Voglio proporvi un breve report della mia serata osservativa di ieri. Preciso che le mie note non hanno alcuna finalità scientifica ma sono solo brevi appunti di un visualista innamorato delle meraviglie che può offrire il cielo notturno e che brama la sensazione di totale serenità che può ricavare dalla loro contemplazione. Come sapete uno dei miei targets osservativi preferiti sono le stelle doppie ed i sistemi multipli e sto cercando, per quanto possibile, di ripercorrere le osservazioni del Maestro che vedete effigiato nel mio avatar vale a dire Friedrich Georg Wilhelm von Struve (Altona, 15 aprile 1793 – San Pietroburgo, 23 novembre 1864), universalmente riconosciuto come uno dei più importanti osservatori di stelle doppie di ogni tempo. Ieri sera ho voluto dedicarmi, rimanendo all’interno dei confini della costellazione della Lyra, ad alcune delle principali stelle doppie raccolte nel Catalogo di Dorpat del 1827. Lo strumento utilizzato, spinto dalla voglia di tornare alla modernità dopo una serie di serate in cui ho utilizzato eccellenti strumenti tutti un po’ datati, è stato il Takahashi TSA 102 S, un rifrattore apocromatico con un’ottica davvero superba con una correzione di tutte le aberrazioni prossima alla perfezione. Punto debole di questo telescopio è il focheggiatore. Per risolvere il problema l’ho sostituito con un retrofit della Feather Touch ed ora lo strumento è veramente perfetto: la riduzione micrometrica è davvero utilissima per trovare il punto di fuoco perfetto, aspetto su cui strumenti dalla focale non particolarmente lunga come questo (f/8) non lasciano molti margini. Il tele è stato dotato di un diagonale Televue Everbrite da 2” (i puristi inorridiranno ma la comodità d’osservazione è per me un fattore non secondario) e di diversi ottimi oculari che nominerò strada facendo. La serata non era delle migliori a causa di un pò di vento che incideva sul seeing, sempre superiore a 1,5". Il primo sistema oggetto della mia osservazione è stato Σ 2349 (18 36 6 + 33 28). Si tratta di una coppia piuttosto sbilanciata come differenza di magnitudine con una separazione di 7.4”. Ciò nonostante si riesce ad osservarla con una certa facilità. A 204x la primaria (che è di magnitudine 5.39) appare bianco-giallastra mentre non si riesce ad apprezzare il colore della secondaria (che è di magnitudine 9.4) risultando appena visibile. Mi sono poi spostato su Σ 2351 (18 36 2 + 41 17). Coppia molto bella e molto facile (la separazione è di 4.9”) con le componenti perfettamente identiche sia per magnitudine (7.6) che per colore (giallo pallido). Ho poi separato molto nettamente anche Σ 2362 (18 38 4 + 36 03). Qui il contrasto di colore è davvero spettacolare: la primaria (di magnitudine 7.53) appare bianco-gialla mentre la secondaria (di magnitudine 8.72) risulta arancio-rossa. Il contrasto cromatico è risultato meglio evidente a 163x, ottenuti con un ortoscopico Carl Zeiss Jena da 0,965” accoppiato alla barlow Baader-Zeiss con fattore 2x: un oculare con oltre 25 anni di età ma una resa davvero formidabile arrivato in questi giorni assieme allo stupendo AS 100/1000. La separazione tra le due componenti è di 4.3”. Facilissima, stante l’ampia separazione di 25” è risultata anche Σ 2372 (18 42 1 + 34 45). Anche qui il contrasto cromatico ha fatto la parte del leone. La primaria (di magnitudine 6.45) appare di un giallo molto carico mentre la secondaria (di magnitudine 7.73) risulta azzurrognola. La seprazione è di 24.9” Ho voluto poi confrontarmi con un paio di stelle tra le principali della costellazione inserite, rispettivamente con il numero 38 ed il numero 39, nel Primo Supplemento al Catalogo di Dorpat, e cioè Zeta e Beta Lyrae. La prima Σ I 38 (18 44 8 + 37 36) appare facilissima anche ad ingrandimenti non elevati. La separazione è infatti di ben 42.2”. Il contrasto cromatico ricorda un po’ Albireo: la primaria (di magnitudine 4.34) è infatti di un giallo intenso mentre la secondaria (di magnitudine 5.62) appare azzurro-verdognola senza tirare, come detto, sugli ingrandimenti: 102x ottenuti con un ortoscopico Zeiss Abbe II da 16mm sempre accoppiato alla barlow Baader-Zeiss con fattore 2x sono stati più che sufficienti per dare spettacolo. Σ I 39 (18 50 1 + 33 22) è un bellissimo sistema quadruplo. La primaria di magnitudine 3.63, sempre a 102x, appare di colore bianco-giallo. Difficile risulta invece apprezzare il colore delle altre tre componenti (rispettivamente di magnitudine 6.69 – componente B; 10.14 – componente E; 10.62 – componente F) anche se la secondaria sembrerebbe azzurrognola. La sensazione è quella di trovarsi di fronte ad un vero e proprio mini cluster. Le separazioni risultano essere di: AB 45.1”; AE 71.4”; AF 85,8”. Σ 2431 (18 58 8 + 40 41) è una coppia facile separata da 19.3”. La primaria, giallognola, è di magnitudine 6.17 mentre la secondaria, quasi di decima grandezza (esattamente 9.61), è troppo debole per permettere di discernerne il colore con 102 mm di apertura. Σ 2461 (19 07 + 32 30) è indicata anche con il numero 17 di Flamsteed. Si tratta di una coppia sbilanciata (magnitudini 5.26 e 9.10) e piuttosto stretta (3.7”) con la primaria di un evidente giallo carico. Queste caratteristiche mi hanno suggerito di provare ad utilizzarla per un test comparativo tra oculari ortoscopici. Ho provato un Baader GO da 9mm, lo Zeiss da 0,965" e 10mm di cui ho parlato prima ed uno Zeiss Abbe II, sempre da 10mm (i due Zeiss + barlow). Il migliore, sia per resa cromatica che per “stacco” della componente secondaria dal fondo cielo è risultato essere l’Abbe II da 10mm. Σ 2487 (19 13 8 + 39 09) è indicata anche come Eta Lyrae. Coppia facile separata da 28.6”. A 102x la primaria (di magnitudine 4,38) appare bianca mentre la secondaria (di magnitudine 8.58) risulta bianco-azzurra. La costellazione della Lyra è famosa per la presenza della notissima Doppia-Doppia (che spesso, come tanti altri, utilizzo come test-seeing). Meno noto è però che all’interno di essa vi sono altri sistemi che potrebbero fregiarsi dello stesso appellativo. Tra questi Σ 2470 (19 09 + 34 58) ed Σ 2474 (19 09 1 + 34 36). E’ un sistema molto bello da osservare. Σ 2474 è la coppia più luminosa con componenti di magnitudine 6.78 e 7.88 separate da 16”. Σ 2470 è invece la coppia con più netto contrasto cromatico tra le componenti, separate da 13.7” e rispettivamente di magnitudine 7.03 e 8.44. A 102x entrambe le coppie possono essere ammirate nello stesso campo di un oculare ortoscopico che permette anche di apprezzare il colore giallo di entrambe le primarie. Altra doppia doppia, seppur molto meno evidente, è la vicina Σ 2472 (19 08 6 + 37 55) con Σ 2473 (19 08 6 + 37 55). La prima coppia appare più aperta e luminosa (magnitudini 8.38 e 10.44, separazione 22.4”) mentre la seconda è molto più stretta (6.2”) e meno luminosa con le componenti, identiche, di decima grandezza. In visone distolta è possibile intravedere anche una debole stellina a metà strada fra le due coppie. Poi il gigante Giove era arrivato abbastanza alto sull’orizzonte e ho potuto gustarmi l’intero transito della GMR… ma questa è un’altra storia. Ciao. Claudio.
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