Il fine settimana del 20-21-22 luglio l’ho trascorso in un agriturismo vicino a Roccalbegna, un posto che secondo le mappe di Cinzano dovrebbe essere tra i più bui del centro Italia. Quindi ero curioso e sono andato a verificare.
Il luogo da cui ho osservato è stato il prato intorno all’agriturismo (“Il Poderino”, gestito da persone incredibilmente gentili e piacevoli, oltre a una cucina favolosa), a un’altezza di 560 metri s.l.m. e con coordinate 42°46'26.49"N - 11°31'51.18"E.
La prima sera, venerdì, il cielo era sereno; sabato anche ma c’era più umidità; domenica c’erano nuvole e un vento che manca poco portava via le pecore.
Venendo alle misurazioni
SQM, la prima sera la macchinetta ha registrato valori di
21,3 pressoché costanti, mentre la seconda sera i valori sono stati sempre costanti ma intorno al 21,2.
Anche a occhio era evidente che il cielo era molto bello, M31 era visibile in diretta e la Via Lattea, netta, dava chiari segni di struttura.
Tra i cieli toscani, secondo me questo è quello più buio dopo l’Isola del Giglio. Anche se tra i 21,3 di Roccalbegna e i 21,5 del Giglio la differenza è grandina.
Mentre dal Giglio non c’era quasi traccia di IL se non leggerissimamente a Est, a Roccalbegna si vedeva molto bene che c’è Grosseto a Ovest e Arcidosso, Castel del Piano, Piancastagnaio e Abbadia San Salvatore a Nord-Nord-Est
Sarebbe interessante fare altri sopralluoghi in quella zona per trovare il miglior punto d’osservazione in Maremma.
Passiamo alle cose viste: non me le sono segnate (ho la brutta abitudine di non farlo quasi mai). Quindi vado a memoria.
Quasi tutte le cose che ho osservato sono state nella serata di venerdì, in quanto la serata di sabato era più umida, con qualche velatura e impegnata almeno all’inizio nel far vedere gli oggetti più brillanti alle persone che erano là all’agriturismo.
Innanzitutto per me ci sono state due “prime galattiche” inaspettate. Puntando
M 51 ho notato per la prima volta un accenno di struttura a spirale, mentre su
M 101 la struttura a spirale era ancor più evidente rispetto a M 51. Di più, su M 101 , pur non cercandola, ho notato la condensazione
NGC 5462. La prossima volta cercherò anche le altre, ma la prossima volta sarà in primavera.
Altre cose che non avevo mai osservato sono stati gli ammassi aperti
NGC 188 (Cefeo, mag. 8,1),
NGC 6633 (Ofiuco, mag. 4,6) e
IC 4756 (Serpente-Coda, mag. 4,6); le galassie
NGC 7479 (Pegaso, mag. 10,8) e
NGC 6822 (Sagittario, mag. 9,2); le planetarie
NGC 7009 (Acquario, mag.

,
NGC 6572 (Ofiuco, mag. 8,1),
NGC 6818 (Sagittario, mag. 9,3),
NGC 6781 (Aquila, mag. 11) e
NGC 6804 (Aquila, mag. 11); i globulari
NGC 6544 (Sagittario, mag. 7,8) e
NGC 6553 (Sagittario, mag. 8,1).
Una curiosità che non avevo mai puntato è stata la
stella di Barnard, di mag. 9,5 nell’Ofiuco, una nana rossa che ha il moto proprio più veloce tra tutte le stelle e che passerà a poco meno di 4 anni luce dalla Terra fra poco più di 10.000 anni.
Una menzione a parte la merita la
Crescent (NGC 6888), che l’anno scorso al Giglio avevo cercato più volte ma mai visto. Stavolta ero munito di OIII e questo filtro ha fatto la differenza: l’ho vista piuttosto facilmente come una semi-ciambella. Me l’immaginavo molto più piccola, invece piccola non è.
Alcuni oggetti li ho cercati ma non sono riuscito a vederli: tra questi
Minkowski 92 nel Cigno di mag. 11,7 (c’ero sopra ma non c’era verso di vederlo), la
Egg Nebula CRL 2688 ancora nel Cigno di mag. 13,5 (qui ho sentito il bisogno di una carta più dettagliata del ReiseAtlas, almeno per arrivare con certezza sulla zona), la planetaria
NGC 7027 sempre nel Cigno di mag. 8,5 (questa mi ha fatto irritare parecchio, ci ero sopra e non la vedevo, eppure dovrebbe essere semplice!) e la planetaria
Jones 1, o PK 104-29.1, in Pegaso di mag. 11,5.
Il
Quintetto di Stephan, di cui avevo “visto” tre componenti l’anno scorso al Giglio, l’ho ricercato anche questa volta. Tra il cielo più chiaro e un’umidità spaventosa non ho visto quasi niente, se non un tenue bagliore al limite dell’immaginario dopo una ventina di minuti di osservazione.
Frammisti a oggetti nuovi e non trovati ho osservato i classici evergreen tipo
M 13 (una brillante esplosione di stelle),
M 31-32-110 (evidenti le due bande scure),
M 27 (una clessidra più luminosa centrale con ai lati zone meno luminose),
M 57 (una bella ciambellina),
M 11 (si è riconfermato il mio ammasso aperto preferito),
M 20 e
M 8 entrambe dettagliate,
M 16 che mostra la figura che le dà il nome,
M 17 di una bellezza disarmante, col filtro OIII poi era palese la parte più luminosa a forma di Omega-Cigno centrale con un batuffolo sopra la testa del “cigno” e uno davanti al becco, oltre a una nebulosità molto estesa dietro alla coda e un’altra sempre molto estesa sotto la pancia, con in più diverse venature scure sulla pancia (M 17 mi piace ricordarla così pittoricamente).
Tra gli altri Messier che ho guardato
M 22 mi ha di nuovo affascinato, anche se dal Giglio era ancora più luminoso.
Infine, la
Velo non l’avevo mai vista così: con l’OIII sia nella 6960 che nella 6992/5 venivano fuori molti filamenti che francamente non pensavo si potessero vedere con un 10”. Mi sono ricreduto, si vedono e anche bene.
La serata è stata racchiusa tra due osservazioni planetarie, alle 22.30 ho iniziato con
Saturno che stava tramontando e alle 3.30 ho finito con
Giove che stava sorgendo.
In conclusione, è stata una bella vacanza sotto un cielo che è difficile avere sotto casa, per cui le splendide osservazioni compensano ampiamente le 2 ore e mezzo di viaggio per arrivarci.
L’unica nota negativa è stata l’umidità, davvero indecente, tantoché il secondario alla fine era molto appannato, pur avendo montato fin dall’inizio il telo paraluce e un tubo di prolunga in polionda sopra il secondario.
Le note positive, oltre alle qualità astronomiche del posto, sono state le qualità gastronomiche del posto, unite a una gentilezza dei gestori dell’agriturismo rara da incontrare e alla bellezza naturalistica del posto in sé.
Chi ha avuto la pazienza di arrivare fin qui a leggere si merita qualche foto:
Il dobson nell’umidità:

Primo tentativo di Startrails:

La cima del Monte Labro:

Incontro ravvicinato con un lupo nel parco faunistico del Labro:
