Nel primo post ho mostrato la ripetibilità test. Ora un esempio di quella che sembra mancanza di ripetibilità. Sono due serie di test (a) e (b), in ciascuna delle quali lo specchio è stato ruotato sul suo asse (nella serie a non è stata annotata l'entità della rotazione).
Il "sistema" è astigmatico. Però il test ci dice che l'astigmatismo NON ruota con lo specchio. Non solo, si può anche vedere che l'ammontare di astigmatismo (terza colonna) cambia da un caso all'altro. L'abberazione sferica molto meno (è diversa solo nell'ultimo caso in cui compare una deformazione a trifoglio). L'interpretazione è che la cella non sia ripetibile, e il motivo della non ripetibilità è con tutta probabilità la presenza di forze di attrito da qualche parte, che fanno sì che le forze sui punti di contatto siano variabili. Se così è, è utile sottolineare come una eventuale maggiore precisione costruttiva (che si sarebbe tentati di adottare) sarebbe irrilevante, dato che il problema non è "dove" sono i punti di appoggio, ma l'attrito che si realizza su questi. Addirittura, se si optasse per un maggiore numero di punti di appoggio (questa ne ha 18) si avrebbe perfino un effetto opposto, con la proliferazione dei punti in cui si realizza attrito.
Il problema è però probabilmente negli appoggi laterali. Il test di roddier ci permette di andare per gradi e verificare se le modifiche apportate sono efficaci. Se questa ipotesi è corretta lo sapremo a breve, quando il proprietario (che non è Marco Guidi in questo caso) avrà modificato il materiale dei punti di contatto e controllato che i gradi di libertà siano effettivamente liberi. Vale anche la pena osservare che in testi recenti si trova ancora trattato il supporto laterale nella ipotesi che le forze realizzate siano quelle senza attrito, giungendo alla (errata) conclusione che il supporto laterale non è un punto critico.
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