
Nottata imprevista, decisa all’ultimo momento. Non volevamo stare a casa, fermi per un ascesso al premolare superiore, durante i giorni del mega-ponte del primo novembre.
Semplice è stata la scelta della destinazione: gran parte del Nord Italia era sotto la nebbia e bastava salire in quota per lasciarsi sotto il tappeto morbido di umidità e guardare in alto il Sole pallido dell’autunno. In alto, lassù a 1600 metri, c’è Saint Barthelemy, località famosa al mondo dell’astrofilia per l’annuale Star Party organizzato da quelli di Nuovo Orione.
L’osservatorio è splendido. Per chi non ne ha mai visto uno sembra un gioiello della tecnologia. E in effetti non è mica male.
Saint Barthelemy è un posto che bisogna visitare. A parte l’osservatorio astronomico non c’è gran che da vedere. Forse uno sguardo sullo scorcio della catena montuosa delle Alpi e sulla Valle d’Aosta non è da escludere, tant’è che ne sono uscite fuori queste fotografie-ricordo.

Sicuramente un bel vedere, almeno per un pugliese marittimo come me.
L’osservazione è stata accompagnata dal kappotto che, finalmente ha trovato la pace col suo dobson e con i movimenti. Una bella opera, fratè!
Meteo clemente, umidità sparsa, specie vicino all’orizzonte e un valore SQM intorno al 21.1 – 21.2 nei momenti migliori.
La serata è stata presa molto lentamente. Ha determinato l’ultima uscita in compagnia dell’RP-Astro NGC 16, un dobson da 40cm estremamente trasportabile e leggero, dotato di movimenti fluidi. Ma che ancora traballa un po’. Riconsegnato in mano al produttore, mi ha detto che l’azienda si è messa già in opera per risolvere.
C’è da dire che, rispetto al mio (adorato) RP-Astro ( il modello S-Stars 16″) è mooolto più leggero. Un aspetto che non si sottovaluta quando, dal primo piano di uno sgabuzzino strettissimo, lo devi portare giù in macchina e piazzarlo nel bagagliaio.
Insomma c’è ancora indecisione su quale strumento tenere.
Veniamo alle osservazioni, che si sono fatte prolifiche via via durante la nottata.La Heart Nebula,
IC1805, è stata finalmente avvistata nell’oculare del 40cm, con filtro UHC Thousand Oaks e piazzamento dell’oggetto allo Zenit. La nebulosa è veramente estesa e l’oculare non copre per niente tutto il campo dell’oggetto. Spazzolare a destra e sinistra è l’unica opportunità per vederla a 80x.
In particolare è la parte finale
NGC896 che si mostra facilmente. Si scorgono due nuvolette di diversa dimensione e luminosità. La più grande è più debole, ma mostra irregolarità di luce. La piccola è più condensata e netta.
L’idea di osservare la Heart me l’ha fatta venire Maffei, la quale galassia non si è vista per niente, nonostante il campo stellare fosse quello intorno al numero I delle galassie scoperte dell’astronomo italiano. Galassia di 11ma magnitudine e grande 3′ di diametro.
Galassie sparse nella Balena e la
NGC1530 nella Giraffa rendono movimentano la nottata. Quest’ultima, di magnitudine 13, appare uniforme e allungata a 130x. Mostra a malapena qualche discrepanza di luce. Con l’Ethos 8mm (225x) fa vedere il suo nucleo e un timido bulge. Le spire si evidenziano e si capisce che la galassia non è un’ellittica bensì una spirale.
L’alba si avvicina grazie a una rassegna di nebulose diffuse che ho deciso di iniziare. Tre filtri per nebulosa: con quale si vede meglio?
Continua…