1° Forum di Astronomia Amatoriale Italiano

Che è una questione percettiva. In cui la tonalità delle lettere non c'entra un belino
Non capisco esattamente dove non ci capiamo, ma non ci capiamo pazienza

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dovrete espellere anche me

Provo a dire la mia, così a sensazione: l'occhio è come l'obiettivo della macchina fotografica con il diaframma, ora se è alla luce chiude se è al buio apre, ma senza riferimenti non sa a quanto è chiuso il 'diaframma'
Il grigio scuro al quasi buio è quasi nero mentre alla luce intensa è quasi bianco.
Ora se non ci fosse l'ombra il cervello non potrebbe sbagliare, tra grigio chiaro e grigio scuro, ma l'ombra c'è e il cervello cerca dei riferimenti per verificare ciò che è chiaro o oscuro. Ma si aspetta anche di vedere una casella 'bianca'
tra 2 'nere'. E quindi fa una via di mezzo. Penso agli amici visualisti che vedono la macchia di Giove o le nuvole di Venere se le condizioni non sono buone magari il cervello ci mette del suo. Poi sbagliare è umano !!

penso sia più o meno come dici tu, al netto della metafora fotografica che non so se sia azzeccata - dato che tutto avviene a valle della retina
ma non mi azzardo... leggendo di fretta e scrivendo di corsa si pigliano tanti di quegli abbagli (per restare in tema)

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Direi che la pupilla oculare apre/chiude in funzione dell'intensità della luce, come si fa con l'obiettivo fotografico e nel caso delle foto astronomiche, (ma non solo) e va ricercata la giusta apertura per il miglior risultato.
Con gli occhi alla luce intensa come al buio non penso sia facile determinare la differenza di tonalità del grigio, si dice appunto che di notte tutti i gatti.....Ciao.

Sì ma non credo c'entri con l'illusione percettiva di cui stiamo parlando che funziona in piena luce
Il fatto che c'entri con altre tipiche degli astrofili, sì

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in realtà il cervello è tarato per leggere i colori come tendenzialmente invarianti rispetto alle condizioni di luce - il paradosso infatti è solo apparente: il cervello legge uno schema (alternanza BN) lo interpreta come tale e integra l'informazione grezza che arriva dalla retina.
è una soluzione adattiva, altrimenti saremmo smarriti in un mondo in cui gli oggetti avrebbero un aspetto continuamente cangiante a seconda delle condizioni di luce.

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Il cervello fa l'elaborazione "software" e l'interpretazione dell'immagine. Quindi gran parte delle illusioni cromatiche sono da imputare al cervello. Non so se proprio tutte ...
Tuttavia non dimentichiamo che la retina ha i suoi fotorecettori, esattamente come i sensori delle camere fotografiche CMOS/CCD.
I coni della retina sono responsabili della visione a colori e sono di tre tipi (un po' come i pixel dei sensori a colori): coni sensibili al rosso, al blu e al verde.
I bastoncelli della retina sono molto più sensibili dei coni, ma percepiscono in bianco e nero, in perfetta analogia con i sensori monocromatici.
La retina è duplice, monocromatica con i bastoncelli (alta sensibilità), a colori con i coni (meno sensibili). Le leggi sembrano proprio uguali a quelle dei sensori CCD/CMOS.
Ora, da quanto so io, le cose sono abbastanza complesse anche a livello di retina e fotorecettori.
Almeno per due motivi.
Primo perché l'occhio si adatta alla quantità di luce generale, come se cambiasse il guadagno. Nella piena oscurità aumenta la sensibilità. Quando la luce è intensa la diminuisce. Lavora anche sulla pupilla (diaframma) ok, ma regola anche la sensibilità della retina. Se c'è qualche esperto, intervenga ... Penso che lo faccia a livello di occhio, non di cervello.
Secondo perché l'occhio bilancia il bianco in base alla tonalità generale (o forse anche locale). Bilancia il bianco, sì. Per cui l'occhio si azzera sulla tonalità dominante. E' quello che spesso ci frega.
Ci sono esperimenti famosi. Se state a lungo in una stanza con i vetri delle finestre verdi, uscite all'aria aperta ed il cielo grigio vi sembra rosa, e dopo un po' ritorna grigio ... ecc

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Costanzo
"Una cosa ho imparato nella mia lunga vita: che tutta la nostra scienza è primitiva e infantile
eppure è la cosa più preziosa che abbiamo" (A. Einstein).

Certo che una situazione reale con luci ed ombre non è la stessa cosa di una foto dove le cose sono simulate, e non penso che il cervello non lo capisca, ma proviamo a chiederci cosa deve fare questo nostro cervello?
Dire non capisco? mi rifiuto? tutto nero? tutto bianco?
Forse cerca nel suo data base ciò che risulta più simile !! (Voi cosa fareste?)
I migliori artisti nei loro quadri con prospettive, luci,ombre volevano ingannare il cervello o....fargli pescare qualche cosa di simile nel data base di ogni uno di noi?
Mi ricordo di avere visto un quadro al Louvre, (mi sembra) dove c'era una candela e la fiamma sembrava reale, si muoveva...pazzesco. Mah, certo che siamo ignoranti, senza offesa.

https://it.wikipedia.org/wiki/Retina
Ma sì.
Sono talmente complesse e sofisticate le strutture all'interno dell'occhio che al confronto la migliore CCD sul mercato sembra un giocattolino.
Per non parlare poi dell'elaborazione centralizzata dei dati acquisiti ...
Mi inginocchio. Che volete ...

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Costanzo
"Una cosa ho imparato nella mia lunga vita: che tutta la nostra scienza è primitiva e infantile
eppure è la cosa più preziosa che abbiamo" (A. Einstein).

altro che offesa: certo che siamo ignoranti... lo siamo come umanità e, personalmente, lo sono molto come individuo. più invecchio più me ne rendo conto

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