Tutti di venerdì, io già al giovedì non ho saputo resistere...
Report serata osservativa del 29/01/2009.
Dalle ore 22.30 alle 01.00
Temperatura: pochi gradi sotto lo zero.
Turbolenza quasi assente, trasparenza scarsa.
I.L.: elevato.
Le condizioni del cielo non sono il massimo, ma dopo quasi due mesi di nubi si può anche chiudere un occhio; quello che più impressiona è l’I.L.: il cielo è molto lattiginoso, probabilmente a causa della neve che riflette le luci dei paesi vicini.
Punto su una stella per una rapida stima delle condizioni, Iota Cassiopeiae, una bella tripla con le componenti separate da pochi secondi d’arco; nonostante l’acclimatamento quasi nullo e la collimazione rivedibile, la tripla è già ben risolta a 125x. Metto su il laser, qualche giro di vite e in due minuti sono pronto a tuffarmi nel profondo cielo.
Due ammassi aperti sono il primo bersaglio della serata, NGC 663 e M103; il primo è tondeggiante, con le stelle periferiche più brillanti di quelle centrali, il secondo ha invece una forma triangolare, a prima vista ricorda la punta di una freccia.
Il prossimo balzo ci porta nella costellazione della giraffa, alla ricerca di NGC 1502; trovarlo in un campo così povero di stelle è una sfida, sapendo però che si trova sulla stesa linea che congiunge Alfa e Beta Persei, riesco a beccarlo, prima nel cercatore poi all’oculare: la visione non è niente di eccezionale, come dicevo prima il bello è trovarlo.
Si scende nell’Auriga, costellazione ricca di ammassi; tralasciamo per questa volta i famosi Messier, e puntiamo su NGC 1664 e NGC 1582; il primo è da vedere, ha una forma strana che a tratti ricorda il celebre Pacman, a tratti un cuore.
Dopo tanti ammassi aperti è l’ora di un globulare, più precisamente NGC 2419, nei Gemelli (sì, nei gemelli c’è un globulare!!!

); è davvero piccolo e lontano, fa un certo effetto vederlo accanto a una stellina. Forzando gli ingrandimenti cominciano a sgranarsi le stelle più esterne, il centro rimane sempre nebbia indistinta: è senza dubbio un oggetto molto ostico.
Con il prossimo balzo passiamo a un’altra tipologia di oggetti, le nebulose planetarie; NGC 2022 si trova in Orione, la sua forma non è perfettamente circolare, sembra quasi una macchia, una goccia che un pittore distratto ha lasciato cadere a terra.
IC 418 si trova invece nella Lepre; a bassi ingrandimenti è un pallina azzurra (sembra Urano), sono riuscito a spingere con profitto fino a 500x: è di forma perfettamente circolare, il bordo molto più luminoso della zona centrale, dove è possibile vedere senza difficoltà la nana bianca responsabile della nebulosa. Consiglio vivamente di darle uno sguardo.
Mentre sono in zona, una sosta sulla nebulosa di Orione è d’obbligo… è incantevole, sono visibili anche le componenti E ed F del trapezio.
Si passa poi nell’Unicorno, alla ricerca di NGC 2261, la famosa nebulosa variabile di Hubble; si vede un semicerchio di 3-4 stelle poco luminose, circondate da una nebulosità vagamente triangolare; per un osservatore distratto potrebbe essere difficile individuarla in un campo così ricco di ammassi aperti.
Coelum di questo mese suggerisce l’osservazione di M46 e M47, dettofatto: il primo è molto suggestivo, la visione migliore si ha a 90x con l’ammasso (composto da una miriade di stelle tra l’8° e la 12° magnitudine) che riempie il campo e la bella nebulosa planetaria NGC 2438 che si staglia sulle stelle di fondo (la visione all’oculare non ha nulla da invidiare alla foto presente sulla rivista, colori a parte ovviamente). M47 è invece meno fitto, ma più brillante, composto da molte stelle giovani e luminose, in contrasto con quelle più deboli di fondo.
Il Leone è ormai alto in cielo, l’occasione per vedere qualche galassia è ghiotta: le due coppie M65, M66 e M95, M96 sono semplicemente magnifiche, si notano bene i nuclei e l’alone, in alcuni casi anche delle striature più scure. Chissà da cieli scuri…
L’ultimo oggetto del profondo cielo è M51, la celebre galassia Mulinello nei Cani Cacciatori; anche in questo caso sono ben visibili i nuclei e l’alone, non si riesce però a distinguere in bracci e il ponte di materia che collega le due galassie. E’ indubbio il fatto che il cielo sia troppo chiaro, per la prossima luna si potrebbe fare una capatina verso altri lidi…
E’ ormai l’una (già l’una??), però Saturno non può mancare all’appello: i commenti si sprecano, anche con gli anelli di taglio è il re del sistema solare; osservato a “soli” 188x (purtroppo avevo lasciato l’orto esposto all’aria e nel frattempo si era.. congelato

) sono visibili un paio di bande più scure che solcano la superficie del pianeta, oltre ad un numero imprecisato di satelliti.
Se avete letto fin qui e, se nel frattempo non vi siete addormentati, spero di avervi trasmesso almeno una piccola parte delle emozioni che io stesso ho provato ieri sera.
Ciao a tutti e cieli sereni