Siamo a Claut verso le 22. Il cielo è piuttosto chiaro ma ci dà già un'impressione di avvilimento, pensando a quello che sarà dopo, a notte fatta. Siamo in due: io e Aldo, chiacchierando del più e del meno in attesa di montare i tele. Sembra che la fiacca sia la dominante di questa sera, ma a un tratto tutto si capovolge: arriva una volante dei carabinieri. Non crediamo ai nostri occhi, ma è la verità. Esce per primo (erano in due), quello che doveva essere il capo. Ci guarda e dice così, lo giuro: "Adesso mi dite cosa c...o state facendo qua". La domanda, posta così, sembra rivolta a degli spacciatori o delinquenti comuni. Risponde Aldo con voce calma e chiara: "Attendiamo il buio per osservare con il telescopio." Il graduato cambia tono e sembra quasi interessato a quello che faremo. Parla di cielo più o meno limpido, parla delle splendide nottate di Claut (e questo è vero.) Poi osserva che il cielo è velato di umidità e che alcune nuvole transitano veloci per lasciare il posto ad altre. Purtroppo ce ne eravamo accorti anche noi e non speravamo in una notte clautiana. Il graduato improvvisamente riprende voce e postura che si addicono al suo grado (non conosco i gradi) e ci chiede i documenti, professionalmente trascritti dal secondo, quasi invisibile dentro l'auto di ordinanza. A questo punto, l'operazione di controllo è fatta: risultiamo innocenti e possiamo predisporci a montare le attrezzature. Siamo nuovamente soli, io e Aldo, senza pronunciare una parola sul fatto: le forze dell'Ordine fanno i loro controlli e questo è bene. Ogni tanto beccheranno pure un malvivente, considerazione che ci dà sollievo e tranquillità. Intanto è buio. Il tramonto astronomico è già passato possiamo iniziare. Ma iniziare cosa? mai visto quassù un cielo tanto brutto. Confesso che sono demoralizzato e monto il mio taka, commettendo una serie di errori che mi obbliga a ricominciare di nuovo. Finalmente sono pronto, basta solo fare l'allineamento: una parola, perché tra il cielo di velluto e le nubi che transitano, le stelle vanno e vengono, come non fossero fisse. Finalmente ci sono: l'allineamento è pronto: becco per prova M13 con 32X; perfettamente centrato. L'ammasso è uno straccio biancastro, su cui alcuni punti luminosi dovrebbero essere stelle. Mai visto peggio di così. SQM 20.68. Ora punto l'ammasso con un 64X, ma ottengo una visione triste e inconsolabile. Intanto Aldo con il suo Dob da 300 mm (magnifico!) silenziosamente perlustra il cielo, o meglio quello che del cielo rimane, sotto una cappa sempre più densa di nuvolaglia. Lascio il Taka, perché questa sera mi disgusta e mi avvicino ad Aldo, che ha puntato anche lui M13. Se ben ricordo usa un oculare che gli dà, pensa un po', 254X. Una palla da tennis, a 20 cm dal naso fa meno effetto di quello che sto vedendo con il suo tele. Sì la velatura del cielo, sì la nuvolaglia che va via via addensandosi, ma Aldo, anche se l'ammasso ha l'aspetto di una Luna piangente, ha tirato fuori un qualcosa che starebbe bene stampato in un libro di Astronomia. Aldo è raggiante. E' la la prima volta, credo, che prova il suo 300 mm e il risultato, anche se strappato alla meglio da un cielo stranamente ostile, lo ha riempito di una grande soddisfazione. Il cielo ormai è coperto da nuvole ed è anche un po' tardi per me. Aldo rimane ancora, ma l'indomani mi dice che non ne valeva più la pena. Io smonto tutto, nemmeno deluso, perché a scherzi del genere da parte del cielo sono abituato da tempo. Sono contento per Aldo, anzi molto contento, pensando che, specchio a parte, tutto il resto del Dob se l'è costruito lui. Beato chi ha questa dote, che a me manca del tutto. Ma non voglio guastarmi il resto della notte. Rientrando in macchina, a gruppetti di due o tre conto circa 15/16 cervi.
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