Se ne stanno là, tutti e tre, apparentemente immobili per noi che li guardiamo dalla Terra. Mentre guido in autostrada, diretto alla Val Zoldana, dove presumo di arrivare alle 22 circa, penso a quante volte ci siamo passati sopra a questo terzetto con i nostri tele, dedicando loro magari solamente pochi secondi, anche se sono fra gli oggetti più belli del nostro cielo: c'è la fretta di andare oltre, verso il Perseo, verso le Pleiadi, verso il Pegaso. E invece gli ammassi aperti M36, M37, M38, rendono orgogliosa la costellazione di Auriga, che, pur annoverando altri oggetti interessanti, esibisce consapevolmente, vicini tra loro, le tre gemme preziose. Questa sera non me li voglio perdere: voglio dedicare loro il tempo necessario, per suscitare la voluta emozione. Misurerò la mia osservazione, non per pochi secondi, ma per quanto basta a raggiungere la piena sazietà. Sono le 22, il cielo è scuro e profondo (S Q 21,40), umidità percepita 73%, seeing 1° Anton, turbolenza assente: meglio non potrei pretendere. Auriga è già spuntata: Capella è un luminoso invito a concentrarsi là, godendo di quelle tre meraviglie che lei mi propone. Non la faccio attendere: l'allineamento mi riesce bene. imposto nello syn scan M36: pochi secondi e me lo trovo al centro dell'oculare. Una precisazione: quando uso l'XWA con F da 20 mm, che nel TAKA 130 mi dà 50X quasi dimentico il Nagler da 31 mm. La cosa è grave, ma per il momento non so ravvedermi. Il TAKA che stasera ho portato con me, sembra gradire pienamente l'XWA, e allora perché tradirlo? Tornando a M36, vedo qualcosa da lasciarmi a bocca aperta: è vistoso, esuberante, più giovane dei suoi fratelli: mag 6, diametro 12', distanza 4150 anni luce, età 25 milioni di anni, mag assoluta -5,2. Sembra che si possano contare oltre 80 stelle e la colorazione vira sull'azzurro -giovane età- e spicca nel cielo con il vuoto attorno. Lo guardo bene, sapendo che gli altri due sono vicini e potrei con un oculare a grande campo, vederli anche tutti e tre assieme. Il nucleo di M36 è abbastanza compatto, ma poi sembra allungarsi verso l'alto, quasi per fuggire la forza gravitazionale che lo tiene unito alle altre stelle. Al centro, con uno strumento a grande apertura, si vede la doppia STRUVE 737: non so se con il Taka sono riuscito a sdoppiarla. Forse avrei dovuto usare un oculare più potente. Lascio l'ammasso un po' dispiaciuto, ma il vicino M37, mi sta attirando. Entro in un mare di stelle, perché M37 dei tre è il più esteso. La sua mag è -56, età 300 milioni di anni, diametro 24', distanza 4400 a. l. E' il fratello che domina sugli altri, forse non per bellezza, ma certamente per dimensioni. Meno ingrandimenti usi e più polvere di stelle vedi: l' XWA è l'oculare giusto. Benché l'ammasso sia ben contenuto dall'oculare, puoi spaziare con l'occhio da destra a sinistra, fino ai bordi e ancora non ne sei fuori. In sostanza il nucleo cede lentamente verso l'esterno, quasi a rendere più riposante la visione. Rimarresti lì per un bel po', se M38 non mi attendesse. Qui siamo in piena Via Lattea. La separazione di M37 da M36 è meno di 400 a.l. I suoi dati principali sono mag 6,4, diametro 21', distanza 4300 anni luce, età 220 milioni di anni. Cosa dire di quest'ultima gemma di Auriga? intanto che è più a nord degli altri due, quasi al centro della costellazione e poi che gode di una caratteristica peculiare: a circa 200 a.l. c'è un ammasso di piccole dimensioni siglato NGC 1907 e fa coppia con M38 Da qui il tele scivola via, lasciando un vuoto visuale, pronto ad essere colmato da altri doni del cielo.
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