ras-algehu ha scritto:
cherubino ha scritto:
Il limite di Dawes è un limite molto conservativo, ricordiamoci. Quindi è facile, con strumenti molto corretti e in notti molto calme, scendere al di sotto del valore posto come "insuperabile".
Paolo
Quello che dici e vero e ne abbiamo discusso sul limite reale su un altro post.
Ma lui diceva che vedeva del nero tra i 2 dischi, quello è impossibile!
Ciao Ras,
Prima che ci mettiamo a qualificare qualcosa come “impossibile”, mi sa che forse sarebbe il caso di prestare un po’ di attenzione ad alcuni report osservativi (non miei):
T. Dobbins, D. Parker, C. Capen riportano ripetute e documentate (disegni e foto) osservazioni con un 20cm della Rima Tenuis sulla calotta polare di Marte quando la rima sottendeva 0.1” (secondo ‘la formula’ cui si alludeva, lo strumento risolverebbe 0.6”). Bada, questa è una Rima, ancorché assai piccola; ma infra trovi dettagli puntiformi.
G. Thérin riporta ripetute e documentate osservazioni e fotografie con un 20cm di dettagli lunari tra 0.33” e 0.27". Una foto addirittura con dettaglio 0.2” (secondo ‘la formula’ risolverebbe sempre 0.6”). Si parla ovviamente, di dettagli misurati sul piano focale. Ombra inclusa. Immagini ben note e strapubblicate.
C. Arsidi riporta ripetute e documentate osservazioni e fotografie con un 30cm di dettagli inferiori a 0.3”. Secondo ‘la formula’ risolverebbe 0.4”). Anche qui immagini stranote e strapubblicate.
W. Lille ha in archivio migliaia di documentate osservazioni e fotografie con un 30cm della granulazione solare con dettagli ben inferiori a 0.3” (secondo la formula risolverebbe 0.4”. Di notte; immaginiamoci con la turbolenza diurna...!). Idem come sopra per la pubblicazione.
L’elenco può continuare per pagine (ci sono Miyazaki, Flach-Wilken, Platt, e altri, fino a Nemec), ma il punto pare chiaro.
Qui, ovviamente, non si tratta di ‘tipici’ risultati di tutti i giorni, ma di risultati ottenibili (ed ottenuti) con strumenti eccellenti e specializzati, utilizzati da mani assai esperte ed in condizioni di seeing molto favorevole.
Se vuoi - ma probabilmente sono cose che già conosci - potrei citarti come il medesimo APO 6” cui facciamo riferimento, non più tardi di tre settimane fa, abbia permesso di confermare la componente di un sistema multiplo che per mesi era sfuggita utilizzando SCTs da 11” e 14”. Mi pare ciò parli da solo. Aspetta un po’ e lo vedrai pubblicato sul JDSO.
Poi, sempre per parlare delle performances di un rifrattore altamente corretto, forse ricorderai le copertine e gli articoli che vennero dedicati alle immagini dei dettagli coronali riprese da un apo da 9cm nell'Aprile 2006 e che puoi ritrovare a
http://forum.astrofili.org/userpix/1995_tse2006_brno_max_16bitend1200_1.jpg
Si tratta di una versione a 1MP (l'originale a 6MP - risoluzione 6 volte maggiore! - è a disposizione di un’Università con cui collaboro). Ma, mi pare, anche questa versione assai ridotta ti possa consentire di fare due conti sulla risoluzione ottenuta - durante l’alta turbolenza di un'eclisse totale - e renderti conto che siamo andati un po' oltre ‘la formula’...
Quindi, ‘la formula’ citata, evidentemente, non considera qualche parametro e, senza andare tanto lontano, venne già ridimensionata e corretta dalle osservazioni appunto di W. Dawes nell’800. Dawes stesso mise a punto una formula correttiva ‘empirica’ (che Paolo ricorda) che, però, anch’essa Vangelo non è, visto che vale solo per una doppia con componenti bilanciate di Mag 6 (e Dawes lo dichiara). E questo con strumenti del 1800...
Quindi, se si considera che è passato più di un secolo da quando Dawes osservava, che gli strumenti ‘scientifici’ sono migliori di quelli che Dawes usava, che anche gli oculari sono migliori di quelli che Dawes usava, e che ho usato un visore binoculare di alta qualià — cosa che Dawes non utilizzava, e che consiglio a tutti — e un filtro, davvero non c'è da stupirsi.
Vogliamo andare oltre?
Qui sotto accludo il link relativo al test del ‘nostro’ “Telescope Doctor” che provò un Synta acro 150/750 — che, saremo d'accordo, è nulla più di un cercatore di comete da usare a bassi ingrandimenti e quindi risulta tutto fuorché un pinnacolo dell'alta risoluzione — quando la Zeta Bootis distava 0.8” (quindi alla risoluzione ‘teorica’ dello strumento, secondo ‘la formula’). Bene quell’esemplare di 150/750, che al test risultò “sottocorretto” e affetto da “un visibile errore zonale”, sdoppiò “senza problemi” la Zeta Bootis a circa 200x...!
http://www.telescopedoctor.com/main.asp ... er-150-750
Bene, se quella performance ‘a 200x’ di un acro 150/750 ottimizzato deep-sky, sottocorretto e con un visibile errore zonale (ricordo che, secondo ‘la formula’, trattasi del limite ‘teorico’ di risoluzione) è andato bene a tutti, mi chiedo davvero come possa ora risultare difficile immaginare che quello che viene (giustamente) considerato il miglior APO 6” per l'alta risoluzione possa aver risolto al limite la medesima doppia — ancorché a 0.6” — a 600x con un treno ottico di assoluta eccellenza...
Quindi, niente di strano in fondo. E, come ti avevo detto, basta organizzarci e queste cose le puoi vedere coi tuoi occhi.
Stai in gamba, e buone osservazioni!
E buone vacanze, finalmente !!!
Massimiliano