xlt. •• Binocoli: Docter Aspectem 40x80 ED, William Optics 22x70 ED, Vixen Ultima 8x56, Nikon Action EX 16x50, Canon 10x30 IS II, Vortex Vanquish 8x26, Ibis Horus 5x25, Pentax Papilio 6,5x21, Orion 2x54.


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 Oggetto del messaggio: Re: Specchio primario in plastica?
MessaggioInviato: domenica 10 maggio 2015, 15:52 
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Iscritto il: domenica 15 febbraio 2009, 22:09
Messaggi: 338
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
andreaconsole ha scritto:
la tolleranza su una superficie riflettente è la metà di quella su una lente, no?
Certo se si potessero stampare si risparmierebbe in costi di lavorazione e in peso; non so se una cella, per quanto più complessa, possa annullare questi vantaggi.


Scusa Andrea ma ne "il libro dei telescopi" di Walter Ferreri alla pagg. 62-63 c'è scritto:
_Probabilmente è poco noto che ,per ottenere la stessa tolleranza,la superficie di uno specchio deve essere lavorata con una precisione 4 volte maggiore rispetto a quella richiesta alle 4 superfici di un doppietto.Il rapporto di errore tra specchi e lenti,a parità di tolleranza ammessa sulla curvatura, è di:2/(n-1).Poichè n vale circa 1,5 ,il risultato equivale approssimativamente a 4.Se ad esempio,si desidera mantenere l'errore al massimo di 1/4 lambda(lambda=5600 A°),cioè a 1400A°,per un doppietto il massimo scarto s di lavorazione dev'essere:s=1400/(n-1)=2800A°.Cioè,il difetto non deve superare lambda/2.Per uno specchio,al contrario,esso è dato da s=1400/2,perchè la riflessione richiede un cammino doppio,durante il quale il difetto di lavorazione è incontrato sia durante l'andata che il ritorno.Quindi,gli specchi devono essere lavorati con una tolleranza massima di lambda/8-

Io non sono un'esperto di ottica ma questa cosa l'avevo letta parecchi anni fà, e mi ricordavo che gli specchi devono essere lavorati con maggiore precisione.

Straiker

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 Oggetto del messaggio: Re: Specchio primario in plastica?
MessaggioInviato: domenica 10 maggio 2015, 16:13 
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Iscritto il: lunedì 13 febbraio 2006, 9:53
Messaggi: 14846
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
sì, è quello che ho detto io: la tolleranza è la metà perché ogni errore vale doppio. Tu addirittura mi dici 4 volte, ma il senso è quello

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 Oggetto del messaggio: Re: Specchio primario in plastica?
MessaggioInviato: domenica 10 maggio 2015, 18:45 
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Iscritto il: mercoledì 13 febbraio 2008, 18:58
Messaggi: 210
Se a qualcuno interessano gli specchi fatti di materiale composito, ecco un link nel quale se ne parla.

http://www.compositemirrors.com/

Varie altre ditte USA si sono cimentate in questo settore, ciascuna impiegava materiali e procedimenti diversi, ma poi le ho viste scomparire dal mercato.

L'impiego di resine per fabbricare specchi comporta una serie di difficoltà, fra cui una è la necessità di dover aspettare qualche giorno per il "curing" (indurimento) ogni volta che si deposita uno strato di resina. Ma la principale è rappresentata dalle tensioni che si creano durante l'indurimento della resina stessa, o addirittura a causa di deformazioni che vengono alla luce anche a distanza di tempo (mesi od anni).
Il mio parere è che, se non esistono esigenze particolari di leggerezza, il collaudatissimo sistema di ricavare specchi dal vetro sia alla fine il più economico, il più preciso e dai risultati certi nel tempo.

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Antonio Zanardo


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 Oggetto del messaggio: Re: Specchio primario in plastica?
MessaggioInviato: lunedì 11 maggio 2015, 23:04 
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Iscritto il: mercoledì 3 dicembre 2008, 19:42
Messaggi: 104
Tipo di Astrofilo: Strumentofilo
il motivo principale per cui si continuano a fare gli specchi dei telescopi in vetro (o vetroceramica) è il basso coefficiente di dilatazione termica.. tanto per capirci se una resina epossidica a bassa dilatazione ha un coefficiente di 12*10^-6 / Kelvin un vetro BK7 (uno tra i piu' diffusi per i newtoniani) è di circa 5*10^-6 /K, il vetro borosilicato (es. Pyrex) è 3,6*10^-6 / K, per una vetroceramica come quelle impiagate per le ottiche dei telescopi è praticamente zero (spesso hanno valori di coeff. di dilatazione negativi). In ogni caso valori tanto bassi sono necessari perchè non ha senso lavorare un componente ottico con tolleranze di frazioni di lunghezze d'onda e poi realizzarlo con un materiale come le materie plastiche che con piccole variazioni di temperatura subiscono delle deformazioni decine di volte superiori alle tolleranze desiderate. Nel caso delle fibre di carbonio il suo coefficiente di dilatazione termica è molto basso (anche negativo) ma quando si parla di materiali compositi come quelli che impiegano fibre di carbonio bisogna tenere presente che non sono materili isotropi, cioè il coefficiente di dilatazione termica, come anche molte altre proprietà, cambia in funzione della direzione in cui lo si misura, il che non depone a favore di tali materiali in queste applicazioni perchè si produrrebbero delle deformazioni delle ottiche per via delle differenti dilatazione nelle direzioni principali del materiale (il vetro al contrario è un materiale isotropo ed omogeneo).

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Fabio Geusa

G-Lab
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 Oggetto del messaggio: Re: Specchio primario in plastica?
MessaggioInviato: martedì 12 maggio 2015, 18:58 
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Iscritto il: mercoledì 13 febbraio 2008, 18:58
Messaggi: 210
Fabio,

Ho invertito il significato delle parole *isotropo* che vuol dire pess'a poco "uguale in tutti i punti", quindi "omogeneo", e *anisotropo" che ovviamente significa il contrario.

Il greco l'ho studiato al liceo 65 anni fa ed ora ho fatto un po' di confusione...

Chiedo scusa.

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Antonio Zanardo


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