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 Oggetto del messaggio: immagini e realtà
MessaggioInviato: venerdì 4 maggio 2007, 13:13 
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Iscritto il: giovedì 24 agosto 2006, 21:52
Messaggi: 3511
Località: Torino
Tipo di Astrofilo: Binofilo del cielo
una domanda forse un po' unfantile, probabilmente già sentita migliaia di volte da astrofotografi ma che mi incuriosice molto:
alla luce della attuali tecniche fotografiche e conoscenze scientifiche, quanto si ritiene che una fotografia possa rappresentare realisticamente un corpo celeste, (dato ovviamente per scontato lo scarto temporale per la quale la luce giunge e noi)? quelle foto cosiddette in quadricromia sono solo un grazioso artefatto colorato artistico o hanno una loro base razionale (che so,spettroscopica per esempio?)

tenete conto che:
sono un visualista puro
m'intendo discretamente di fotografia analogica nel senso più generale
so molto poco di foto digitale
non so assolutamente nulla di astrofotografia

vi ringrazio per le risposte :)

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osservo con: due occhi....perchè two eyes is meglio che one...
ero Deneb (o se preferite...ero David Bowman…..)


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MessaggioInviato: venerdì 4 maggio 2007, 13:25 
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Iscritto il: mercoledì 8 febbraio 2006, 15:35
Messaggi: 16947
Località: Dove mi portano le stelle
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
Molte foto astronomiche sono in effetti interpretazioni di dati "reali".
Te che ti intendi di fotografia generale sai che con l'uso di filtri o tecniche particolari (una estrema può essere considerata la solarizzazione) possiamo stravolgere un'immagine. E non parlo di filtri che distorcono, solo colorati .
Ecco che una foto di un ritratto viene interpretata dal fotografo in modi molto diversi. Eppure i dati di partenza sono reali.
In astrofotografia succede la stessa cosa ma esiste un qualcosa in più che la complica ulteriormente.
L'impossibilità di vedere con i nostri occhi per fare un confronto.
Ecco allora che qualsiasi interpretazione di questi dati è corretta. Fotografie riprese con filtri a banda stretta che ci fanno apparire verdi le nebulose a emissione sono solo un'interpretazione dell'autore che ha accoppiato certi dati a un colore e altri a un altro, stravolgendo quello che la nostra mente si aspetta sulla base di immagini precedenti.
Se ci dovessimo basare solo ed esclusivamente su un recettore il più possibile vicino a un occhio umano ideale ma senza le limitazioni dell'occhio (banda passante, resa cromatica a livelli bassi uguale a quella a livelli alti, ecc.) allora la pellicola è quella che si avvicina di più alla colorazione che ci aspettiamo in quanto la sua resa è proprio tarata sulla resa del nostro occhio alle varie frequenze.
E anche in questo caso parliamo di pellicole esenti di difetti.
Come vedi il discorso si apre a mille sfaccettature.
Considera che chi fa ricerca se ne frega altamente della resa cromatica. Gli altri cercano di renderla secondo il proprio gusto.
In tutti i casi, comunque, se nessuno ha fatto il furbo (e purtroppo ce ne sono) tutte le foto sono reali

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MessaggioInviato: venerdì 4 maggio 2007, 14:24 
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Iscritto il: giovedì 24 agosto 2006, 21:52
Messaggi: 3511
Località: Torino
Tipo di Astrofilo: Binofilo del cielo
tutto molto chiaro e ti ringrazio, un'ultima piccola curiosità tecnica che riguarda il digitale di cui non so molto:
in astrofotografia, date le lunghe pose, i sensori digitali soffrono del cosiddetto difetto di reciprocità che hanno le pellicole?

PS: mi scuso con i mods perchè vedo ora di aver postato nella sezione sbagliata; a vs discrezione eventuale spostamento

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MessaggioInviato: venerdì 4 maggio 2007, 14:35 
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Iscritto il: mercoledì 8 febbraio 2006, 15:35
Messaggi: 16947
Località: Dove mi portano le stelle
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
Non ho spostato perché è comunque attinente alla sezione in quanto non si parla di riprese ma di differenza fra visione e ripresa.
Tornando all'argomento i sensori digitali non soffrono del difetto di reciprocità.
Hanno altri difetti, tipo elettroluminescenza, rumore, pixel caldi ecc. ma quello no.

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MessaggioInviato: venerdì 4 maggio 2007, 15:38 
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Iscritto il: domenica 30 luglio 2006, 10:06
Messaggi: 1476
La foto è un mezzo .....non poi tanto dissimile dal telescopio.
Accumula fotoni :)

Circa poi il termine "reale" .....IMHO il suo significato è molto relativo!

In fondo una galassia osservata ad occhio nudo ha un certo aspetto (non la vedi ....tranne rari casi). Osservata tramite un 10cm ne ha un altro ...... e un altro ancora se osservata tramite un riflettore di un metro sotto un cielo buio.
Quali delle tre rappresentazioni restituite dagli strumenti (i telescopi) è piu' reale?


Circa le foto poi, perche' non pensare anche alla normale fotografia? Quanto rappresentano la realtà le foto di cio' che ci circonda? I ritratti ad esempio :)
IMHO non è molto diverso per le foto astronomiche (scienza a parte ....che ha un altro modo di approcciarsi e riprendere gli oggetti del firmamento .....piu' quantitativo.)

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MessaggioInviato: venerdì 4 maggio 2007, 15:59 
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Iscritto il: mercoledì 8 febbraio 2006, 16:40
Messaggi: 5906
Località: Magenta (MI)
Credo che la visione diretta all'oculare del telescopio differisca sostanzialmente dalla realtà per quanto riguarda nebulose e galassie, che si vedono perlopiù in bianco e nero date le caratteristiche dei nostri due pur stupendi sensori.
Almeno la pellicola (o un sensore digitale) registra i colori che ci sono, è più vicina alla realtà.

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Alessandro Re

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Sono socio del GAR http://www.astrofilirozzano.it
2 Dobson ARIETE: 14" +16"exmdl f/4,5
Celestron C8 , Newton 8" SW e Vixen 120S-NA su Vixen Sphinx SXW ; Tecnosky Apo 65, Celestron C80ED/OmniXLT100ED e C5 su CG5-GT/Vixen Porta
Torrette Baader Maxbright + Denkmeier DualArm PxS NPack + 2Antares 19mm 70°, Televue Nagler zoom 3-6mm, 7mm T1, 13mm T2 e T6, Pan 24mm.
Binocolo Steiner Rallye 20x80 e 28x110 su pantografo G. Fiorini normale e Maxi


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MessaggioInviato: venerdì 4 maggio 2007, 16:34 
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Iscritto il: domenica 23 aprile 2006, 22:02
Messaggi: 7738
Tipo di Astrofilo: Fotografo
Ritenere che "la realtà" sia quella percepita dai nostri occhi ciechi alla stragrande maggioranza delle onde elettromagnetiche, in grado di cogliere differenze solo tra tre gamme di frequenza (quelle che corrispondono ai cosiddetti colori fondamentali: rosso, verde e blu) credo sia un modo molto antropocentrico di definire "la realtà". Tutti i nostri sensori fotografici (pellicole, CCD o quello che è) in questo caso restituiscono immagini tanto più "reali" quanto più soggette alle limitazioni umane. Secondo me il fatto che io non possa "vedere" un'emissione radio, o gamma, o X, non significa che quest'emissione non esista.


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MessaggioInviato: venerdì 4 maggio 2007, 16:41 
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Iscritto il: mercoledì 8 febbraio 2006, 16:40
Messaggi: 5906
Località: Magenta (MI)
Certo Ivaldo, il fatto è che la nostra realtà di umani contempla i colori che possiamo vedere e basta : che colore avrebbe una frequenza che non entra nel nostro occhio ?
Eppure, anche dando per realtà questa, nostra e limitata, vediamo di fatto una nebulosa che non corrisponde alla immagine reale come se fossimo vicino ad essa nello spazio, in tali termini la vede molto meglio e molto più rispondente alla realtà un sensore fotografico (pellicola o digitale che sia).

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MessaggioInviato: venerdì 4 maggio 2007, 17:22 
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Messaggi: 1476
king ha scritto:
come se fossimo vicino ad essa nello spazio,



Anche perche' sarebbe talmente rarefatta .....che non ci sarebbe nulla da vedere! :p

Ma guarda un po come ci si è tuffatti in una discussione tra ...... fenomeni e noumeni come forse avrebbe detto Kant :)

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MessaggioInviato: venerdì 4 maggio 2007, 20:34 
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Bhè, bisognerebbe provare, il "vicini" è relativo... dta così sa un po' da film, lo so... :)


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